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24 Maggio 2025
13:56

Maltrattamento di animali e associazione a delinquere: chiuse indagini sull’Università di Catanzaro

Sono 32 gli indagati nell’inchiesta "Grecale" sull’Università di Catanzaro, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, corruzione e maltrattamento di animali nei laboratori dove si trovavano cavie vive. Coinvolti docenti, veterinari e l'ex rettore.

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Associazione per delinquere, maltrattamento e uccisione di animali, corruzione. Sono queste alcune delle ipotesi di reato mosse, a vario titolo, nei confronti di 32 persone nell'ambito dell'inchiesta sull'università Magna Graecia di Catanzaro. Con la notifica di chiusura delle indagini preliminari la Procura ipotizza  gravi illeciti nella gestione di due laboratori con cavie vive all'interno dell'ateneo.

L'indagine della Procura nei confronti dell'Università di Catanzaro

Lo scorso 15 gennaio la Guardia di finanza aveva eseguito un'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari nei confronti di diversi docenti e ricercatori dell'università di Catanzaro, insieme ad alcuni veterinari in servizio nell'Azienda sanitaria provinciale. Nell'ambito dell'inchiesta denominata "Grecale" era stata infatti rivelata la presenza di un'associazione per delinquere che avrebbe sfruttato e ucciso gli animali, prevalentemente roditori, all'interno dei laboratori dell'ateneo.

Gli illeciti avrebbero visto la partecipazione dell'ex rettore, Giovambattista De Sarro, e anche del presidente dell'organismo preposto al benessere degli animali (Opba), Domenico Britti. Ogni istituto di ricerca che utilizza animali deve avere un Opba che vigili sulla eticità dei progetti e sul benessere degli animali stessi. A Catanzaro, però, non sarebbe stata usata alcuna cura nei confronti delle cavie, anzi, secondo la Procura sarebbero state condotte attività "gravemente lesive della salute animale".

Sono 16 le associazioni e istituzioni riconosciute come parti offese che potrebbero costituirsi parti civili nel caso di rinvio a giudizio. Tra queste è presente anche il ministero della Salute insieme a 14 associazioni ambientaliste, compreso il Partito Animalista Italiano, tra i primi a denunciare i fatti di Catanzaro.

Il Partito Animalista: "Servono maggiori controlli anche nelle Università"

"Si tratta di uno scandalo molto più grande di quello che si creda, anche rispetto a quello che sta filtrando sui media – spiega a Fanpage.it l'avvocato Cristiano Ceriello, presidente del Partito Animalista Italiano – Come ogni caso di cronaca in cui sono coinvolti gli animali, anche in questo si tende a minimizzare un fenomeno grave. Stando alle indagini condotte sui metodi con cui l'Università di Catanzaro avrebbe usato gli animali nei suoi laboratori, sappiamo che sono stati compiuti atti molto gravi di maltrattamento. Questo dimostra che c'è bisogno di maggiori controlli anche all'interno di queste strutture".

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