
Le cicale accompagnano con il loro canto l’intera stagione estiva, sebbene sia piuttosto raro riuscire a osservarle da vicino, poiché si mimetizzano tra i rami degli alberi. Questi insetti sono noti soprattutto per il caratteristico suono che emettono durante le giornate più calde, descritto con il verbo frinire, prodotto dai maschi per attirare le femmine a scopo riproduttivo.
Esistono circa 3.000 specie differenti di cicala e tutte appartengono all’ordine dei Rhynchota (o Hemiptera). A un primo sguardo possono ricordare una mosca di grandi dimensioni: la loro lunghezza varia dai 2 ai 6 centimetri, presentano due occhi particolarmente sporgenti e sono dotate di antenne corte e sottili.

Il canto della cicala
A emettere il canto è esclusivamente il maschio, il quale lo utilizza per attirare la femmina, in una sorta di “dedica sonora” di natura riproduttiva. La femmina, al contrario, produce soltanto un lieve suono, simile a uno schiocco di dita. Per produrre questo caratteristico suono, il maschio della cicala utilizza l'organo stridulatore: si compone di timballi, situati ai lati dell’addome, che sono membrane elastiche collegate a muscoli tramite tendini. Quando questi muscoli si contraggono, i timballi vibrano. Ogni contrazione genera un suono breve e acuto e, grazie all’elevata frequenza delle vibrazioni — decine al secondo — si produce il caratteristico canto della cicala.

Il suono non si ferma qui: viene amplificato dal torace dell’insetto, che funge da cassa di risonanza, analogamente a quanto avviene negli strumenti musicali a corda, come la chitarra. Alcune specie di cicale riescono a superare i 100 decibel, un’intensità sonora paragonabile a quella di un motorino acceso o di una motosega a breve distanza. La cicala più rumorosa al mondo è originaria dell’Africa e si chiama Brevisana brevis: è in grado di raggiungere i 106,7 decibel.
Il canto delle cicale è un suono specie-specifico: questo significa che ogni specie produce un richiamo caratterizzato da una precisa lunghezza d’onda e da un ritmo distintivo, riconoscibile esclusivamente dalle femmine della stessa specie. Questo meccanismo assicura che il segnale acustico sia efficace a fini riproduttivi, evitando interferenze tra specie diverse che convivono nello stesso ambiente.
Perché le cicale cantano solo in estate
Il canto delle cicale è strettamente legato alla temperatura ambientale: per poter frinire, infatti, è necessario che l’aria raggiunga almeno i 22 gradi °C. Al di sotto di questa soglia, il diaframma delle cicale perde elasticità e i muscoli non sono più in grado di generare vibrazioni efficaci, rendendo impossibile l’emissione del suono. È per questo motivo che le cicale non cantano in presenza di pioggia, vento o temperature più fresche: il loro “strumento musicale” funziona soltanto in condizioni di caldo e sole. Inoltre, si tratta di insetti diurni: a differenza dei grilli, le cicale non friniscono durante le ore notturne.

La temperatura, tuttavia, non è l’unica causa della loro attività estiva. Le cicale cantano d’estate anche perché è l’unico periodo dell’anno in cui sono presenti allo stadio adulto, fase del loro ciclo vitale in cui avviene l’accoppiamento. La loro comparsa e la loro scomparsa seguono quindi un ritmo biologico stagionale, che coincide con i mesi più caldi.
Il ciclo vitale delle cicale
Le cicale hanno a disposizione solo poche settimane per cantare, accoppiarsi e completare il proprio ciclo vitale. Quelle che sentiamo cantare sono le cicale nel loro stadio adulto, l’unico momento della loro esistenza in cui vivono alla luce del sole. Occorre sapere che, prima di raggiungere questa fase, le cicale trascorrono gran parte della loro vita sottoterra, dove rimangono invisibili e totalmente silenziose. Dopo anni di sviluppo nel sottosuolo, emergono in superficie soltanto nelle ultime settimane, pronte a compiere il breve ma intenso capitolo finale della loro esistenza. Vediamo ora più da vicino le diverse fasi che compongono il ciclo vitale della cicala.

Quando un maschio riesce ad attirare una femmina con il proprio canto, avviene l'accoppiamento, che si verifica tra fine giugno e agosto, a seconda della specie. In seguito, la femmina depone le uova all’interno di piccoli tagli praticati nei rami degli alberi. Dopo alcune settimane, le uova si schiudono e ne fuoriescono minuscole ninfe, simili a piccole formiche di colore biancastro. Queste si lasciano cadere al suolo e si interrano: è a quel punto che ha inizio la fase più lunga e misteriosa della loro esistenza.
Nel sottosuolo, le ninfe vivono per anni, immerse nell’oscurità, attraversando una serie di trasformazioni lente e progressive. La durata di questa fase ipogea varia in base alla specie, e può durare da pochi anni fino a oltre un decennio.
Dopo lunghi anni trascorsi nel sottosuolo, le ninfe emergono finalmente alla luce del sole. Una volta fuoriuscite, si arrampicano su un albero, un muro o un'altra superficie verticale e compiono la loro muta finale, trasformandosi in esemplari adulti.
Da questo momento in poi, la loro vita sarà breve: durerà solo alcune settimane, durante le quali avranno il tempo necessario per cantare, accoppiarsi, deporre le uova e, infine, concludere il proprio ciclo vitale. Un ciclo che, puntualmente, si rinnova con la generazione successiva.

Differenze tra cicale periodiche e cicale annuali
Le cicale trascorrono un periodo variabile nel sottosuolo, e per comprenderne meglio il ciclo vitale è utile distinguere tra due grandi categorie: le cicale periodiche e quelle annuali.
Le cicale periodiche emergono ogni 13 o 17 anni e appartengono tutte al genere Magicicada. Queste specie sono presenti esclusivamente negli Stati Uniti e seguono un ciclo biologico estremamente rigido e sincronizzato: tutte le cicale di una stessa generazione emergono contemporaneamente, nello stesso anno, nello stesso periodo e nella stessa area geografica.
Un evento straordinario si è verificato negli Stati Uniti nel 2024, quando due generazioni di cicale periodiche, una con ciclo di 13 anni e l’altra con ciclo di 17 anni, sono emerse nello stesso momento, dopo lunghi anni trascorsi nel sottosuolo. Questa coincidenza è rarissima, poiché l’allineamento tra i due cicli avviene solo ogni 221 anni: l’ultima volta era accaduto nel 1803.

Le cicale annuali, invece, emergono ogni estate, ma la loro permanenza nel terreno varia da 2 a 7 anni, a seconda della specie e delle condizioni ambientali, in particolare la temperatura. Per comprendere meglio questo fenomeno, si può fare un esempio pratico: in Italia, è comune incontrare la Cicada orni, conosciuta anche come cicala del frassino, la quale trascorre in media 3 anni sottoterra. Le cicale che ascoltiamo nell'estate 2025, quindi, sono probabilmente emerse dal terreno dopo un periodo iniziato nel 2022. Quelle che sentiremo nel 2026, invece, potrebbero essere lì dal 2023, e così via.
Il termine “annuali” potrebbe risultare fuorviante: non indica che la fase sotterranea duri un solo anno, ma che ogni anno esiste una nuova generazione pronta a emergere. In realtà, ogni generazione impiega diversi anni per maturare, ogni estate diverse generazioni raggiungono l’età adulta, garantendo così una presenza costante.
