UN PROGETTO DI
12 Agosto 2025
14:02

Primo lupo abbattuto legalmente in Italia in più di 50 anni: “Il populismo ha vinto sulla scienza”

Nella notte tra l’11 e il 12 agosto, in Alta Val Venosta, è stato abbattuto legalmente il primo lupo in Italia dopo oltre 50 anni. Una decisione presa dalla Provincia di Bolzano con il via libera del Tar e il parere favorevole dell'Ispra. Associazioni ed esperti del lupo denunciano l'episodio come frutto di una "politica populista"

144 condivisioni
Immagine
Il lupo è stato ucciso in Alto Adige, è il primo caso in oltre 50 anni

Nella notte tra l'11 e il 12 agosto è stato abbattuto legalmente il primo lupo in Italia in oltre più di 50 anni. A decretarne la morte è stata una ordinanza di abbattimento della Provincia Autonoma di Bolzano che aveva ricevuto il parere favorevole dell'Ispra, l'istituto che in Italia si occupa della fauna selvatica. L'animale è stato abbattuto Alta Val Venosta, in Alto Adige.

Contro la decisione sono intervenute le principali associazioni di tutela ambientale. Il divulgatore ed eseprto del lupo, Marco Antonelli denuncia: "A perdere non è solo il lupo, ma l’approccio scientifico e gli allevatori stessi, presi in giro dalla politica populista della Provincia di Bolzano".

Perché un lupo è stato abbattuto legalmente per la prima in 50 anni

La vittima dell'abbattimento richiesto dalla Provincia di Bolzano è un lupo maschio, soppresso nella notte a 2.800 metri di altitudine in Alta Val Venosta, in Alto Adige. La richiesta di abbattimento avanzata all'inizio di agosto dall'amministrazione guidata da Arno Kompatscher era stata inizialmente bloccata dal ricorso al Tar presentato dalle associazioni di tutela animale. La giustizia amministrativa tuttavia recentemente ha fatto cadere la sospensiva inizialmente accordata agli attivisti. Questa decisione si è tradotta in un'esecuzione immediata.

È l'epilogo di un lungo braccio di ferro, iniziato più di un anno fa. A farne le spese sono i lupi dell'Alta Val Venosta, uccisi perché ritenuti responsabili di una serie di predazioni ai danni di 30 animali allevati, avvenute in tre diversi alpeggi nei territori comunali di Malles (frazione di Planol) e Curon.

La denuncia degli attivisti: "Non ha perso solo il lupo ma anche la scienza"

A denunciare per primi l'accaduto sono state le associazioni di divulgazione scientifica Canis lupus italicus e Associazione per la Conoscenza dei Lupi Periurbani che in un lungo post congiunto hanno raccontato la storia dei lupi dell'Alta Val Venosta.

"Sono diverse le osservazioni da fare su questo evento – scrivono – Leggendo il testo dell’ordinanza non si può non rilevare come l’alpeggio in questione non avesse applicato alcune strategie di prevenzione fondamentali. Nell’ordinanza della Provincia si cita la presenza di cani da conduzione, come se questi fossero cani deputati alla protezione del bestiame. Informiamo la Provincia di Bolzano che cani da conduzione e cani da protezione del bestiame (o cani da guardiania) svolgono ruoli molto differenti, e che solo la presenza dei secondi può essere considerata una strategia di prevenzione delle predazioni. Solo leggendo l’ordinanza dunque si evince l’assenza di uno dei pilastri fondamentali della concessione di deroghe per l’abbattimento, cioè l’aver messo in campo tutte le soluzioni preventive possibili".

Gli attivisti si soffermano soprattutto sul ruolo dell'Ispra che in quanto organo scientifico aveva la possibilità di esprimersi, sebbene non in maniera non vincolante, sugli abbattimenti: "Appare sorprendente il parere favorevole (seppur non vincolante) di Ispra, che dovrebbe essere l’organo che garantisce il rispetto dei criteri della Direttiva Habitat per quanto riguarda la concessione di deroghe. Ribadiamo anche che abbattere due lupi ‘a caso' non rappresenta una strategia utile ad annullare il conflitto".

E aggiungono: "Altri lupi arriveranno in quell’area e altri lupi (forse già presenti in quella zona) prederanno capi di bestiame se non si attuano corrette strategie di prevenzione.Informiamo anche la Provincia di Bolzano che il declassamento dello stato di protezione della specie approvato a livello europeo (citato nel comunicato di quest’oggi) non è stato ancora recepito dal nostro Paese. Anche su questo la Provincia dimostra la poca conoscenza e dimestichezza con l’argomento. Purtroppo in questo caso il populismo di certa politica ha vinto. A perdere sono stati l’approccio scientifico e gli allevatori stessi, presi in giro con false soluzioni".

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views