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4 Novembre 2025
16:21

Le mucche sentono freddo? Ecco come si riparano

Le mucche tollerano molto bene il freddo e soffrono maggiormente il caldo, grazie al mantello isolante e altri adattamenti fisiologici. Anche sotto pioggia o neve riescono a mantenere stabile la temperatura corporea e a pascolare come se nulla fosse.

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Le mucche sembrano non fregarsene del meteo e sono tra gli animali più resistenti al freddo

Le vediamo pascolare al sole cocente, sotto la pioggia, immerse nella nebbia o con la neve fino alle ginocchia. Le mucche sembrano quasi non fregarsene del meteo e sono infatti animali sorprendentemente resistenti al freddo. Anche con temperature sotto lo zero, vento forte e pioggia, riescono a mantenere una temperatura corporea stabile e a comportarsi come se nulla fosse. Questa grande capacità di resistenza è il risultato di una lunga storia di adattamento e selezione naturale.

La maggior parte dei bovini domestici discendono da antenati che si sono evoluti in climi molto mutevoli e dalla forte stagionalità, dove il freddo e le intemperie erano la norma in alcuni periodi dell'anno. Il loro corpo si è quindi "modellato" per resistere a queste condizioni, arrivando ad avere una temperatura critica inferiore, cioè il punto sotto il quale l'animale deve iniziare a produrre più calore per mantenere la temperatura corporea (che si aggira i 38 e i 39 °C) costante, estremamente basso.

Per una mucca adulta, in buone condizioni e con un mantello invernale ben formato, questa soglia può scendere anche a -10 o -15 °C. Significa che finché la temperatura dell’aria resta sopra questi valori – cosa che accade quasi sempre – un bovino non soffre il freddo. Il segreto sta in un mix di adattamenti diversi, tra cui un mantello invernale isolate che forma una barriera naturale e la capacità di generare calore interno attraverso il metabolismo.

Le mucche soffrono il freddo?

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I bovini hanno una temperatura critica inferiore molto bassa e non soffrono per il freddo anche quando il termometro scende sotto lo zero

In quasi tutte le condizioni in cui le mucche vivono o vengono allevate, non sentono praticamente mai il freddo. Alcuni studi sullo stress termico nei bovini mostrano infatti che questi animali sono molto più suscettibili al caldo che al freddo. Il loro corpo massiccio, infatti, disperde lentamente il calore, e questo diventa un problema in estate, non in inverno. naturalmente, nessun animale è "invulnerabile" al freddo e anche le mucche in condizioni estreme possono avere freddo, soprattuto se non sono abituate e arriva all'improvviso.

I bovini più piccoli, giovani, magri o bagnati – per esempio dopo una pioggia intensa o senza riparo dal vento – possono iniziare a consumare più energia per riscaldarsi, con un calo dell'appetito o della produzione di latte, due degli elementi spesso usati per valutare gli effetti dello stress termico su questi animali. I ricercatori parlano di "zona di neutralità termica", cioè l'intervallo di temperatura (tra -5°C e 21°C) in cui una mucca non deve "fare fatica" e sprecare più energia di quella che produce per mantenersi calda.

Al di sotto di questa zona, comincia lo stress da freddo: la mucca trema, il metabolismo accelera, e cresce il bisogno di cibo per compensare la perdita di energia. Naturalmente, entrano in gioco anche altri fattori, come la razza, la presenza di un ricovero coperto e le condizioni di salute di ogni individuo. Ma in ogni caso la maggior parte dei bovini allevati riesce a tollerare senza troppi problemi anche settimane di freddo intenso, purché abbiano a disposizione un'alimentazione adeguata e un terreno asciutto.

Come si proteggono le mucche dal freddo

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I bovini si sono evoluti per resistere più al freddo che al caldo, grazie a una serie di adattamenti

Come già anticipato, i bovini domestici hanno sviluppato numerosi adattamenti per poter resistere alle basse temperature. Il primo è appunto il mantello invernale, che si infittisce grazie alla muta in risposta alla diminuzione delle ore di luce durante il giorno. Il pelo aiuta a trattenere uno strato d'aria calda vicino alla pelle, mentre la superficie esterna, leggermente untuosa, aiuta a respingere l'acqua e la neve.

Il secondo meccanismo è invece puramente fisiologico: i bovini aumentano leggermente il metabolismo durante i periodi freddi, bruciando più energia e producendo più calore, anche per questo hanno bisogno di mangiare di più quando fa freddo. Anche la stessa digestione contribuisce a generare calore interno: il rumine – la prima delle quattro cavità di cui è composto lo stomaco dei ruminanti – è una grande camera di fermentazione piena di batteri e agisce come una vera e propria caldaia naturale.

Infine, anche il comportamento, come per tutti gli animali, aiuta a "gestire" meglio e in maniera "plastica" ciò che accade intorno. Anche se sono molto resistenti, infatti, pure le mucche possono cercare riparo tra siepi, alberi o pareti che bloccano il vento, oppure si dispongono spesso in gruppo, ravvicinate spalla contro spalla, riducendo così la dispersione del calore e scaldandosi a vicenda. È vero che sono resistenti al freddo, ma non sono di certo immuni.

Perché le mucche riescono a rimanere sotto la pioggia

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Persino sotto la pioggia le mucche continuano a pascolare o a ruminare come se nulla fosse

Anche se può sembrare strano, grazie a tutte queste caratteristiche e alla predisposizione naturale a vivere tra pascoli aperti e con pochi ripari naturali, anche la pioggia, nella maggior parte dei casi, non disturba affatto le mucche. Quando il loro mantello è in buone condizioni, l'acqua scivola via senza penetrare fino alla pelle, un po' come se fosse idrorepellente. Persino durante un temporale, le mucche possono appaiono quasi sempre tranquille e continuano a pascolare o a ruminare come se nulla fosse.

Solo se la pioggia è davvero intensa e accompagnata da vento freddo tendono a cercare zone più riparate, per esempio tra gli alberi, o a mettersi sdraiate, proteggendo il ventre e gli arti. Le razze nordiche e montane, come le Highland scozzesi, le Pustertaler o le Brune Alpine, sono tra quelle più resistenti. Hanno un mantello folto e lanoso e una pelle spessa che riduce la perdita di calore e sono state selezionate proprio per vivere tutto l'anno all’aperto, anche in condizioni che per noi sarebbero decisamente proibitive.

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