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Per capire come e quanto in Italia si bada alla cura e al benessere dei cani relegati nei canili e, di conseguenza, al sostegno concreto a far sì che le persone adottino basta fare "una passeggiata" online sul sito del Ministero della Salute. E' come entrare nel "canile dei canili" di questo Belpaese, perché attraverso una navigazione anche solo superficiale si può vedere che le pagine dedicate alla relazione tra "il miglior amico dell'uomo" e gli esseri umani sono in fondo identiche alla maggior parte delle strutture italiane: luoghi in chi gli "ospiti" sono abbandonati a loro stessi o dove al massimo sopravvivono grazie al buon cuore e alla professionalità di pochi e oberati operatori e altre figure professionali del campo.
Il Ministero della Salute, che è l'ente deputato a sviluppare linee guida e normative per garantire le corrette condizioni di vita degli animali nelle strutture, ha una sezione intera del sito ufficiale che è intitolata proprio "animali d'affezione" e il cui scopo dovrebbe essere appunto quello di fornire notizie aggiornate e dare conto dei dati provenienti dalle singole Regioni sugli ingressi, il numero di adozioni e restituzioni ai proprietari per quanto riguarda i cani e anche relativamente alle sterilizzazioni dei gatti.
Partendo proprio dalla prima pagina, però, già si capisce appunto che si entra in una terra di nessuno di cui si ritiene evidentemente non ci sia bisogno di coinvolgere il cittadino. La notizia "più fresca", per fare un esempio chiaro, è del 12 settembre 2024 e riguarda un'ordinanza in cui vengono prorogate le norme sul divieto di utilizzo e di detenzione di esche o di bocconi avvelenati. In testa campeggia invece la campagna dell'anno scorso sul portare gli animali domestici in vacanza. Si chiamava "Inseparabili in vacanza" ed è appunto dell'estate del 2024 e per questa stagione non sembra ipotizzabile che ve ne sarà un'altra considerando che siamo all'11 luglio e, qualora venisse lanciata, sarebbe un'ulteriore dimostrazione di uno spreco di soldi per qualcosa che dovrebbe essere fatto molto prima, chiaramente.
Ma andando poi nel cuore del problema, ecco davvero dove si può chiaramente notare quanto poco impegno o interesse specifico si ha sulla tematica adozioni e sull'incentivare gli Enti locali a fare la loro parte e i cittadini ad essere stimolati ad adottare i cani senza famiglia che sono… non si sa.
Ecco, il punto è proprio questo: le Regioni hanno l'obbligo di mandare i dati al Ministero ma è impossibile capire dalla tabella pubblicata quanti in questo esatto momento effettivamente sono in attesa di trovare qualcuno che possa dargli una casa. Questo perché l'aggiornamento non avviene in tempo reale ma nemmeno con una costanza fissa. Guardando la tabella infatti c'è un'indicazione temporale di inizio che è quella del 31 dicembre del 2022 e una postilla che indica che l'ultima "rinfrescata" è stata data il 3 gennaio 2025. Insomma, non c'è uno storico per farla breve né alcuna indicazione su quando il sito viene aggiornato, cose che comportano che non è possibile capire l'andamento su scala nazionale.
Il censimento così presentato, dunque, restituisce una fotografia confusa a cui poi bisognerebbe anche aggiungere il numero di cani che non si trovano in strutture pubbliche ma di privati e associazioni che il Ministero non conta. Come se non bastasse, ci sono anche errori macroscopici come l'indicazione che in Emilia Romagna sono entrati 5.489 cani di cui 3.025 sono stati restituiti e 3.931 dati in adozione. Il totale però fa 6956… decisamente molti di più rispetto a quei quasi 5500 indicati.

Secondo il Ministero della Salute, comunque, a gennaio scorso sono stati 52,977 i cani adottati o restituiti a chi li aveva "persi" per qualche ragione (e anche qui sarebbe utile spiegare all'utente cosa si intende e quali fattispecie si possono verificare) a fronte di una presenza di 67.567 altri individui che restano dietro le sbarre di un box.