
La Regione Veneto darà 3 euro per ogni nutria uccisa dai cacciatori durante la campagna di abbattimento che si chiuderà alla fine di dicembre. Il rimborso sull'animale abbattuto si va ad aggiungere ad altre tipologie già previste nel piano di abbattimento della Regione, come i rimborsi chilometrici e quelli per le cartucce.
Il piano e le sue modalità di attuazione ha attirato le attenzioni (e le critiche) degli attivisti per i diritti degli animali: "Tre euro: questo è il valore che la Regione Veneto attribuisce alla vita di una nutria", è la denuncia dell'Oipa.
Il piano della regione per il contenimento della nutria in Veneto
La nutria (Myocastor coypus) è tra i roditori più grandi al mondo. Originario del Sudamerica è stato introdotto in Europa dall'uomo durante il Novecento per la produzione di pellicce, ma negli ultimi decenni alcuni individui sono tornati in natura espandendo il proprio areale in diversi paesi, compresa l'Italia dove ha avuto un forte incremento negli ultimi anni.
Per fare fronte alla sua espansione anche in Veneto, la Regione ha dato il via nel maggio scorso a un piano per il controllo e l'eradicazione della specie che si concluderà a dicembre. Nella delibera regionale si legge che "la presenza della specie nutria sta arrecando notevoli danni al territorio, alle attività antropiche, alla rete idrica idraulici, con possibile aumento dei casi di dissesto idrogeologico e forte impatto negativo sull’ambiente, dovuto all’indebolimento causato dalle tane che le nutrie scavano, favorisce gli smottamenti e i cedimenti degli argini, aumentando il rischio di alluvioni e allagamenti".
L'habitat principale della nutria sono infatti i corsi d'acqua e i canali e per questo la Regione di è proposta di promuovere la riduzione della popolazione fino a raggiungere un non meglio specificato "livello sostenibile per l’ecosistema locale e per le attività antropiche".
Da qui la necessità di agire sul numero degli esemplari tramite gli abbattimenti dei cacciatori. Per ogni uscita, ciascun controllore dovrà indicare la data ed il numero dei capi abbattuti e il numero delle cartucce utilizzate. Essendo considerato al pari di un servizio alla comunità, ogni cacciatore beneficerà di un rimborso che sarà calcolato in base alla spesa effettivamente sostenuta e documentata per lo svolgimento dell’attività: cartucce utilizzate, carburante, dispositivi di protezione individuale, spese di funzionamento, assicurazione, spese per licenze di caccia, quote associative, spese per rinnovo porto d’armi.
Il rimborso spese riguarderà anche i capi abbattuti: sarà riconosciuto fino ad un massimo di 3 euro per ogni nutria. Proprio questo punto ha attirato l'attenzione degli animalisti dell'Oipa: "Non siamo di fronte a una macabra caccia a premi, ma a un piano di contenimento di una specie considerata invasiva trasformato in un vero e proprio massacro".
L’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali) ha condannato l’iniziativa, che "rischia di incoraggiare uccisioni e violenza che possono ripercuotersi negativamente sulla fauna selvatica e sull’intera comunità"
L'appello dell'Oipa: "Ritirare il provvedimento"
L’Oipa ha chiesto alla Regione Veneto di ritirare il provvedimento, mettendosi da subito a disposizione per un confronto volto alla creazione di piani di prevenzione efficaci, che abbiano come obiettivo la tutela del territorio e della biodiversità, nel pieno rispetto dei diritti animali, come spiega Alessandro Piacenza, responsabile tutela fauna selvatica dell'organizzazione: "La prevenzione risulta il metodo migliore per la gestione degli animali selvatici, e questo vale anche per le nutrie: l’Oipa porta come esempio virtuoso di gestione non cruenta delle nutrie l’iniziativa del Comune di Parma, dove una colonia è stata censita, sterilizzata e vive in un luogo protetto e controllato".
"Tramite strategie mirate di sterilizzazione e monitoraggio, è stato possibile concedere uno spazio protetto a questi animali, evitandone la soppressione cruenta – aggiunge Piacenza – La colonia viene monitorata e gli interventi sulla gestione avvengono in modo etico ed efficace, garantendo un equilibrio tra la presenza delle nutrie e la sicurezza del territorio. Invece di fare battaglia ai lupi e sparare alle nutrie, sarebbe ora di lasciare che la natura faccia il suo corso, visto che i lupi sono i naturali predatori delle nutrie. La mano umana fa solo danni".