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La passione dei boss per gli animali esotici: a Bari sequestrati più di cento animali esotici

Un'operazione dei Carabinieri del Cites a Bari ha portato al sequestro di specie protette come un Lori arcobaleno, un Ara ararauna gialloblu e 50 tartarughe Testudo Hermanni. Non è la prima volta che gli esponenti di clan criminali collezionano animali esotici: succede da tempo e diversi sono i casi soprattutto per quanto riguarda affiliati della camorra e della sacra corona unita.

24 Agosto 2025
9:01
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Non è la prima volta che accade e la passione dei boss per la criminalità organizzata per gli animali esotici è di lunga data. Questa volta i Carabinieri del Cites di Bari si sono ritrovati di fronte a un vero e proprio zoo privato con più di cento animali che rientrano anche tra le specie protette.

Pappagalli, tartarughe d'acqua e testuggini rare erano in condizioni non consone al loro benessere all'interno di un giardino e nella casa di una famiglia sottoposta ad indagini per attività non lecite. Tra gli esemplari i militari hanno recuperato in particolare 50 tartarughe Testudo Hermanni e due volatili molto rari: un Lori arcobaleno e un Ara ararauna gialloblu. La passione per le tartarughe in particolare era evidentemente quella su cui i detentori hanno puntato di più, tanto che sono state sequestrate anche ben 53 Trachemys Scripta, esemplari d'acqua.

L'origine di questi animali è illecita, non è stata infatti trovata nessuna documentazione come previsto dalla legge per queste specie esotiche che godono di una tutela stringente come previsto nell'appendice II del CITES e nell'allegato A del Regolamento CE 2724/2000. Gli animali inclusi nella lista, come Testudo Hermanni ad esempio, non possono essere detenuti o venduti salvo deroghe particolari e gli individui nati in cattività devono comunque disporre di metodi di riconoscimento come il microchip, oppure la foto di piastrone e carapace.

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Come accennavamo, non è raro che persone appartenenti a organizzazioni criminali abbiano questa passione per gli animali esotici. In Italia nel corso del tempo molti sono stati i casi in cui le Forze dell'ordine hanno ritrovato nelle abitazioni delle persone indagate specie non domestiche.

Camorra e sacra corona unita, in particolare, hanno avuto nelle loro compagini esponenti particolarmente attratti dal possedere animali percepiti come pericolosi dall'essere umano, sfoggiandoli per dimostrare la propria forza e usandoli anche per intimidire. I casi sono davvero tanti, più di quanto si possa immaginare e ne ricordiamo come esempio uno, anche per comprendere da quanto tempo questo fenomeno ha preso piede nelle realtà criminali.

Nel 1996 l'arresto di Raffaele Brancaccio, detto "Bambù", porta alla scoperta di Simba: un giovane leone di 15 mesi che già pesava novanta chili. Bambù apparteneva al clan Contini e la sua abitazione era nella zona dell'aeroporto di Capodichino a Napoli. Lì, in un box di pochi metri quadri fu trovato l'esemplare che poi fu sequestrato e portato in uno zoo. In Puglia, invece, nel 2014 fu sequestrata una tigre dell'Amur, ovvero un esemplare tipico della Siberia. Era "di proprietà" di Lucio Vetrugno, un esponente della sacra corona unita che era stato assassinato durante una faida tra clan pochi anni prima.

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