
A settembre era rimasto solo dopo la perdita della compagna, e ora per superare la solitudine sono arrivati dall'Olanda altri 20 ibis scarlatti. È la storia di Rojo, l'ibis scarlatto (Eudocimus ruber) del Parco Natura Viva di Bussolengo, in provincia di Verona.
La storia di Rojo

Rojo era rimasto solo alla fine di settembre, quando la sua compagna storica è scomparsa. L'ibis scarlatto però è una specie gregaria e per salvaguardarne il benessere è necessaria la presenza di più esemplari. Dal punto di vista sociale, l’ibis scarlatto è un animale fortemente gregario che ama muoversi in stormi numerosi. Inoltre, la solitudine per Rojo è particolarmente pesante perché un maschio tende ad accoppiarsi con più femmine.
Nel giro di quattro settimane, quindi, 20 ibis scarlatti sono sbarcati al parco Natura Viva e – dopo i controlli di routine – Rojo ha potuto riprendere la propria vita sociale in uno dei gruppi più ampi d’Italia. Proveniente dal Gaia Zoo di Kerkrade, in Olanda, il nuovo gruppo è stato accolto senza alcuna difficoltà, tanto da non mostrare più differenze tra l’abituale residente e i nuovi arrivati.
Tutti e ventuno adesso si trovano in una nuova grande voliera “a doppio piano”, che si estende per oltre 200 metri quadrati e che permette di osservare la più sgargiante tra le tutte le specie di ibis, come si evince dal nome.
Durante i primi giorni nella loro nuova casa, i 21 uccelli hanno preferito ambientarsi osservando dall’alto, iniziando solo dopo a esplorare il terreno. Con la speranza, da parte dello staff del parco, che trovino confortevole anche la “nursery” dedicata ai nidi, dove poter deporre le uova, una parte fondamentale per la conservazione della specie.
L'esperta: "Attività umane principale minacce per l'ibis scarlatto"
"La progressiva perdita di habitat – spiega Caterina Spiezio, responsabile Ricerca in ambito Animale di Fondazione Zoom – coinvolge tutto l’areale dell’ibis scarlatto, che va dalle isole caraibiche di Trinidad e Tobago (dove quest’uccello è impresso nello stemma nazionale) fino al Brasile meridionale. E tocca le foreste di mangrovie, le lagune costiere, gli estuari e le paludi salmastre".
L'habitat dell'ibis scarlatto infatti è uno degli ecosistemi più fragili e minacciati al mondo: "Tutte quelle zone umide fondamentali, dove gli esemplari possono cercare il cibo sondando fango e acque basse con il loro inconfondibile becco arcuato alla ricerca di piccoli crostacei, insetti acquatici e molluschi, costruire i nidi tra i rami e condurre una vita gregaria all’interno dei loro gruppi sociali. Anche per questa specie, è la conversione del suolo da parte delle attività umane il problema principale, aggravato da una crisi climatica che non accenna ad invertire la tendenza”.
Chi è l'ibis scarlatto (Eudocimus ruber) e perché è così raro

L’ibis scarlatto (Eudocimus ruber) è un uccello acquatico appartenente alla famiglia dei Treschiornitidi, la stessa di cui fanno parte il rarissimo ibis eremita (Geronticus eremita) e la specie invasiva in Italia dell'ibis sacro (Threskiornis aethiopicus).
Lo scarlatto si distingue dagli altri cugini per l'inconfondibile esplosione di colore che caratterizza il suo piumaggio, la stessa esplosione che caratterizza anche le zone umide costiere del Sud America orientale, dove è diffuso. La bellezza però non basta a salvarlo: dal 1970 si registra una perdita di oltre il 20% delle zone umide ancora presenti nel mondo, mentre circa il 25% di quelle rimaste si trova in condizioni ecologiche scadenti.
Questo ha influito sul trend della popolazione, in diminuzione secondo l'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Attualmente, lo stato di conservazione è classificato come “Rischio minimo”, tuttavia la specie affronta minacce crescenti a livello locale: distruzione dell’habitat, inquinamento delle zone umide, raccolta di uova o cattura per il commercio illegale rappresentano problemi reali. Il risultato è che alcune popolazioni, specialmente nelle aree costiere, mostrano un rapido declino numerico, come in Brasile dove alcune colonie isolate sono sempre più fragili.