
Tassa sui cani dei residenti e di soggiorno per quelli dei turisti. Sono due delle novità introdotte nel ddl proposto dall'assessore della Provincia Autonoma di Bolzano, Luis Walcher. Il testo è stato anticipato dal quotidiano Dolomiten e ripreso dai mezzi di informazione scatenando numerose polemiche. Per fare chiarezza Fanpage.it ha contattato l'ufficio dell'assessore, ma la risposta è stata evasiva: "non siamo in grado di fornire ulteriori dettagli sul ddl relativo all’introduzione della tassa di soggiorno per i cani, in quanto la questione è ancora in fase di approvazione".
Poche parole che non placano le polemiche, soprattutto in relazione all'illegittimità di una simile proposta, come sottolinea l'avvocato Michele Pezone, legale della Lndc Animal Protection, tra le maggiori associazioni di tutela animale in Italia.
L'analisi dell'avvocato: "Tassa sui cani abolita nel 1931"
Il provvedimento più criticato del disegno di legge è le tassa sui cani dei residenti, pari a 100 euro l'anno, dalla quale sarebbero esentati per due anni le famiglie che hanno registrato il dna del proprio cane: "La ‘tassa sui cani' è stata abrogata nel 1991 quando sono state cancellate le vecchie norme che la prevedevano all'interno del Regio Decreto del 1931. Inoltre, se dopo l'entrata in vigore qualcuno decidesse di impugnare l'atto amministrativo solleverebbe anche una questione costituzionale", spiega Pezone.
Secondo l'avvocato di fatto non sarebbe più possibile introdurre tasse sul semplice possesso di un cane per una questione di gerarchia delle fonti: "Un disegno di legge provinciale come quello proposto a Bolzano non può andare contro una legge statale che ha già deciso in materia e nella quale entrano in gioco anche principi costituzionali: per esempio l’articolo 117 della Costituzione stabilisce che il sistema tributario è competenza esclusiva dello Stato, e l’articolo 119 parla sì di autonomia finanziaria di Regioni e Province, ma sempre nel rispetto delle regole nazionali. Anche la Corte Costituzionale, inoltre, ha già bocciato in passato leggi regionali sugli animali quando erano in contrasto con quelle statali".
Neanche la forza dell'autonomia altoatesina può nulla quindi contro leggi dello stato e la Costituzione. "Le Regioni e le Province autonome hanno una loro autonomia finanziaria per quanto riguarda le posizioni fiscali, ma sempre nel rispetto delle norme statali, questo perché non si tratta di repubbliche indipendenti. Sono sempre parte dello Stato italiano", sottolinea l'avvocato.
"Non ci sono le basi per applicare la tassa di soggiorno specifica per i cani"
Anche la tassa sui cani dei turisti, pari a 1,50 euro al giorno, non sarebbe fattibile per l'avvocato: "Esiste già l’‘imposta di soggiorno' calcolata sulla persona e non sugli animali. La Cassazione di recente lo ha ribadito in una sentenza n. 6187 del 7 marzo 2024. Non esiste quindi nessuna base normativa nazionale che permetta di chiedere una tassa di soggiorno specifica per i cani. Questa misura non risolverà i problemi di igiene urbana, ma andrà a punire preventivamente chiunque abbia un cane, anche se non sporca".
Cosa significa che le tasse sui cani sono illegittime
Nel caso il ddl dovesse essere approvato in questi termini si aprirebbe la strada ai ricorsi da parte dei cittadini: "Lo scenario più probabile è che, dopo l'entrata in vigore, qualcuno impugni l'atto amministrativo con il quale viene disposta la tassa. A questo punto sarebbe possibile sollevare una questione di legittimità costituzionale".
E precisa: "I cittadini non possono impugnare le leggi, perché sono emanazioni di una potestà legislativa, ma possono impugnare il singolo atto amministrativo che ha come presupposto quella legge e portare all'attenzione la possibile illegittimità costituzionale".
Anche lo Stato può agire: "Anche il governo potrebbe agire dato che va contro le sue stesse disposizioni e va in contrasto con quelli che sono i criteri statali stabiliti per questo tipo di tasse. Ma è uno scenario meno probabile".