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Il governo scozzese ha annunciato il proprio sostegno a un disegno di legge che punta a vietare definitivamente le corse dei levrieri. Si tratta di una presa di posizione storica, che potrebbe segnare la fine di uno sport storicamente molto radicato in Regno Unito, ma trasformato in un'industria legata sempre più al gioco d'azzardo e allo sfruttamento e al maltrattamento dei cani. La proposta è stata presentata dal deputato dei Verdi Mark Ruskell e ha ottenuto l'appoggio trasversale da tutte le forze politiche.
Sono sempre meno i paesi che consentono corse tra cani
In una lettera ufficiale, il ministro dell'Agricoltura Jim Fairlie ha poi confermato che l'esecutivo condivide i principi generali del testo, superando così la precedente ipotesi di un semplice sistema di licenze e controlli più rigidi valutato nei mesi scorsi. La notizia ha raccolto l'appoggio e il supporto delle principali associazioni animaliste e arriva in un momento di forte crisi per le corse di cani in UK. Negli ultimi anni un solo cinodromo in Scozia, il Thornton Stadium di Kirkcaldy, ha ospitato gare, ma ha chiuso fino a nuovo avviso lo scorso marzo.
L'iniziativa scozzese arriva in un contesto internazionale di profondi cambiamenti. Lo scorso aprile, il governo del Galles ha annunciato un analogo divieto, mentre anche la Nuova Zelanda sta procedendo verso la stessa direzione. Oggi solo nove Paesi in tutto il mondo consentono ancora le corse sportive dei levrieri. Tra questi figurano appunto Regno Unito, Irlanda, Stati Uniti, Messico e Australia. In Italia, l'ultimo cinodromo attivo a Roma ha chiuso definitivamente nel 2002.
Una tradizione molto radicata in UK, ma in declino

Le corse di cani hanno del resto radici molto profonde nella cultura britannica. Nate come passatempo rurale già nel XIX secolo, sono diventate nel tempo uno degli sport più popolari del dopoguerra, quando gli stadi attiravano migliaia di spettatori. Per decenni i levrieri come i Greyhound sono stati allevati e selezionati proprio per correre, ma dietro l'immagine legata allo sport e alla velocità, si è sempre celato un sistema poco trasparente e che ha visto i cani ridotti a strumenti di guadagno
La maggior parte dei cani ha carriere brevissime, spesso dolorose e che finiscono quasi sempre con abbandoni e uccisioni. Oggi, fortunatamente, in Scozia la situazione è profondamente cambiata. L'unica pista attiva, il Thornton Stadium, ha sospeso tutte le le gare, ma secondo la coalizione Unbound the Greyhound, composta da nove associazioni animaliste, dal 2017 nel Regno Unito sono morti quasi 4.000 levrieri legati a questa pratica.
Il Greyhound Board of Great Britain, l'ente che regola le corse, ha invece replicato definendo il divieto inutile, visto che in Scozia non esistono più da tempo eventi autorizzati. Ma per Ruskell e per chi sostiene la sua proposta, il punto è un altro. Chiudere ogni possibilità che questa tradizione venga rilanciata, garantendo così che nessun altro cane subisca sofferenze e maltrattamenti in nome del profitto.