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Anche i crostacei soffrono, provano dolore, e forse anche paura. Eppure costantemente vengono torturati e brutalizzati come non è possibile fare per nessun altro animale. Per questo è nata "Dalla parte dei crostacei", una piattaforma comune dedicata alla tutela dei crostacei decapodi come granchi, aragoste e astici.
Si tratta di una coalizione che coinvolge 9 associazioni di tutela animale tra le più importanti in Italia con l'obiettivo di promuovere una serie di regole minime per il benessere di granchi, astici e aragoste. Si tratta degli unici animali senzienti che possono essere esposti e venduti vivi al consumatore, per poi finire – sempre vivi – in pentola.
Per fare chiarezza abbiamo raggiunto il biologo marino specializzato in acquacoltura, Lorenzo Fruscella, coordinatore della coalizione: "A nessuno importa di questi animali anche se da tempo la scienza dice che provano dolore e sentimenti".
L'esperto: "I crostacei provano dolore nell'acqua bollente"
La coalizione "Dalla parte dei crostacei" è nata da una campagna durata 2 anni e mezzo, e durante questo periodo ha raccolto l'adesione di Animal Law Italia (ALI), Animal Equality Italia, CIWF Italia, ENPA, Essere Animali, LAV, LEAL, LNDC Animal Protection e OIPA.
Oggi, insieme, le associazioni hanno sottoscritto un manifesto con le richieste urgenti rivolte al Governo e al Parlamento per tutelare i crostacei decapodi come granchi, astici e aragoste. "L'unione fa la forza -spiega Fruscella – ci siamo resi conto che la nostra voce è amplificata dalla creazione di una rete. Tutte le pratiche alle quali sono sottoposti questi animali in Italia sono barbariche. È possibile vendere un crostaceo vivo al consumatore e questo può portarlo a casa e farne quello che vuole: smembralo e cuocerlo vivo".
Uno studio tedesco pubblicato nel 2016 ha dimostrato che i crostacei restano coscienti per lungo tempo dopo l’immersione in acqua bollente: "L'intensa attività neurale degli astici continuava fino a 150 secondi, questo suggerisce 2 minuti e mezzo di sensibilità continua".
Ma questa non è la sola crudeltà a cui sono sottoposti: "Tenerli vivi a diretto contatto con il ghiaccio come si vede comunemente nelle pescherie comporta grande sofferenza".
Fruscella è uno specialista scientifico di animali acquatici. Dopo diversi anni di lavoro tra Stati Uniti e Scozia, dove si è formato in acquacoltura, e un dottorato a Londra, ha scelto di mettere le sue competenze di scienziato al servizio del benessere animale. "Si tratta di esseri senzienti – sottolinea – Significa che sanno sperimentare coscientemente il dolore. I crostacei possono soffrire e sono coscienti del dolore che sentono".
La prova arriva da numerose ricerche scientifiche: "I granchi a cui è stata asportata una chela toccano il punto dell'amputazione, come faremmo noi. Non è una risposta istintiva, ma sono coscienti e sentono dolore come fanno altri animali. Per questo chiediamo che abbiano le stesse tutele di uccelli e mammiferi".
Lo status di esseri senzienti per i crostacei è stato riconosciuto in Inghilterra nel 2021. Altri paesi europei si sono mossi in modo analogo: "In Svizzera è vietato vendere crostacei decapodi vivi al consumatore; lo stordimento è obbligatorio in Nuova Zelanda. In Norvegia, Austria e in alcune regioni dell'Australia vi sono regolamenti che tengono conto del loro benessere".
"Noi non riteniamo che le nostre richieste per il riconoscimento di un trattamento più equo siano estreme dato che diversi paesi le hanno accettate", conclude l'esperto.
Quali sono le richieste degli attivisti
La pesca di questi animali a livello globale sta crescendo più velocemente di quella di qualsiasi altro gruppo di animali. È quindi urgente secondo gli attivisti introdurre una disciplina nazionale che li protegga adeguatamente, in linea con le più recenti e attendibili evidenze scientifiche. È questo un caso in cui è necessario attuare quanto previsto dall’articolo 9 della Costituzione italiana, che stabilisce in capo allo Stato il dovere di disciplinare i modi e le forme di tutela degli animali.
Attraverso il loro manifesto, gli attivisti di "Dalla parte dei crostacei" chiedono di:
- Il divieto di detenere crostacei decapodi vivi a diretto contatto con il ghiaccio o in acqua con ghiaccio, considerato che questa pratica causa sofferenze ed è un pericolo per la loro salute e benessere;
- Il divieto della bollitura dei crostacei decapodi da vivi (compreso il lento innalzamento della temperatura dell’acqua), dato che ciò apporta sofferenze prolungate;
- Il divieto della vendita diretta al consumatore di crostacei decapodi vivi (incluso l’acquisto online), dato che in questi casi non può essere accertato in che modo gli animali vengano tenuti, maneggiati e uccisi, rappresentando dunque un rischio per il loro benessere;
- Che i crostacei decapodi siano riconosciuti dalla legge come esseri senzienti, capaci di provare dolore e sofferenza al pari di altri animali già riconosciuti come tali, come mammiferi e uccelli, considerando le numerose evidenze scientifiche a supporto di ciò.
"Queste richieste – spiegano – costituiscono soluzioni di facile applicazione, in parte già implementate in altri paesi. Chiediamo quindi che anche l'Italia recepisca le crescenti richieste della società a favore di questi animali, diventando così un modello virtuoso per il resto del mondo".