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Nel variegato mondo degli animali ibridi che esistono davvero, tra ligri (leone e tigre), coywolf (coyote e lupo) e zonkey (zebra e asino), ce n'è uno talmente raro da essere nato solo una volta nella storia, almeno per quanto ne sappiamo: si chiamava Motty ed è stato definito "l'elefante più raro del mondo". Nato nel 1978 allo zoo di Chester, in Inghilterra, Motty è tutt'oggi l'unico ibrido conosciuto tra un elefante africano (Loxodonta africana) e un elefante asiatico (Elephas maximus). Due specie che non solo vivono su continenti diversi, ma che appartengono addirittura a due generi differenti.
Chi era Motty, l'unico ibrido tra elefante africano e asiatico

Motty nacque l'11 luglio da Sheba, un'elefantessa asiatica, e da Jumbolino, un maschio africano ospitato nello stesso recinto. La gravidanza fu una vera e propria sorpresa per lo zoo, ma data l'assenza di altri maschi, la paternità era praticamente certa. La vera domanda, però, era un'altra: era davvero possibile che due animali così distanti distanti da un punto di vista evolutivo potessero generare un cucciolo vitale? La quasi totalità degli ibridi, infatti, nasce da animali strettamente imparentati, come per esempio tigre e leone o coyote e lupo.
Due specie, infatti, devono essere biologicamente simili e compatibili (sia da un punto di vista fisico e che genetico) per poter generare prole fertile. E gli elefanti africani e asiatici, per quanto superficialmente si somiglino, non lo sono affatto. In natura, inoltre, un incontro tra queste due specie sarebbe praticamente impossibile: gli elefanti africani vivono nelle savane e nelle foreste del continente nero, mentre quelli asiatici sono distribuiti in India, Sri Lanka e Sud-est asiatico.
Le differenze tra i due animali, come detto, non sono però solo geografiche. Gli elefanti africani sono più grandi, con orecchie ampie e pelle più rugosa, mentre quelli asiatici hanno un dorso più arcuato e "piedi" diversi: cinque unghie sulle zampe anteriori e quattro in quelle posteriori (negli elefanti africani sono rispettivamente quattro e tre). E Motty, nel suo aspetto, era proprio una via di mezzo. Aveva le grandi orecchie del padre africano, ma anche il numero di unghie tipico della madre asiatica. Una combinazione mai vista primae mai più documentata dopo.
Una storia senza lieto fine

Ma la sua storia, purtroppo, non ebbe un lieto fine, come spesso accade agli ibridi tra animali così diversi tra loro. Motty nacque prematuro di sei settimane, sottopeso e debole. I veterinari del parco fecero di tutto per tenerlo in vita, ma dopo appena dieci giorni il piccolo elefante morì per una grave enterocolite necrotizzante, aggravata da un'infezione da Escherichia coli. L'autopsia confermò la fragilità di un organismo nato forse troppo presto, o forse troppo "unico" per resistere.
Oggi, il corpo di Motty è conservato presso il Natural History Museum di Londra, come testimonianza di un evento quasi irripetibile. Il Guinness dei Primati lo ha proprio per questo riconosciuto ufficialmente come "l'elefante più raro del mondo", e in effetti Motty resta un caso isolato nella storia della zoologia. Ibridi tra elefanti africani di savana e quelli di foresta (L. cyclotis) sono comuni, anche in natura. Ma questi due pachidermi africani sono così simili tra loro che fino a qualche anno fa erano considerate un'unica specie.
La triste storia di Motty – che era stato chiamato così in onore George Mottershead, che fondò lo zoo di Chester nel 1931 – è durata poco ed è nata in maniera forzata a causa della cattività. In realtà molti ibridi nascono esattamente così, poiché anche se tecnicamente potrebbero incrociarsi in natura, spesso non lo fanno. I genitori di Motty, invece, non hanno avuto scelta e il loro piccolo elefanti, il più unico di sempre, ha vissuto appena 10 giorni.