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18 Aprile 2025
16:05

L’appello di don Cosimo Schena: “Uccidere gli agnelli non è religioso. L’unico agnello di Dio è Cristo”

Ogni anno, oltre 300 mila agnelli vengono uccisi a Pasqua, spesso in condizioni crudeli. Il prete don Cosimo Schena ha denunciato la strumentalizzazione religiosa di questa pratica, affermando che "Cristo è l'unico Agnello di Dio". Contro la mattanza degli agnelli si sono schierati anche gli attivisti dell'associazione Lav.

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Ogni anno più di 300 mila gli agnelli vengono macellati a ridosso delle festività pasquali. Una tradizione che mischia il sacro e il profano ma che in realtà nasconde motivazioni ben più prosaiche che poco hanno a che fare con il simbolismo religioso.

Il sacerdote don Cosimo Schena, popolarissimo sui social, ha inviato un appello rivolto al suo milione di follower: "Uccidere agnelli non è un atto religioso. L'unico Agnello di Dio è Cristo".

L'appello di Don Cosimo Schena: "Uccidere agnelli non è un atto religioso"

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Il sacerdote don Cosimo Schena ha denunciato la mattanza degli agnelli durante il periodo di Pasqua

In occasione delle festività pasquali, don Cosimo Schena è intervenuto criticando la mattanza pasquale degli agnelli, e soprattutto il presunto collegamento con il simbolismo religioso: "Ogni anno, in questo periodo, si ripete lo stesso rituale: migliaia di agnelli vengono sacrificati in nome di una tradizione che, erroneamente, molti associano alla religione. Ma lasciatemi dire una cosa con chiarezza: non c’è nulla di cristiano in questo atto. L’unico Agnello di Dio è Cristo, immolato una volta per sempre per la salvezza dell’umanità. Non servono altri sacrifici".

Un messaggio opposto rispetto a quello lanciato dall'eurodeputato di Fratelli d'Italia, Sergio Berlato, che ha invitato a mangiare agnello a Pasqua per "salvare i pastori", ma le cose non stanno affatto così: la maggior parte degli agnelli è importata dai Paesi dell'Est Europa e trasportata in condizioni precarie fino ai grandi macelli italiani. Gli stessi dove arrivano agnellini come Nino o Eddie.

Don Cosimo ha sottolinea come la fede non abbia nulla a che fare con la violenza verso le creature innocenti: "Il messaggio di Cristo è amore, compassione, rispetto per ogni forma di vita. Continuare a giustificare la sofferenza degli animali con motivazioni religiose è un errore teologico e umano. Celebrare la Pasqua significa celebrare la vita e la resurrezione, non la morte di esseri indifesi".

I dati diffusi come ogni dall'associazione di tutela animale Lav però rivelano quanto sia radicata la tradizione della mattanza degli agnelli.

300 mila agnelli stanno per essere sacrificati a Pasqua

Sono più di 300 mila gli agnelli che ogni anno in Italia vengono a ridosso delle festività pasquali, a cui vanno aggiunti quelli uccisi durante tutto l’anno. Una vera e propria strage di animali in tenera età che a solo un mese di vita vengono strappati alla madre e trasportati in camion sovraffollati, anche per lunghe distanze, dove spesso gli agnellini, troppo piccoli, non riescono a raggiungere i punti di abbeveraggio. Chi tra questi innocenti cuccioli sopravvive ai viaggi infernali, terrorizzato e ancora in cerca della madre, viene ucciso al macello.

"Non esiste un modo etico di uccidere gli animali, mai e neanche in nome di un Dio – ha dichiarato Bianca Boldrini, settore animali negli allevamenti Lav – In ogni caso, sia nel periodo pasquale, che tutto l’anno, la loro sofferenza è indubbia: esseri senzienti che vivono in condizioni igienico sanitarie precarie e innaturali, inseminati artificialmente, mutilati, trattati come oggetti e caricati in camion sovraffollati, il più delle volte destinati al macello, cuccioli strappati alle proprie madri per essere uccisi poco dopo".

"Le nostre scelte, invece, possono essere messe in discussione e attualizzate alla luce delle informazioni che riceviamo e delle nuove consapevolezze che acquisiamo. La scelta inizia dal piatto e ognuno di noi può fare la differenza, decidendo di non nutrirsi di sofferenza animale e di non finanziare il comparto allevatoriale, insostenibile e crudele".

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