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Lo Stato dell'Alaska ha chiesto di poter abbattere i suoi orsi tramite cecchini in elicottero. La proposta sarà esaminata dal Dipartimento Caccia e Pesca in una riunione straordinaria il 14 luglio volta ad ampliare il programma di controllo dei predatori a est del Wood-Tikchik State Park, includendo non solo i lupi ma anche tutti gli orsi.
Perché l'Alaska vuole uccidere i suoi orsi
Lo Stato dell'Alaska ha chiesto al Dipartimento Caccia e Pesca, titolare per ciò che riguarda la fauna selvatica, di autorizzare l'abbattimento degli orsi dagli elicotteri in una zona rurale dell'Alaska sud-occidentale, allo scopo di aumentare il numero di caribù.
Se il Dipartimento approvasse la proposta, la caccia aerea agli orsi riprenderebbe il prossimo maggio e durerebbe fino all'inizio di giugno. Non è infatti la prima volta che succede: già nel 2023 e nel 2024, il venne registrata l'uccisione di un totale di 180 orsi. Si trattava di orsi bruni (Ursus arctos), la seconda popolazione diffusa nella regione insieme alla sottospecie Grizzly (Ursus arctos horribilis).
Anche negli anni passati l'abbattimento aereo era stato giustificato con la necessità di proteggere dai predatori la mandria di caribù Mulchatna, popolazione diffusa nell'Alaska sud-occidentale.
La denuncia degli attivisti: "Non c'è nessun motivo valido"
Secondo gli attivisti del Center for Biological Diversity "non c'è alcun motivo valido" per l'abbattimento aereo: "Uccidere altri orsi non migliorerà la situazione dei caribù. Ma danneggerà questi cari animali, rovinerà le opportunità di svago per gli amanti della fauna selvatica e sprecherà i soldi dello Stato".
Anche dopo aver ucciso quasi 200 orsi negli ultimi tre anni, la mandria di caribù Mulchatna della zona non ha mostrato segni di ripresa, al contrario. "Questo – spiegano gli ambientalisti – perché le malattie e la mancanza di cibo, e non la predazione, stanno causando il declino della mandria".