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Un cane che ringhia quando ci avviciniamo per togliergli qualcosa dalla bocca è un cane che… ci sta facendo un favore. In che senso? Partiamo da una considerazione importante che attiene alla comunicazione canina: il ringhio è probabilmente il segnale comunicativo di Fido che più è frainteso da noi umani.
La nostra reazione, infatti, a quel suono è solitamente di paura o se fatto dal cane di famiglia quasi di fastidio, ci sentiamo offesi dal fatto che il nostro amico a quattro zampe sta manifestando un atteggiamento ostativo nei nostri confronti. Effettivamente le cose stanno proprio così, ovvero attraverso il ringhio il cane ci sta dicendo che lo stiamo mettendo in una brutta situazione che potrebbe portarlo, poi, a mettere in atto un comportamento aggressivo. Ma il ringhio serve proprio a questo: il nostro compagno canino ci sta comunicando che non vuole arrivare a mordere e ci chiede in questo modo distanza.
Nella comunicazione del cane, dunque, ringhiare significa avvertire l'interlocutore e dunque essere chiari nel non volere un contatto o un avvicinamento. A maggior ragione, poi, un cane può mettere in atto questo comportamento se ha qualcosa in bocca che considera di grande valore. Che sia infatti un giocattolo, un oggetto come una pantofola o un calzino o del cibo ci sono cani che esprimono così la loro motivazione possessiva che va sicuramente equilibrata attraverso un intervento emendativo basato sulla fiducia.
Come, se e quando togliere gli oggetti dalla bocca del cane
Per capire però perché Fido si sente minacciato bisogna però conoscere la personalità di quel singolo cane, il contesto in cui sta avvenendo e la relazione con la persona con cui emette quel segnale, nonché il tipo di esperienze pregresse che sono avvenute nel rapportarsi con le risorse a sua disposizione.
E' fondamentale fare questa precisazione perché ciò che accomuna situazioni diverse è farsi una "contro domanda" ancora prima di chiedersi come fare per togliere di bocca a Fido qualcosa: perché intervenire? Chiariamo questo aspetto: se ad esempio avete la malsana abitudine di prendergli qualsiasi cosa per dimostare che siete voi "a comandare" è bene che sappiate che se il cane vi ringhia non sta sfidando nessuno, ma appunto sta esprimendo qualcosa che lo fa sentire in scacco e sta difendendo una risorsa che per lui è importante.
La sua postura, del resto, ci dice proprio questo: la bocca è stretta forte intorno all'oggetto, le labbra possono arrivare ad essere sollevate sui denti anteriori, le zampe sono – se steso – dritte davanti alla bocca e il ringhio è variabile a seconda di quanto siete distanti da lui. Non ci vuole tanto a capire che quel cane sta manifestando allo stesso tempo il desiderio di non essere privato di quel qualcosa e vi sta avvertendo di non provare a togliergliela.
Detto ciò, bisogna capire che se questa situazione è reiterata nel tempo, non possiamo noi dirvi come fare per sbloccarla a rischio che succeda qualcosa di pericoloso, visto che un cane che manifesta questo atteggiamento senza soluzione di continuità è stato in qualche modo messo in una brutta situazione. Un educatore o un istruttore cinofilo potranno però andare proprio ad analizzare la componente intrinseca del cane relativa alla motivazione possessiva e, soprattutto, valutare perché si crea questa situazione di conflitto.
E' molto importante, in ogni caso, intervenire in prevenzione prima di tutto e con cautela enorme solo e soltanto se ne vale la pena. Non agite con forza e non dando voi per primi un vostro messaggio comunicativo che chiarisca al cane che siete disposti a collaborare e non a "lottare" per ottenere il suo oggetto di valore proprio per evitare che passi dal ringhio al morso o anche solo che gli rimanga in mente che le persone sono da tenere a distanza e dunque generalizzando. Poi quando si interviene con forza, in fondo, non si fa altro che dare più risalto all'opinione del cane che già è possessivo e che così penserà che fa decisamente bene a proteggere quell'oggetto visto che gli viene strappato via poi senza alcuna concertazione.
Ecco, una soluzione fattibile con determinati soggetti che non hanno però ipertrofizzato la possessività è quella di proporgli uno scambio: un altro giocattolo, un pezzo di qualcosa di appetibile anche sebbene questa seconda ipotesi è meglio evitarla perché con il cibo non si compra la sua fiducia, che è ciò che più conta in assoluto.
Cos'è il "Lascia!" e quando è utile insegnarlo
Partiamo dal significato del "lascia", ovvero un suono che esprimiamo per ottenere qualcosa dal cane e che un tempo veniva chiamato "comando". Si tratta in realtà di una parola molto utile proprio per prevenire problemi anche solo di salute legati proprio al cane. Insegnare a Fido a mollare quello che ha preso in bocca è davvero molto importante, a maggior ragione se si ha un cane con un'alta motivazione possessiva ma anche un "cacciatore di cibo" che in giro per la città magari mangia qualcosa che non dovrebbe.
Il "lascia" dunque non è altro che far associare al cane il comportamento di lasciare, appunto, quel che ha in bocca nel momento in cui pronunciamo la parola. Insegnarglielo è facile e può essere fatto a tutte le età, anche con cani adulti che provengono da canile: Fido non smette mai di apprendere, nonostante i luoghi comuni continuino a girare al riguardo.
Per quanto riguarda proprio il setting di apprendimento, fate in modo che sia tutto un gioco e utilizzate due oggetto "neutri" e uguali, ovvero qualcosa di nuovo che sia per il cane interessante e su cui potete insieme allenarvi a questa attività insieme. Offrite a Fido un oggetto e tenete l'altro in disparte ma visibile tra le mani. Quando sarà interessato a ciò che avete voi, in linea di massima il cane mollerà il suo e lì direte la parola associata per offrirgli l'altro strumento. Lavorate insieme ripetendo più volte, aspettando il momento giusto per dire "lascia" e vedrete che in breve tempo avrete fatto molto di più che insegnare un "comando": avete collaborato insieme, abbassato la competizione su un oggetto e fatto capire al vostro amico a quattro zampe che se gli dite una cosa c'è da fidarsi che non siete lì per sfidarlo ma per consigliargli ciò che è meglio.