
Come tutti i rettili, anche i serpenti sono animali a sangue freddo e non possono quindi regolare autonomamente la propria temperatura corporea. Per muoversi, attivarsi, cacciare e mantenere "acceso" il proprio organismo dipendono interamente da quella dell'ambiente in cui vivono. Quando perciò arriva l'inverno e le temperature si abbassano, per molti di loro la vita rallenta fino quasi a fermarsi.
Entrano così in uno stato molto simile al letargo, una fase di latenza invernale chiamata anche brumazione nei rettili e durante la quale il metabolismo si riduce al minimo, il battito cardiaco rallenta e il serpente si rifugia in luoghi riparati in attesa del ritorno della primavera.
Ma non tutti i serpenti lo fanno. La loro risposta al freddo, infatti, varia moltissimo a seconda della specie e soprattutto dell'ambiente in cui vivono e si sono evoluti. Dove l’inverno è rigido e le risorse diventano scarse come qui in Europa, la latenza è una strategia di sopravvivenza indispensabile; ma nelle regioni tropicali o equatoriali, dove il clima resta stabile praticamente tutto l'anno, molti serpenti, così come gli altri animali, restano attivi in ogni stagione.
Quali serpenti vanno in letargo?

In natura non esiste quasi mai una regola valida sempre, per tutti e in ogni luogo. Le specie che vivono in aree temperate o con forti escursioni termiche stagionali sono naturalmente costrette ad adattarsi al freddo e spesso lo fanno interrompendo la loro attività per diversi mesi. È il caso, per esempio, della vipera comune (Vipera aspis) o del biacco (Hierophis viridiflavus), due tra i serpenti più diffusi anche qui in Italia.
Con l'arrivo dell'autunno e dei primi freddi questi e tutti gli altri serpenti "italiani" cercano rifugio sotto rocce, tra i tronchi o nelle tane abbandonate di piccoli mammiferi, dove possono restare "in pausa" fino alla fine dell’inverno. Lo stesso accade a molte specie altre specie dell'emisfero settentrionale, come quelle asiatiche e nordamericane. Il serpente giarrettiera (Thamnophis sirtalis), per esempio, è famoso per formare durante il letargo enormi aggregazioni comune in tane chiamate hibernacula composte anche da centinaia di individui.

Al contrario, i serpenti che vivono ai tropici o nelle zone equatoriali, dove le temperature e la disponibilità di prede restano pressoché costanti, non hanno bisogno di entrare in letargo. Specie come il pitone reale (Python regius), originario dell'Africa subsahariana o il boa constrictor dell'America centrale restano praticamente attive tutto l’anno, alternando solo periodi di maggiore o minore attività in base all'umidità, alla temperatura o alla stagione delle piogge.
Anche in questi ambienti, però, non mancano comportamenti in un certo senso stagionali, ma per motivi completamente opposti. Se i serpenti dipendono interamente dalla temperatura esterna, non è solo il freddo a creare problemi, ma anche il troppo caldo. Dove infatti le temperature possono salire davvero troppo, alcune specie possono ridurre la loro attività in estate, invece che in inverno, durante i periodi più secchi o caldi. Si chiama estivazione ed è l'equivalente estivo del letargo.
Cosa succede ai serpenti durante la latenza invernale

Durante la latenza invernale, i serpenti si rifugiano in luoghi protetti dal freddo, dalle intemperie e dai predatori. Di solito si tratta di cavità nel terreno, crepe nelle rocce, tane abbandonate, o intercapedini sotto le radici degli alberi. L'obiettivo è mantenere una temperatura il più possibile stabile, spesso appena sopra lo zero, lontano da sbalzi termici, intemperie e predatori. In questa modalità "a risparmio energetico" il loro metabolismo rallenta drasticamente e l'animale rimane vigile, ma pressoché immobile.
Come per il vero letargo o ibernazione, il battito cardiaco può ridursi a poche pulsazioni al minuto, la respirazione diventa quasi impercettibile e il rettile smette di alimentarsi completamente. Le riserve energetiche accumulate nei mesi precedenti vengono consumate lentamente, quanto basta per mantenere attive le funzioni vitali di base al minimo indispensabile. Dipendendo strettamente dalle temperature, può comunque capitare che in giornate particolarmente calde si "risveglino" per un attimo per mangiare o crogiolarsi al Sole.
Quando poi le giornate cominciano ad allungarsi e le temperature medie diventano più tiepide, i rettili comincia a "svegliarsi" del tutto, a fare sunning o basking – i bagni di sole – per riscaldarsi e riattivare gradualmente il metabolismo. Alle nostre latitudini e a quote non troppo elevate, questo periodo coincide solitamente con le prime giornate primaverile, tra marzo e aprile, e anche con l'inizio della stagione degli accoppiamenti e della riproduzione. Pronti a dare il via a un ciclo annuale che funziona e va avanti da migliaia di anni.