UN PROGETTO DI
5 Novembre 2025
11:38

La Spagna verso il riconoscimento del maltrattamento di animali come forma di tortura e danneggiamento del partner

In Spagna un team di giuristi, psicologi, criminologi, sociologi e altri esperti ha preparato uno studio da sottoporre al Governo dopo l'approvazione di un disegno di legge relativo alla "violenza vicaria", ovvero quella rivolta a terzi per far del male a una persona specifica come il o la partner, perché si includano anche le azioni rivolte a provocare sofferenza o morte agli animali domestici.

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In Spagna si stanno compiendo veloci passi in avanti per introdurre un reato specifico che riguarda la violenza sugli animali messa in atto per causare sofferenza ad una persona. Questa fattispecie sta prendendo le mosse all'interno di una rivoluzione culturale nata dall'approvazione di un progetto di legge che prevede il reato di "violenza vicaria", ovvero la violenza che viene perpetrata nei confronti di altri soggetti ma al fine solo di provocare danni al partner o all'ex.

Tutto nasce dall'approvazione di diverse modifiche che sono state apportate al Codice Penale e a quello Civile, con l'introduzione di un nuovo articolo nel primo e la modifica di due articoli nel secondo, al fine di riconoscere, prevenire e legiferare in merito a casi in cui si provoca appunto sofferenza ad una persona andando però a colpire i suoi affetti più cari.

Il caso Breton in Spagna: uccise i figli per causare sofferenza alla moglie

In questo scenario, nato da un caso specifico che ha particolarmente colpito l'opinione pubblica spagnola, giuristi ed altri esperti (tra cui sociologi e psicologi) sono passati all'azione per far sì che anche gli abusi e le violenze nei confronti degli animali al fine di causare sofferenza alla persona cui sono legati rientrino in questo processo di trasformazione della giustizia.

Il caso che ha fatto scatenare non solo la reazione della società civile ma appunto una concreta azione legislativa è stato quello dell'annuncio dell'uscita di un libro, "L'odio", in cui si riportava la versione di un uomo,  José Bretón, che nel 2011 ha ucciso i suoi due figli di sei e due anni dopo che la moglie gli aveva detto di volersi separare da lui. Nel nuovo articolo introdotto nel Codice Penale (173 bis) è stato stabilito che qualora si pubblichino di testi come quello Bretòn si incorre in un reato che prevede una pena che può variare dai 6 mesi ai tre anni.

La violenza vicaria estesa alla violenza sugli animali per vendetta nei confronti di altre persone

Come riporta il quotidiano spagnolo La Vanguardia, pochi giorni prima dell'approvazione del disegno di legge sulla violenza vicaria, un giudice di Las Palmas de Gran Canaria ha condannato un uomo a dodici mesi e un giorno di carcere per aver gettato il cucciolo di quattro mesi della compagna da un dirupo, inquadrando il reato come un caso di violenza domestica ma aggiungendo che rientrava anche nella fattispecie della violenza vicaria: uccidere il cane rappresentava il mezzo per causare ulteriore sofferenza . Il reato compiuto, però, non ha fatto finire il carcere l'uomo, a meno che non ripeta azioni di questo tipo e ad oggi non rientrerebbe nelle ipotesi previste per la fattispecie della violenza vicaria.

Proprio per evitare che altri possano replicare questo comportamento, un coordinamento di giuristi, psicologi, sociologi, criminologi e altre professionalità si è riunito sotto il nome di "Coordinating Body of Professionals for the Prevention of Abuse" (CoPPA) e ha presentato uno studio ai tre ministeri (Uguaglianza, Gioventù e Infanzia e Presidenza, Giustizia e Relazioni con le Cortes) che hanno varato il progetto di legge sulla violenza vicaria per far inserire anche la fattispecie del maltrattamento e dell'uccisione degli animali. María González Lacabex, avvocata ed esperta di diritti degli animali, ha così spiegato l'importanza del riconoscimento di questo tipo di atti violenti: "L’impatto sulla vittima del reato è aggravato dalla perdita del legame affettivo e del sostegno emotivo che l’animale rappresentava. L'abuso sugli animali è una forma di violenza psicologica o emotiva, nonché uno strumento efficace di abuso e controllo sulle vittime di violenza di genere".

Casi simili in Italia: cos'è il "link", il collegamento tra violenza sugli animali e violenza sulle persone

Diverse volte su Kodami ci siamo occupati della questione del maltrattamento e dell'uccisione degli animali correlata a profili devianti e a violenze su questi ultimi riferite di riflesso al partner. Il caso più recente è stato quello del femminicidio di Pamela Genini, in cui il cane della donna era stato più volte minacciato di morte dal compagno, ora indagato per la morte della donna,  proprio al fine di procurarle sofferenza. Ne abbiamo parlato con Francesca Sorcinelli, presidente di Link Italia, associazione che si occupa proprio del contrasto della violenza interpersonale e in particolare del "link", ovvero della correlazione in generale tra la violenza sugli animali e quella sulle persone e in particolare poi nei casi di abusi nei confronti delle donne attraverso azioni criminali rivolte agli animali domestici con cui queste ultime hanno una relazione affettive.

"La crudeltà su animali deve essere interpretata anche come specifico indicatore di pericolosità sociale e parte integrante di altri crimini come bullismo, stalking, violenza domestica su donne e minori, intimidazioni di stampo malavitoso, crimini settari, crimini predatori e altri casi", ha precisato Sorcinelli, identificando le varie tipologie di reato che si compiono attraverso l'abuso rivolto ad altre specie. L'esperta ha anche sottolineato che "In ambito domestico i partner abusanti minacciano di ferire o uccidere o feriscono o uccidono gli animali domestici per instaurare un clima di potere e controllo sulle vittime umane quali donne, minori, anziani o categorie vulnerabili in genere. Si colpisce quindi fisicamente un animale per colpire psicologicamente, affettivamente, emotivamente una persona. Questa è una strategia predatoria molto efficiente ed efficace poiché le donne non se ne vanno di casa per non lasciare l’animale in balia del partner abusante. L’unico modo per mettere in sicurezza le vittime è di mettere in protezione anche i loro animali. Lo sviluppo di strategie vittimologiche che contemplino la messa in protezione anche degli animali però dipende da una corretta interpretazione del fenomeno link".

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