
"Egregio Signor Presidente, sono Omar Lavanna, Sindaco di Mercatino Conca, un piccolo comune nella provincia di Pesaro e Urbino, al confine con l’Emilia Romagna e lo Stato della Repubblica di San Marino. Mi permetto di scriverLe per chiedere il Suo aiuto nell’affrontare una situazione che sta portando il nostro ente in estrema difficoltà. Purtroppo da svariati anni Mercatino Conca sembra essere la destinazione prescelta da molti per abbandonare i propri cani, siano essi cuccioli o esemplari adulti, con un incremento esponenziale degli abbandoni a partire dalla fine della pandemia".
Inizia così la lettera inviata al Presidente della Repubblica dal Primo Cittadino del piccolo Comune di mille abitanti che oggi si trova in una situazione che mai prima ha dovuto affrontare e che riguarda la gestione di nove Pitbull che sono stati sequestrati a una donna che li deteneva in condizioni non adeguate a garantire il loro benessere psicofisico. Ma il problema principale di questi cani, in realtà, è proprio essere di una razza che viene puntualmente ghettizzata, tanto che non hanno ricevuto nel tempo alcuna richiesta di adozione e ad oggi "pesano" sulle casse dell'ente pubblico migliaia di euro all'anno.

Sindaco, cosa è successo?
E' una storia che purtroppo va avanti da tanto tempo e che oggi non riusciamo più a gestire, soprattutto pensando al futuro. Nel 2023 una signora di origine siciliana era venuta ad abitare nella nostra zona e aveva messo su un allevamento abusivo di Pitbull. All'epoca aveva 16 cani che, dopo diversi controlli fatti dalla Asl locale e dai Carabinieri, risultavano in una condizione di degrado e abbandono. Eravamo riusciti a convincerla e a farne adottare quattro ma lei ha continuato ad avere problemi nella gestione degli altri fin quando uno degli animali è fuoriuscito e ha attaccato e ucciso un cane che era a passeggio con il suo proprietario. Sono stati dunque tutti sequestrati: ne rimanevano 10, uno non è sopravvissuto per le condizioni in cui era stato detenuto e gli altri nove li abbiamo portati nei canili con cui siamo collegati ovvero a Urbino, Pesaro e Fano.
E da quel momento in poi però cosa è cambiato per il Comune?
Che nonostante le campagne di adozione che abbiamo fatto sul nostro territorio, tra cui anche proporre uno sconto pari fino a 2000 euro sulla tassa dei rifiuti, nessuno li ha voluti. E questo lo attribuisco al fatto che sono dei Pitbull e le persone hanno paura a prenderli in casa. Per un'amministrazione come la nostra, però, è un peso economico insostenibile.
In che senso? Non è una voce di bilancio prevista considerando che sono i Comuni che devono farsi carico della tutela e del benessere degli animali d'affezione senza riferimento umano?
Assolutamente sì, ma non per un Comune piccolo come il nostro in cui questa voce di bilancio non era prevista. Le spiego: abbiamo avuto pochissimi casi che ci hanno portato a rivolgerci alle strutture convenzionate fuori comune, appunto perché per un ente piccolo come il nostro non c'è mai stata nessun numero esorbitante da gestire in casi di cani da seguire. Con i meticci che abbiamo recuperato sul territorio, infatti, sono sempre andate a buon fine le adozioni o nei rari casi in cui ci siamo rivolti ai canili cui facciamo riferimento non è stato un grande peso per le nostre casse. Ma adesso la situazione è drammatica.
Quanto costa al Comune mantenere questi nove Pitbull?
Paghiamo 10 euro al giorno più iva cadauno, significa 42 mila euro all’anno. Se questi cani non verranno adottati, cosa sempre più evidente e probabile, a lungo andare e ragionando sull'aspettativa di vita anche solo fino a dieci anni – e ora hanno tra i 3 e i 4 anni – possiamo arrivare anche a spendere mezzo milione di euro per il loro mantenimento.
E' però in capo ai Sindaci e ai Comuni tutelare il benessere degli animali e, di conseguenza, provvedere al loro mantenimento…
Sì, certo, e non ci siamo mai tirati indietro nel farlo. Abbiamo già due cani che sono gestiti a livello di convezione attraverso l'accordo tra i Comuni con il canile di Urbino per far fronte a queste situazioni. Ma ora si sta parlando di una situazione fuori dall'ordinario e per forza di cose, proprio per mantenere fede a questo obbligo, saremo costretti a prendere i fondi da altre attività che riguardano la popolazione umana. Non sto facendo un confronto o dicendo quale sia il modo più giusto per investire i soldi ma mi sono rivolto al Presidente della Repubblica perché non venga meno il principio di sussidarietà.
Ecco, lei ha scritto anche al Capo dello Stato, perché?
Perché le sto provando tutte per far capire in che situazione ci troviamo e proprio rispetto a quello che lei ha sottolineato vorrei porre l'attenzione sul fatto che è come se fosse la stessa cosa per cui ci si rivolge alla Regione per avere supporto economico, ad esempio, per un minore abbandonato nel piano dell’ambito sociale che fa riferimento alla regione: in quel caso chiediamo un contributo che otteniamo ma sugli animali non c'è qualcosa di simile a cui fare riferimento.
Ha ricevuto qualche risposta dalla Regione e cosa chiedete dunque?
No, per questo mi sono rivolto pure al Presidente Mattarella ma ad oggi la situazione è sempre la stessa. Chiediamo che la Regione nel proprio bilancio metta una somma pari al sostentamento di questi animali finche sono in vita o che lo faccia, appunto, il Sistema sanitario nazionale.
Si è rivolto ad associazioni o rescue che si occupano di questa tipologia di cani?
Sì ma anche in questo caso chi abbiamo contattato ad oggi non ha dato segni di interesse e anche in questo senso spero che attraverso anche la visibilità mediatica che ci state dando si faccia avanti qualcuno che possa prendersi cura di questi cani.
Se ci fosse qualcuno che vuole prendersi cura dei cani o valutare di adottarne uno, con chi deve parlare?
Con la Dottoressa Francesca Ferri, chiamando lo 0541 970516.
