
Il macaco cinomolgo (Macaca fascicularis), tra le scimmie più usate per la sperimentazione scientifica, è in pericolo di estinzione. La IUCN, l'ente internazionale che redige la Lista Rossa delle specie a rischio, ha confermato il pericolo rigettando le richiesta di miglioramento dello status di conservazione arrivate dall'industria biomedica statunitense.
Perché la scimmia più usata nella ricerca scientifica è a rischio di estinzione

Secondo l'ultima valutazione della IUCN, l'andamento di crescita della popolazione in natura è decrescente. La riduzione è stimata in una forbice del 50-70% solo negli ultimi decenni. Il problema principale è legato alla perdita dell'habitat, e soprattutto al prelievo illegale e al commercio internazionale.
A pesare sulla conservazione del macaco cinomolgo c'è anche l'elevata domanda per la ricerca scientifica. Proprio questa richiesta, secondo le associazioni di tutela animale internazionali, avrebbe alimentato il commercio illegale e prelievo in natura, fenomeni che aggravano la vulnerabilità della specie nel suo complesso.
Tuttavia, secondo la National Association for Biomedical Research, non-profit statunitense attiva nel campo della sperimentazione animale, la classificazione della IUCN sarebbe il frutto di "dati utilizzati in modo improprio". Con il cambio di status il macaco sarà soggetto a una protezione più rigorosa che potrebbe limitare l'impiego in laboratorio. Questa prospettiva rappresenta un problema per chi si occupa di sperimentazione, come hanno fatto notare dall'associazione in una lunga lettera aperta.
Gli scienziati si sono opposti all'inserimento del macaco tra le specie in pericolo di estinzione sostenendo che questa scelta costituisce "azioni arbitrarie come questa rendono ancora più difficile condurre ricerche mediche salvavita negli Stati Uniti e in altri Paesi".
Chi è il macaco cinomolgo (Macaca fascicularis)
Il macaco cinomolgo è una specie di primate della famiglia dei Cercopitecidi, noto in lingua inglese anche come “macaco dalla coda lunga” in ragione proprio della coda piuttosto lunga che spesso supera la lunghezza del corpo stesso. La specie è diffusa prevalentemente nei paesi del Sud-est asiatico come Bangladesh, Myanmar, Thailandia.
Vivono nelle foreste pluviali costiere, nei mangrovieti, e nelle zone umide, tra gli habitat più a rischio del pianeta. Ci sono poi alcune isole, come Mauritius, in la specie è stata introdotta dall’uomo.