
La morte è parte di un percorso che facciamo attraversando la vita. Per molte culture, poi, si tratta appunto non della fine ma di un passaggio verso qualcos'altro che in Messico vede accanto alle persone scomparse un compagno fedele che fa da guida: il cane.
Dal 31 ottobre al 1 novembre, mentre in tutto il mondo è ormai Halloween a fare da collante nei festeggiamenti, nel paese del Centro America non è mai la tradizionale celebrazione dei "Dìa de los Muertos", che si tiene tra il 28 ottobre e il 2 novembre e in cui vengono commemorati i defunti di ogni età.
Ed è proprio la notte tra il primo e il due novembre che diventa il momento "sacro" dell'unione tra il mondo dei vivi e di chi non c'è più, il cui ponte che consente di attraversare il confine tra il reale e l'aldilà è simboleggiato dal ruolo del cane. Si tratta però non di un cane qualsiasi, ma dello Xoloitzcuintle, anche detto "Xolo" in Messico mentre nel resto del mondo è conosciuto anche come "Cane nudo messicano".
Che ruolo ha il cane durante il "Dìa de los muertos"
Nella notte tra il primo e il due novembre il confine tra i vivi e i morti diventa più labile e le anime di chi è andato nell'Aldilà possono tornare nel mondo a cui appartenevano per andare a trovare i loro cari. I morti hanno però un ordine da rispettare: prima tocca ai piccoli, alle cosiddette "ánimas chiquitas" a cui vengono lasciati giocattoli, cibi preferiti e anche il latte. Poi, la notte dopo, è il turno degli adulti.
Ad accompagnare gli uni e gli altri, però, c'è sempre un compagno fedele: un perrito che scodinzolando protegge e mostra la via che conduce da una parte all'altra. Solo il cane, infatti, sa qual è la strada giusta e sa guidare i morti dai vivi e permettere che possano salutarsi l'un l'altro.
La tradizione affonda radici nella cultura azteca in cui, similmente alla mitologia greca e romana in cui il Lago d'Averno era considerato un accesso al mondo dei morti, è il fiume Chiconahuapan a condurre a Mictlán, il luogo in cui finisce chi è trapassato.
Proprio perché si tratta di un viaggio complesso e oscuro, la cultura ancestrale messicana vuole che ogni anima sia accompagnata da un cane che sa dove andare e riesce così a non far sperdere il suo umano di riferimento. In antichità, infatti, in molte tombe le persone venivano seppellite con un cane accanto, proprio per garantire al morto di riuscire ad attraversare il Chiconahuapan.
Ogni anno, dunque, il patto tra cani e uomini viene rinnovato nel Día de los Muertos e non è un caso che sugli altarini che vengono preparati nelle abitazioni ci sia sempre la statuetta di un cane ad accogliere le anime e in ricordo del ruolo fondamentale del piccolo e coraggioso Xolo.
Chi è lo Xoloitzcuintle nella tradizione messicana
Il motivo della venerazione di questi cani risiede così nel fatto che sono considerati i guardiani degli spiriti, destinati a guidare i morti attraverso il lungo e difficile percorso verso la città dei defunti: Mictlan. Ma la regola non vale per tutti: per avere accanto un compagno fedele come un cane bisogna esserne degni.
Secondo la leggenda, infatti, se durante la sua vita l'essere umano ha trattato male gli animali, il Cane nudo si rifiuterà di aiutarlo e senza il suo supporto è praticamente impossibile superare il fiume dell'Aldilà. Ma di fronte a persone dal buon cuore che hanno amato le altre specie della Terra, lo Xolo carica la sua anima in spalla, per portarla al sicuro.
Lo Xoloitzcuintle è una delle razze più antiche che si conoscono. La sua morfologia è unica e molto particolare: non ha pelo, gli occhi sono languidi e profondi e tipicamente ha una temperatura basale molto alta tanto che in antichità si riteneva che il contatto con questo cane fosse utile per guarire alcune patologie grazie al calore che emana.
Il "Cane nudo messicano" è un vero è proprio simbolo nazionale ed è stato protetto nel corso del tempo dal rischio che si estinguesse. Al termine del XIX secolo, infatti, il consumo di carne di questo cane ne causò quasi la scomparsa ma dai pochi individui sopravvissuti si riuscì a ripopolare il Paese del suo "cane simbolo".
Tra il 1800 e il 1900, ovvero nell'epoca in cui il concetto di razza prese piede, furono recuperati 4 maschi e 6 femmine che diedero vita vita alle nuove generazioni di Xoloitzcuintle. Anche gli artisti Frida Kahlo e Diego Rivera nelle loro opere hanno dato molto spazio allo Xolo, spesso presenti nelle tele della pittrice e del pittore messicano.

Nel cartone animato "Coco", infine, c'è stata la celebrazione internazionale del "Giorno dei morti" e del ruolo fondamentale del cane nella cultura messicana. La Pixar ha infatti reso omaggio allo Xolo attraverso il personaggio del cane Dante che appunto accompagna il bambino protagonista nel mondo dei mort.