;)
In primo piano il solito cagnolino tenuto in braccio che, pazientemente, si offre come testimonial di un messaggio purtroppo ancora da porgere alla cittadinanza, anche quest'estate, da parte di due poliziotte: no all'abbandono dei cani. E' stato pubblicato il nuovo spot della Polizia di Stato in cui le agenti hanno lanciato l'hashtag #senontiportononparto e Il messaggio di quest'anno è focalizzato sul divulgare il cambiamento avvenuto all'interno del nuovo Codice della Strada che ora prevede sanzioni pesanti e anche una nuova fattispecie di reato collegata al gesto di abbandonare un cane se l'animale poi è ‘causa' di un incidente.
“Hai già programmato le vacanze? E al tuo amico a quattro zampe ci hai pensato?”, dicono alternandosi le rappresentanti delle forze dell'ordine, puntando su ciò che continua a sembrare l'unico modo per colpire nel segno, secondo l'attuale compagine governativa: battere sulle pene a cui si va incontro se si commette quello che è, da tempo, un vero e proprio reato. Nel video, infatti, mentre il cane Teo rimane, non impassibile ma visibilmente anche un po' stressato a occhi esperti, ad ascoltare le voci delle due donne, ecco che si ricorda a chi guarda che l'abbandono comporta pene come la sospensione della patente da sei mesi a un anno, con l'arresto fino ad un anno o con il pagamento di un'ammenda da mille a 10 mila euro.
Senza nulla togliere al buon intento di sensibilizzazione, sembra però allo stesso tempo retorico doverlo sottolineare che non si deve abbandonare nessuno e non aggiungere qualcosa in più che vada sull'educativo e non solo sul coercitivo nei confronti degli esseri umani in questo caso. Ci mancherebbe, del resto, se nemmeno questi video istituzionali fossero fatti ma fermandosi allo spot, anzi, a tutti gli spot che sono ad oggi stati proposti da qualsiasi compagine politica fosse a capo del paese, hanno tutti avuto un unico risultato: in Italia si continuano ad abbandonare i cani e a riempire i canili.
Questo è un dato di fatto, semplicemente tragico ed evidente a tutti. E se funzionerà davvero punire con maggiore severità lo vedremo solo guardando quanti soggetti ci sono in più o in meno nei canili del Belpaese alla fine di quest'altra stagione… ma il punto è davvero un altro. Perché c'è da farsi una domanda su tutte, in realtà: se le persone sono intenzionate a mollare il cane per fare le ferie, quanto è giusto che quegli animali rimangano in famiglie che non li rispettano e non li amano solo perché hanno paura della punizione? Che tipo di vita mai possono condurre questi quattro zampe in contesti da cui chi dovrebbe essere il loro punto di riferimento era… in punto di lasciarseli alle spalle per sempre e non l'ha fatto perché la punizione ha fatto da deterrente?
Ecco, di fronte a queste "campagne di sensibilizzazione" forse ci si dovrebbe concentrare di più sul target a cui si vuole fare riferimento e raggiungerlo in altro modo o escluderlo completamente e lavorare su chi ancora può essere guidato a quella che rimane l'unica, vera alternativa per fermare la piaga dell'abbandono: agire culturalmente in prevenzione con campagne, queste sì, di responsabilizzazione all'adozione o anche all'acquisto consapevole.
E poi nel nostro paese l'abbandono è un reato da tantissimo tempo e le cose sono cambiate: è vero che ancora molti lasciano i cani in mezzo alle campagne ma scordiamoci che sia quotidiana la scena del cane legato a un palo in autogrill: in tanti hanno scoperto l'istituto della cessione di proprietà, un abbandono legalizzato che il legislatore aveva ipotizzato solo per gravi motivi ma che è diventato quasi la normalità in tutto il Paese, soprattutto nel Settentrione.
L'articolo 727 del Codice penale, poi, tornando al reato lo ha sancito appunto da anni, mentre il riferimento nel video della Polizia al nuovo Codice della strada sarebbe dovuto essere fatto con estrema precisione rispetto a quale fattispecie si deve configurare per arrivare al penale. E si tratta di una casistica che nulla ha a che fare con il cane in quanto tale, che continua a non essere considerato soggetto di diritto. Il reato, infatti, di cui si parla in questo caso è quello dell'omicidio colposo, qualora sia conseguenza dell'abbandono e l'animale abbia suo malgrado contribuito a causare un incidente stradale. Non si tratta, dunque, di qualcosa che va a “protezione dell’animale” in sé, ma della tutela della nostra specie quando siamo a bordo di un veicolo.
Siamo pieni di campagne di sensibilizzazione, diciamoci la verità. Non solo della Polizia ma da parte di tantissimi enti, associazioni, singoli influencer e altri personaggi noti che veicolano lo stesso messaggio: non abbandonate i cani. Tutto legittimo, tutto di assoluto e grande valore morale ma così continuiamo a parlare tra di noi, tra chi è già attento e mai e poi mai abbandonerebbe un membro della famiglia quale il cane è. Nella realtà e nella sostanza, dunque, finché non si cambia proprio il messaggio non vedremo mai i canili vuoti perché non bastano le parole, per di più dirette a chi non vuole sentire, ma servono piani strutturati e idee chiare. Serve divulgare la conoscenza della specie, serve far capire che vivere con un cane è un onere oltre che un onore, serve supporto economico per le famiglie che desiderano davvero averne uno accanto ma che non possono sostenere spese mediche quando necessarie che non sono "passate dalla mutua" e servono anche supporti concreti a chi lavora nei canili e nei rifugi. Se non c'è educazione non c'è cambiamento e il primo passo è andare nelle aule scolastiche: lì sì che possiamo anche spiegare le pene ma per far capire ai giovani che lo Stato c'è bisogna che si lavori su più fronti e a valle, non a monte.