UN PROGETTO DI
15 Novembre 2025
10:07

La prima foto di un monarca di Vella Lavella, uno degli ultimi uccelli mai fotografati rimasti sulla Terra

Fotografato per la prima volta il monarca di Vella Lavella, uno degli ultimi uccelli senza foto rimasti sulla Terra. Ora, secondo il progetto Search for Lost Birds, delle circa 11.000 specie di uccelli, ne restano solo 81 ancora da fotografare.

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La prima foto di un monarca di Vella Lavella, uno degli ultimi uccelli che ancora no nerano stati fotografati. Foto di Josh Bergmark/Ornis Birding Expeditions

Il monarca di Vella Lavella, uno degli ultimi uccelli ancora senza foto rimasti sulla Terra, è stato finalmente immortalato. A riuscirci è stato un team di Ornis Birding Expeditions, che nel luglio 2025 ha raggiunto le foreste remote dell'isola di Vella Lavella, nelle Isole Salomone, un arcipelago del Pacifico tra i più ricchi di specie endemiche, l'unico posto al mondo in cui vive questo piccolo passeriforme.

Per anni questa specie è stata considerata una sorta di "fantasma" dell'avifauna mondiale. Un uccello reale, descritto accuratamente da un punto di vista scientifico, ma osservato da pochissimi e mai immortalato da una fotocamera. Oggi quel vuoto nella grande enciclopedia visiva della biodiversità si è finalmente colmato. Ora, secondo il progetto internazionale Search for Lost Birds, delle circa 11.000 specie di uccelli riconosciute, ne restano solo 81 senza nemmeno una foto.

Alla ricerca di un uccello rimasto "invisibile" fino a oggi

Fino a non molto tempo fa il monarca di Vella Lavella (Symposiachrus nigrotectus) era considerato una semplice variante geografica del più noto monarca di Kulambangra (S. browni). Solo l'analisi del DNA e del suo piumaggio distinto hanno permesso di riconoscerlo come specie distinta. Sulle isole Salomone vivono entrambe le sue due sottospecie, S. n. ganonggae, presente sull'isola di Ranongga e caratterizzata da una fascia bianca sul collo e S. n. nigrotectus, la forma "nominale", ristretta a Vella Lavella, riconoscibile per la guancia bianca e un particolare disegno delle ali.

La spedizione ha osservato entrambe le forme, riuscendo a finalmente ad avvicinare e fotografare per la prima volta nella storia questa specie. Raggiungere l'habitat del monarca non è stato però semplice. L'uccello vive in foreste isolate e poco frequentate, e per arrivarci il team ha attraversato orti, giardini locali e tratti di vegetazione intricata attraversando valli e risalendo pendii. A un certo punto, la spedizione ha ricevuto un aiuto inaspettato: alcuni bambini dei villaggi locali, che avevano riconosciuto l'uccello  su una guida da campo.

Sono stati loro a guidare gli ornitologi lungo i sentieri giusti, fino a quando dalla foresta non è risuonato un fischio sottile e malinconico: il verso del monarca. Pochi istanti dopo, l'avvistamento. Poi gli scatti. Quelle immagini – le prime mai realizzate della specie – sono state poi caricate nella Macaulay Library, uno dei più grandi archivi digitali di fauna selvatica del mondo. Un evento che, per chi studia gli uccelli, equivale a completare un tassello mancante in un gigantesco puzzle globale.

La sorpresa dei residenti: "Non sapevamo vivesse qui"

Dal resoconto dettagliato della spedizione, emerge anche un momento particolarmente significativo è avvenuto al ritorno nel villaggio di Kongu, dove gli ornitologi hanno mostrato le foto agli abitanti. Molti di loro non avevano mai sentito parlare del monarca, né sapevano che un uccello tanto raro abitasse da sempre le loro foreste. La reazione, raccontano i ricercatori, è stata di grande sorpresa.

