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13 Settembre 2025
9:33

La medusa immortale o il piccolo colibrì: i segreti della lunga vita di alcuni animali

Lo studio di altre specie sulla loro longevità ha sempre catturato l'attenzione degli scienziati alla ricerca di un "elisir di lunga giovinezza" o di una formula per consentire la vita eterna al genere umano. Ci sono animali che si sa che vivono a lungo, come le tartarughe, ma altri di cui è raro che si conosca anche solo l'aspetto come le eterne spugne artiche che arrivano anche a vivere oltre i 15 mila anni.

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La medusa immortale non si chiama a caso così: questa specie (Turritopsis nutricula) è l'unico organismo al mondo a essere potenzialmente immortale grazie a un particolare ciclo cellulare che le permette di tornare completamente a una fase giovanile coloniale sessualmente immatura, dopo aver raggiunto la maturità sessuale come individuo solitario. Questo significa che un esemplare che non viene mai predato e che ha abbastanza da mangiare potrebbe continuare in eterno questo ciclo in cui diventa prima una medusa sessualmente matura e poi ritorna allo stadio immaturo ancorato al suolo.

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Colibrì

Se questa specie genera una grande curiosità già solo per il nome, ci sono invece altri animali più noti di cui non si sa che hanno una vita molto lunga nonostante la stazza, come i piccoli colibrì ad esempio che vivono più a lungo dei mammiferi di dimensioni simili o più grandi arrivando a raggiungere i 14 anni di esistenza anche in natura (in cattività anche fino a 17).

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Anoxycalyx joubini

Lo studio sulla longevità di altre specie ha sempre affascinato gli scienziati e conoscere i meccanismi biologici per cui alcuni riescono a raggiungere età da record è stato e continua ad essere una cartina di tornasole per il sogno umano di poter "vincere" la morte o almeno allungare la durata media della vita, sebbene ancora nessuna scoperta nel campo della medicina e della genetica ha mai potuto nemmeno avvicinarsi a garantire una vita millenaria come accade per le due specie di spugne antartiche Cinachyra antarctica e Anoxycalyx joubini che vivono rispettivamente fino a 1550 anni e addirittura anche oltre i 15 mila anni.

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L'etologa Federica Pirrone su Kodami ha spiegato che "nel regno animale la regola è che gli animali più grandi vivono più a lungo. In effetti, i ratti e i criceti hanno un’aspettativa di vita limitata, parliamo di 2-4 anni, mentre per un cavallo questa si estende fino a oltre 20. Anche tra gli uccelli esistono grandi differenze legate alle dimensioni: si va dalla maestosa aquila reale (Aquila chrysaetos), che vive fino a 80 anni, ai piccoli uccelli canori, che arrivano a cinque, massimo dieci anni".

Ma esistono delle eccezioni, anche molto vicine a noi, che vanno al di là della nostra percezione quando si guarda alla vita media dell'animale da un punto di vista strettamente biologico e non paragonando la durata a quella umana: il cane. Sempre Pirrone, infatti, ha sottolineato che "come è facile aspettarsi, però, anche a questa regola esistono alcune eccezioni. Per citarne una, si pensi ai cani domestici: ad essere più longevi sono proprio quelli di taglia più piccola".

Ritornando nel mondo dell'acqua, è lì che si trova poi il vertebrato più longevo al mondo su cui abbiamo realizzato anche un video divulgativo per conoscere i suoi segreti: lo squalo della Groenlandia che può raggiungere un'età media di almeno di 272 anni.

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Un mito da sfatare, invece, è quello che "le tartarughe non muoiono di vecchiaia". Quelli che sono generalmente riconosciute come tra gli animali più longevi, infatti alcune specie possono vivere anche per 100-200 anni, si crede che non abbiano "problemi di salute" quando arrivano alla fase anziana della loro esistenza.

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Tartaruga gigante aldabra selvatica (Aldabrachelys gigantea) sull’isola delle tartarughe Curious, isola delle Seychelles. Questa specie può arrivare a vivere per più di 200 anni

La dottoressa Pirrone ha spiegato anche questo aspetto, rispondendo alle domande dei lettori di Kodami al riguardo e chiarendo i motivi per cui però le testuggini, a seconda della specie, sono così longeve sebbene, appunto, prima o poi anche loro muoiono perché l'organismo cede: "Accade per tre motivi principalmente: il metabolismo lento aumenta la loro resistenza allo stress ossidativo, lo sviluppo di particolari adattamenti fisiologici le rende capaci di sopravvivere anche in condizioni abientali estreme e la presenza di particolari enzimi, detti ‘telomerasi', stabilizza il loro DNA e riducono la probabilità che si sviluppino mutazioni genetiche".

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