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Perdere una zampa, per la maggior parte degli animali, è quasi sempre una condanna a morte, ma per una tarantola, invece, non sembra essere affatto una tragedia. Per questi ragni perdere una o due delle loro otto zampe è quasi una routine. In natura, infatti, può capitare che un arto rimanga incastrato durante una muta o venga danneggiato durante una fuga o una lotta malriuscita. E allora l'unica soluzione è quella più drastica: l'autotomia, ovvero la perdita volontaria dell'arto. Tanto riescono comunque a correre (e poi ricrescono).
Ma come fanno a cavarsela senza due delle loro otto zampe? Continuano a muoversi come se niente fosse? E soprattutto, imparano un nuovo modo di camminare, oppure si adattano sul momento? A queste domande ha provato a rispondere un gruppo di ricercatrici e ricercatori dell'Università di Temple, negli Stati Uniti, attraverso uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Biology. Protagoniste dell'esperimento sono state alcune giovani tarantole guatemalteche (specie Davus pentaloris), sottoposte a un test tanto curioso, quanto affascinante.
Un esperimento sulle zampe (perdute)
Il team guidato da Tonia Hsieh ha chiesto alle tarantole di fare quello che sanno fare meglio: correre. Solo che, prima di farlo, le hanno "convinte" a perdere due zampe – precisamente quella anteriore destra e quella posteriore sinistra – incollandole momentaneamente a un cartoncino per poi lasciar fare alla natura. Le tarantole, infatti, si sono liberate da sole degli arti, come spesso accade anche in natura. Per loro non è un grosso problema, anche perché poi ricrescono.
Una volta "menomate", sono state filmate dall'alto mentre correvano. Dopo qualche tempo, sono state lasciate rigenerare gli arti (che ricrescono in circa un mese, almeno nei giovani individui), per poi ripetere l'esperimento. Infine, sono tornate a perdere le stesse due zampe, per vedere se la loro capacità di correre migliorava col passare del tempo. I risultati hanno sorpreso anche gli autori: le tarantole non imparano un nuovo modo di camminare dopo la perdita degli arti, né migliorano con l'esperienza.
Per un tarantola perdere una o due zampe è quasi routine

Dai test è emerso che questi ragni riescono a correre con la stessa velocità anche senza gli arti, proprio come se niente fosse accaduto. E lo fanno non grazie a una tecnica precisa, ma con una serie di combinazioni piuttosto creative. Le tarantole non seguono infatti uno schema fisso, ma mischiano vari stili di locomozione. Alcune volte procedono come se stessero zoppicando, alternando due e quattro zampe a terra. Altre volte si muovono come formiche, usando tre zampe per volta.
In pratica, non esiste un unico modo "giusto" per camminare con sei zampe. Le tarantole fanno quello che serve, quando serve, adattando ogni passo alla situazione. Non rispettano neanche i pattern classici dell'andatura da otto zampe e possono tenere un arto al suolo più a lungo o sollevare un altro prima del previsto. E c'è un altro dettaglio interessante: quando sono "ridotte" a sei zampe, le tarantole sembrano affidarsi soprattutto a quelle posteriori, fondamentali per la propulsione.
L'incredibile adattabilità delle tarantole
In pratica, le tarantole che hanno perso le zampe, fanno un po' come gli pare, scegliendo anche su quali degli arti rimasti fare più affidamento in base alla necessità. È un po' come se sapessero che per esempio, per mantenere la spinta, devono contare di più su le zampe posteriori, mentre in altre occasioni su altre. Lo studio, condotto anche grazie all'aiuto di fisici e matematici, mostra in fondo una verità molto più ampia: la natura non ama quasi mai gli schemi rigidi e le regole fisse.
Le tarantole non "reimparano" a correre ma, seguendo la più darwiniana delle regole, si adattano. Ogni corsa è diversa e non esiste un modello unico per farcela e sopravvivere. E per un animale che vive in un mondo che cambia costantemente, pieno di pericoli, predatori e ostacoli, saper sopravvivere senza dovere seguire regolo fisse, può fare la differenza nel riuscire a sopravvivere anche agli incidenti e agli imprevisti. Anche se hai solo sei zampe invece di otto.