È così che, spesso, nascono le prime scintille di consapevolezza naturalistica, scoprendo che anche un luogo familiare può ospitare tesori invisibili, improvvisamente preziosi. E le foto del monarca potrebbero in futuro favorire anche lo sviluppo di un turismo ornitologico e naturalistico, una nuova e concreta risorsa sostenibile per queste comunità.

Ornis Birding Expeditions è un'organizzazione che, in collaborazione con Search for Lost Birds, offre infatti borse di studio per aiutare giovani birdwatcher a cercare uccelli rari e poco conosciuti. L'obiettivo principale è supportare giovani ornitologi e appassionati di birdwatching nelle loro spedizioni per trovare i cosiddetti uccelli "perduti", ma anche quello di colmare le lacune ornitologiche attirando l'attenzione sulla conservazione di queste specie, spesso a un passo dall'estinzione.

Gli ultimi uccelli senza foto sulla Terra

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Nel mondo rimango pochissimi uccelli ancora senza foto. Uno di questi era l’astore di New Britain (Tachyspiza princeps), fotografato per la prima volta nel 2024. Foto di Tom Vierus/WWF–Pacific

La storia del monarca di Vella Lavella non è solo il racconto di un "primo scatto", ma anche una finestra su un tema sorprendente: quanti uccelli al mondo non sono mai stati fotografati? A questa domanda ha provato a rispondere proprio l'iniziativa Search for Lost Birds, analizzando decine di migliaia di immagini negli archivi della Macaulay Library e cercando riscontri su piattaforme di citizen science, motori di ricerca e database come iNaturalist, WikiAves, Google e Google Scholar.

Per i casi più dubbi sono state anche contattate direttamente le persone che vivono o studiano nelle aree d'origine delle specie. Il risultato è quasi incredibile: su oltre 11.000 specie di uccelli conosciuti, a settembre 2025 ne resta solo 81 a non essere mai state fotografate. Di queste la maggior parte sono "Lost Birds", ovvero uccelli talmente rari da non essere stati più osservati da decenni, mentre altri sono  specie scoperete solo di recente o riconosciute come tali in seguito a revisioni tassonomiche.

Significa che, come comunità globale, abbiamo ormai fotografato quasi ogni uccello presente sul pianeta. E proprio per questo, ogni nuovo scatto è considerato un piccolo evento scientifico. Negli ultimi anni questo traguardo è stato raggiunto anche per altre specie elusive, come il titira dalla coda bianca (Tityra leucura) nel 2022, l'estrilda faccianera (Estrilda nigriloris) nel 2023, l'astore di New Britain (Tachyspiza princeps) e il trillatore di Mussau (Lalage conjuncta) nel 2024. A ognuno di questi momenti è seguito un impulso immediato alla ricerca, al monitoraggio e alla conservazione.

Un pezzo mancante del grande puzzle della biodiversità

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Un trillatore di Mussau (Lalage conjuncta), un altro uccello "perduto" riscoperto e fotografato per la prima volta nel 2024. Foto di Joshua Bergmark/Ornis Birding Expeditions

Ecco perché la prima foto del monarca di Vella Lavella non è solo "bella", ma è anche un atto di conoscenza, che riduce la distanza tra noi e una natura sempre più minacciata. Come ha infatti dichiarato il direttore di Ornis Birding Expeditions Josh Bergmark, l'autore del primo storico scatto: "Fotografare finalmente questo timido monarca aggiunge un nuovo tassello al grande puzzle della fotografia ornitologica mondiale: emozionante, in una regione ancora ricca di avifauna da scoprire".

In un mondo in cui ogni giorno perdiamo habitat e specie, sapere che esistono ancora luoghi dove animali quasi sconosciuti possono essere incontrate, studiate e protette è quindi un messaggio di speranza. Il monarca di Vella Lavella era uno degli ultimi "volti mancanti" della biodiversità globale. Ora non più. Ed è anche da queste piccole, splendide conquiste che passa il futuro della conservazione della natura e della biodiversità del nostro fragile pianeta.

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