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11 Maggio 2025
6:30

Le madri del regno animale che non vorrebbero essere madri: perché alcune specie abbandonano (e lanciano) i cuccioli appena nati

Non tutte le madri del regno animale sono dolci e premurose come i film ci hanno abituati a pensare. Alcune, come il cuculo, preferiscono affidare i propri piccoli ad altri, mamma panda piuttosto che sobbarcarsi la cura di due gemelli ne abbandona uno, mentre il quokka lancia letteralmente il proprio piccolo ai predatori per salvarsi. Anche in natura, l'istinto materno non è universale.

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Non tutte le donne desiderano essere madri, questo vale per la nostra specie, ma anche per tutte le altre. Il regno animale offre esempi di madri splendide che metterebbero a rischio la propria incolumità per salvare il loro piccolo, mentre altre semplicemente non hanno l'intenzione di sobbarcarsi la cura di un esserino non autosufficiente, preferiscono prendersi cura di loro stesse.

Siamo abituati a pensare agli animali come esseri puri, liberi dalla malizia e dalla malvagità che sembra connotare l'homo sapiens, ma la verità è che la vita nella foresta è molto diversa da un film della Disney. Due fondamentali regole della Natura ci dicono che lo scopo di quasi tutte le specie è quello di sopravvivere e riprodursi, ma in qualche caso gli adattamenti che si sono evoluti per cercare di perseguire entrambi questi obiettivi fondamentali hanno dato vita a madri sadiche che farebbero impallidire persino le matrigne di Biancaneve e Raperonzolo.

Koala: la mamma dà la sua cacca per cena al piccolo

Mamma koala non ha la minima voglia di procurarsi chili e chili di eucalipto per il piccolo che le sta attaccato come un parassita (come darle torto!) e così, può succedere che decida di fargli uno scherzo non proprio di buon gusto.

Il koala (Phascolarctos cinereus) è un marsupiale che vive sono in Australia ed è stanziato soprattutto nelle regioni sud-orientali dell'isola. È l'unico rappresentante ancora in vita del genere Phascolarctos, che significa "piccolo orso", anche se non ha niente a che fare con la famiglia degli ursidi.

Si nutrono principalmente di eucalipto, una pianta dalle qualità balsamiche le cui foglie sono ricche di fenoli e terpeni, sostanze tossiche per moltissime specie di animali, ci koala invece ne mangiano oltre mezzo chilo al giorno senza risentirne, anzi, l'effetto collaterale è che assumono il caratteristico odore balsamico.

I piccoli appena nati però non sono destinati a questa dieta, per loro mamma koala ha in mente un altro tipo di manicaretto. È stato osservato infatti che le femmine danno da mangiare ai piccoli le proprie feci.

Anche se può sembrare una ritorsione causata dallo stress di dover trasportare il cucciolo per settimane attaccato alla pelliccia, in realtà uno studio del 2020 pubblicato su Science ha rivelato che mangiare feci o escrementi aiuta alcuni animali ad acquisire il microbioma intestinale necessario per digerire una dieta complessa.

Il cuculo: preferisce che il piccolo lo cresca qualcun altro

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Il cuculo comune (Cuculus canorus) non vincerà mai il premio di madre dell'anno, ma sicuramente si aggiudicherà quello di genitore meno stressato dalla prole. Questo uccello canoro è diffuso in Eurasia e in Africa. Trascorre i mesi freddi al sole dell'Africa meridionale e nidifica in Europa e Africa settentrionale, ed è proprio qui che mette in atto la sua strategia per una vita da madre senza i problemi annessi.

Mentre la maggior parte degli uccelli depone le proprie uova nel nido e le cova fino alla schiusa privandosi persino del nutrimento per sé per offrirlo al nascituro, mamma cuculo ha scelto di evitare questo genere di stress. La femmina infatti pratica il parassitismo di cova, significa che depone il proprio uovo all'interno del nido di altri uccelli, dando ad altri genitori l'onere di nutrire il suo pargolo.

Questo comportamento è evolutivamente vantaggioso per la specie perché i cuculi adulti e i piccoli hanno diete diverse, e quindi per la madre è più semplice lasciare il nuovo nato a una famiglia che segue una dieta simile. D'altronde, chi ha voglia di cucinare una portata diversa per ogni membro della famiglia? Certo non mamma cuculo.

