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17 Novembre 2025
16:02

Perché troviamo molte api morte sul balcone durante l’inverno

In inverno trovare api morte è comune: il freddo, le malattie stagionali e l’espulsione dei fuchi dall’alveare spiegano perché molte non sopravvivono alla stagione fredda.

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Quando fa freddo è più facile trovare api morte, a causa delle basse temperature, ma non solo

In autunno e inverno può capitare più spesso di trovare api morte o morenti sul balcone, sul davanzale della finestra o in giardino. Le basse temperature sono uno dei fattori principali, per questo la maggior parte degli insetti in inverno va in "diapausa", che è il letargo di questi piccoli invertebrati. Sotto i 10 °C, infatti, le api iniziano a perdere mobilità e a far fatica a volare e muoversi, mentre sotto i 5 °C rischiano seriamente di morire per il freddo.

Tuttavia, le temperature rigide non sono l'unica causa. In questa stagione aumentano anche alcune infezioni fungine, che colpiscono soprattutto gli individui più deboli, e capita anche di imbattersi nei fuchi, i maschi dell'alveare, che in autunno vengono allontanati dalle colonie e muoiono poco dopo, avendo già concluso il loro ciclo vitale.

Cosa significa trovare api morte in casa

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Quando fa freddo le api fanno fatica a volare e l’assenza di fiori obbliga la colonia a "fermarsi" in attesa della primavera

Trovare api morte in questo periodo non è, di per sé, un segnale anomalo o troppo preoccupante. Le colonie hanno un'organizzazione precisa e seguono ritmi stagionali molto rigidi. Con l’arrivo del freddo, molte api non riescono più a mantenere la temperatura corporea necessaria per volare o orientarsi, si raffreddano rapidamente e muoiono poco lontano dall’alveare, spesso proprio sui nostri balconi.

La vita di un'operaia, infatti, è relativamente breve e in media dura poco più di mese, fatta eccezione per quelle che nascono in autunno e che entrando in diapausa e riducendo drasticamente il loro metabolismo riescono a resistere diversi mesi, fino all'arrivo della primavera.

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In autunno, è anche alcune infezioni fungine possono raggiungere il picco e causare alti tassi di mortalità

In autunno aumentano anche alcune infezioni tipiche di questi insetti domestici, come quelle causate dai funghi unicellulari del genere Nosema che si sviluppano di più in condizioni umide e fresche. Le api malate tendono poi a uscire dall'alveare o a esserne allontanate, per ridurre il rischio di contagio della colonia.

Infine, c'è un'altra possibile spiegazione molto comune e del tutto naturale: durante i mesi freddi i fuchi, cioè i maschi, completano il loro ciclo vitale. Il loro unico compito è infatti quello di fecondare le nuove regine nate nelle stagioni calde. Quando poi l'estate finisce non hanno più alcun ruolo. Ecco perché spesso i corpi che troviamo sono proprio i loro, riconoscibili perché leggermente più grandi e tozzi delle operaie.

Perché le api allontanano i fuchi dall'alveare in inverno

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Il fuco è leggermente più grande delle operaie e il suo unico "compito" è quello di accoppiarsi con le future regine

Il destino dei fughi può sembrare crudele e ingiusto, ma per capire davvero perché sono destinati alla morte bisogna conoscere il loro ruolo all'interno di un alveare. I maschi non raccolgono nettare, non producono cera, non difendono la colonia e non allevano le larve: la loro unica funzione è quella riproduttiva. "Servono" solo per l'accoppiamento con una regina "vergine", operazione che avviene una sola volta nella vita di entrambi e solo in estate.

Nella stagione calda la colonia può permettersi di farli nascere, allevarli e nutrirli, perché fiori, nettare e polline sono molto abbondanti. Ma in autunno la colonia entra in "modalità di sopravvivenza": le scorte di miele diventano vitali e ogni individuo che non ha più alcun ruolo all'interno della colonia diventa un peso che in natura quasi nessuno può sostenere.

E così, la selezione naturale ha premiato un comportamento che sembra crudele, ma che invece è vantaggioso e necessario per la sopravvivenza dell'intera colonia. Una volta completato l'accoppiamento, il compito "biologico" dei maschi si conclude e le operaie iniziano a spingere i fuchi verso l'uscita, impedendo loro di alimentarsi. I maschi, incapaci di nutrirsi da soli, muoiono nel giro di pochi giorni. È un fenomeno conosciuto anche come "cacciata" o "espulsione" dei fuchi e permette alla colonia di superare l'inverno risparmiando energie.

Come salvare un'ape morente

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Possiamo provare ad aiutare un’ape morente offrendole da bere acqua zuccherina o miele

Non sempre però le api che troviamo a terra sono già morte. A volte sono solo stremate, soprattutto dopo una notte fredda o un volo troppo lungo. In questi casi è possibile provare ad aiutarle, anche se non sappiamo se ormai il loro ciclo è finito oppure no. Uno dei metodi più semplici è provare ad offrire una soluzione zuccherina che possa dar loro energia immediata nella speranza che torni sana e salva all'alveare.

Possiamo farlo sciogliendo un po' di  zucchero in acqua e provare a offrirlo con un cucchiaino avvicinadolo alla bocca. Si può usare anche del miele, senza però forzare o raccogliere l'ape, che potrebbe anche pungere. Se è semplicemente indebolita, potrebbe bere usando la sua ligula – una sorta di lingua – e poi riprendere a volare nell'arco di alcuni minuti o di un'ora. Se invece non reagisce, è probabile che sia malata oppure ormai troppo compromessa per recuperare.

La vita delle api in inverno

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In inverno, le api all’interno dell’alveare si raggruppano per tenersi al caldo formano una sfera vivente con al centro la regina

Mentre fuori dall'alveare la vita di un'ape può essere molto difficile in inverno, dentro il ciclo vitale della colonia procede seguendo un ordine molto preciso. In inverno, la colonia non vola e non raccoglie cibo e si concentra solo sul conservare calore ed energia. Le operaie si stringono in una formazione chiamata "glomere", una sorta di sfera vivente fatta di api che vibra costantemente per produrre calore. Al centro c'è sempre l'ape regina, che è l'individuo più prezioso di tutti.

Le temperature interne vengono così mantenute intorno ai 20-25 °C, un risultato sorprendente se si considera che all'esterno può fare anche molto freddo. Anche le operaie all'esterno del glomere possono sopravvivere a temperature molto rigide, poiché ricevono periodicamente il cambio. Per riuscirci, le api consumano parte del miele accumulato durante l'estate, la loro unica fonte di carburante e il motivo "originale" per cui viene prodotto e conservato all'interno dell'alveare.

Anche la regina, che normalmente depone molte uova per ingrandire la colonia e "rimpiazzare" periodicamente le operaie, in inverno si prende una "pausa". In questo periodo ne depone pochissime o per nulla, perché tutti all'interno della società delle api devono ridurre al minimo il consumo di energia e gli sprechi. Quando poi le temperature tornano a essere più miti e appaiono i primi fiori primaverili, la vita dell'alveare torna a farsi di nuovo frenetica, movimentata e piena di attività.

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