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22 Novembre 2025
10:49

La storia di Josie, la leonessa cieca sopravvissuta per anni grazie alle sue due figlie

Josie, una leonessa cieca che viveva all’Addo Elephant Park, è morta nel 2025, ma è sopravvissuta per anni grazie all’aiuto delle sue due figlie Dawn e Duffy.

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Josie era una leonessa cieca che ha vissuto per anni nel Parco Nazionale Addo Elephant, in Sudafrica, accudita dalle sue due figlie. Foto di Anne Laing

Josie non era solo una leonessa che viveva nel Parco Nazionale Addo Elephant, in Sudafrica. Era un simbolo. Di fragilità e resistenza, ma anche di legami familiari che nel mondo animale spesso diamo per scontati o immaginiamo molto diversi da quelli umani. È morta nell'ottobre 2025, all'età di circa 17 anni, ben oltre la media di un leone che vive in natura e nonostante fosse ormai completamente cieca da diversi anni. È riuscita a vivere così a lungo e in salute, grazie soprattutto all'aiuto delle sue due figlie, Dawn e Duffy.

Le sue condizioni erano però peggiorate rapidamente e i ranger del parco, dopo averla trovata debole sul ciglio della strada, hanno dovuto prendere la decisione più difficile: l'eutanasia. Solo pochi giorni prima alcuni visitatori l'avevano vista ancora in forze, poi un declino improvviso. Questa è la sua storia per certi versi incredibile, fatta di legami, difficoltà, cecità e di quello spirito da branco che solo i leoni e pochi altri animali sociali riescono a mostrare in tutta la sua potenza.

La famiglia di Josie, un piccolo branco, un legame enorme

Josie era nata nell'agosto 2008. Le sue due figlie, Dawn e Duffy, nel dicembre 2014. Ha iniziato a mostrare i primi problemi alla vista nel 2017 e anche per questo era diventata facilmente riconoscibile e, soprattutto, molto amata da guide, ricercatori, fotografi e semplici visitatori. Tra loro, c'era anche il fotografo naturalista sudafricano Steven Lang, che per anni ha seguito lei e la sua famiglia di leoni raccontandone le avventure.

Nella sua newsletter Real Safari, Lang ha raccontato nel 2023 perché Josie fosse così speciale, inserendola però in un contesto un po' più ampio, quello del comportamento sociale dei leoni, spesso pieno di contrasti. Ha sottolineato come l'atteggiamento dei leoni verso i loro simili può essere a volte scioccante e crudele, oppure gentile, generoso e persino affettuoso. E spesso tutte queste sfumature convivono nello stesso branco.

Ma a colpire, in questo caso ,era soprattutto il legame tra Josie e le sue due figlie. "Se vedi una sola delle ‘ragazze', puoi essere certo che le altre sono dietro un cespuglio a sonnecchiare, o che si stanno richiamando per ritrovarsi", ha scritto. Lang frequenta l'Addo Elephant Park una o due volte al mese da più di dieci anni, ma nonostante ciò avvistava il branco solo due o tre volte l'anno. I leoni di Addo sono pochi e molto mobili, ma grazie ai messaggi su WhatsApp e ai gruppi Facebook dedicati agli avvistamenti, è facile oggi trovarli.

La cecità: una sfida enorme e l'aiuto delle figlie

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La leonessa ha mostrato i primi segnali di problemi vista nel 2017, ma nonostante ciò ha vissuto in salute fino ad ottobre 2025

Lang racconta che Josie aveva perso la vista gradualmente. Prima l'occhio destro, completamente cieco e opaco; poi, negli ultimi anni, anche quello sinistro aveva iniziato a peggiorare. Chi la osservava da vicino raccontava di una leonessa che, pur muovendosi con grazia, a volte si fermava esitante o inciampava tra arbusti e radici. La sua cecità era ormai nota da tempo e già nel 2017 un visitatore del parco aveva notato che Josie sembrava avere seri problemi alla vista.

Era stata vista urtare accidentalmente alberi e perfino automobili, ma nonostante questo, aveva continuato a vivere, e bene, per molti anni. Ed è qui che entra in gioco l'aspetto davvero straordinario della sua storia: la cura delle figlie. In natura i comportamenti altruistici nei confronti di membri adulti e debilitati dello stesso gruppo sociale non sono così frequenti e tra i leoni, tra l'altro, è molto comune anche l'infanticidio, che avviene per esempio quando un nuovo maschio entrato in un branco si "libera" dei figli non suoi.

Ma tra le leonesse, che restano di solito nello stesso branco in cui sono nate insieme a madre, sorelle e zie, le cose sono molto diverse, come testimoniato proprio dal legame tra Josie e le sue due figlie. Dawn e Duffy sono sempre state ottime cacciatrici, perfettamente in grado di abbattere zebre, kudu e persino bufali. Ma dopo ogni battuta di caccia, secondo Lang, richiamavano la madre con vocalizzazioni "morbide", per guidarla verso il pasto. Era un modo per tenerla con loro, ma anche un vero sostegno quotidiano.

"Una volta che hanno ucciso una preda, si chiamano dolcemente così che tutte possano mangiare. Dawn e Duffy sono ottime cacciatrici", scriveva il fotografo. Di fatto, Josie negli ultimi anni non poteva quasi più cacciare da sola, se non in casi fortuiti o se si imbatteva in animali già morti. Eppure, non ha mai sofferto la fame. Le sue figlie l'hanno nutrita, protetta e accompagnata ovunque andasse.

La fine di una storia straordinaria

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Josie nel gennaio del 2023. Foto di Steven Lang

Dalle foto e dai video che circolano in rete, è evidente che la leonessa fosse ben nutrita, nonostante l'età e la cecità. E ha continuato a esserlo fino alla fine, mentre si muoveva con quella compostezza tipica dei leoni anziani, anche se con un velo di incertezza. "Guardarla è straziante", scriveva Lang, "perché si percepisce la sua insicurezza e il peso della sua dipendenza dalle figlie". Poi, però, è arrivata la fine.

La morte di Josie è arrivata all'improvviso. Il comunicato ufficiale diffuso dall'Addo Elephant National Park recitava: "Con grande tristezza annunciamo la morte di una delle nostre più amate leonesse. È stata segnalata in cattive condizioni sul ciglio della strada. Una squadra l'ha raggiunta e ha deciso di procedere con l'eutanasia. Gli ospiti che l'hanno vista nel fine settimana riferiscono che sembrava ancora in buone condizioni, ma la situazione è precipitata rapidamente".

Dawn e Duffy, oggi adulte e in perfetta salute, restano l'eredità vivente di una leonessa che ha sfidato quello che spesso diamo per inevitabile lì fuori nella natura selvaggia: che la vulnerabilità non abbia spazio. Josie ha però dimostrato il contrario. Ha vissuto per anni senza poter vedere, ma non senza essere vista, riconosciuta e accompagnata. Ha raccontato, con il suo corpo e la sua storia, che anche tra i leoni – animali che possono essere "crudeli" persino con un cucciolo indifeso –  può esistere qualcosa che somiglia molto alla cura.

E questo, per chi l'ha conosciuta o semplicemente seguita da lontano, è ciò che rimarrà.

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