Ogni tanto poi torna a controllare al suo piccolo vada tutto bene, ma se così non fosse ecco che tira fuori il peggio di sé. Mamma cucculo può diventare anche una mafiosa. Nel 2023 una fototrappola è riuscita a immortalare in Friuli Venezia Giulia un cuculo che torna a far visita al nido in cui aveva deposto il suo uovo, e dopo aver scoperto che i "genitori adottivi" avevano scoperto l'inganno li ha puniti. Questo atteggiamento ritorsivo non era mai stato osservato prima nella specie, e i ricercatori lo definiscono come un vero e proprio atteggiamento mafioso.

Insomma, nutrire i figli è troppo stress, ma guai a chi li tocca!

Il panda: partorisce due cuccioli ma la mamma ne alleva solo uno

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I panda non muoiono dalla voglia di diventare genitori, il tasso di riproduzione in natura è così basso da far pensare che preferiscano estinguersi piuttosto che accoppiarsi e allevare un cucciolo. Se poi i cuccioli dovessero essere due, bhe, questa non è neanche una opzione.

Se una mamma panda ha due gemelli è molto semplice: ne abbandona subito uno così da dare all'altro maggiori chance di sopravvivere. Non si fa molti scrupoli. Guarda i piccoli che le hanno causato un travaglio interminabile e valuta quale dei due è nato più sano e forte, cosa non facile da accertare dato che il peso medio di un panda neonato è di appena 100 grammi, decisamente meno rispetto a quello della madre che può arrivare a superare i 150 kg.

Anche se i primi giorni di vita non dicono molto saranno le settimane successive a svelare quale gemellino è più forte, l'altro, quello sfigato, viene semplicemente lasciato al proprio destino. Lo rivela uno studio del 2016 che spiega che sono soprattutto le mamme alla prima esperienza a fare questa scelta. Il bello è che non lo avremmo mai scoperto se questo comportamento non proprio da madre dell'anno non fosse stato osservato in cattività.

Serpente: abbandona i piccoli prima della nascita

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Quando si parla di istinto materno non sono proprio i rettili i primi animali che ci vengono in mente. Questo perché i serpenti di base non amano molto la compagnia reciproca, si incontrano occasionalmente per accoppiarsi quando proprio non ne possono più di lunghe serate solitarie passate a digerire il pranzo della settimana prima.

Il fatto però che vogliano accoppiarsi non significa che abbiano voglia di allevare i piccoli nati da un breve momento di svago. Inoltre, il padre si rende quasi subito irreperibile e, diciamo la verità, la vita della mamma single nella giungla può essere un po' complicata.

Il 70% delle specie di serpenti conosciute ha quindi trovato la soluzione geniale di mettere al mondo non un piccolo, ma il suo contenitore. L'uovo così si schiude mentre mamma serpente è già lontana e intenta a fare quello che più ama: strangolare e uccidere teneri mammiferi.

Quokka: quando arriva un predatore lancia il cucciolo per poter scappare

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Se una mamma quokka si trova faccia a faccia con un predatore è matematico che gli lancerà contro il suo piccolo indifeso per poi darsi alla fuga. Letteralmente lo spara fuori dal marsupio così che il predatore, di solito un dingo, lo afferri al volo mentre lei si può allontanare serena alla ricerca di un maschio per mettere al mondo un altro diversivo.

Il quokka (Setonix brachyurus) è un marsupiale di origine australiana, famoso per essere "l'animale più felice del mondo", il motivo di questo soprannome risiede nella sua tipica espressione che alla nostra specie ricorda un sorriso. In realtà i quokka hanno ben poco di cui sorridere: vivono nel posto più ostile del mondo circondati da predatori che sono il quadruplo di loro per dimensioni e potere offensivo. Inoltre, l'essere umano ha distrutto il loro habitat al punto che oggi i quokka sono finiti nella Lista Rossa della IUCN come "vulnerabili all'estinzione".

In mezzo a tanti pericoli non sorprende che mamma quokka si faccia due calcoli davanti a un pericolo mortale: lei può vivere circa 10 anni e partorire tranquillamente 17 cuccioli sfornandone due all'anno. Il ragionamento di solito si conclude con la femmina che espelle il piccolo dal suo marsupio proprio davanti al predatore affamato mentre lei va a cercare riparo senza alcun rimorso.

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