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24 Dicembre 2025
8:08

In Inghilterra si vuole vietare la bollitura delle aragoste. Perché è arrivato il momento di fermare questa pratica

Ritorna in Inghilterra la proposta da parte di parte del Governo di vietare la pratica di bollire da vivi i crostacei. La nuova strategia si inserisce in un contesto più ampio volto a migliorare le leggi sul benessere animale.

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Bollite vive. Non dovrebbero essere necessarie altre parole per comprendere la sofferenza delle aragoste, e in generale dei crostacei che mangiamo, per capire perché anche in Inghilterra adesso si sta pensando a vietare  questa pratica culinaria. Ma accanto al fatto che siano appunto cucinate quando ancora sono in vita è necessario aggiungere che si tratta di esseri senzienti, capaci di provare dolore.

Ad aggiungersi così agli ancora pochi paesi nel mondo che hanno deciso di vietare questa pratica o che si dirigono verso questa scelta, ora si aggiunge di nuovo l'Inghilterra con un annuncio da parte del Governo relativamente a un cambiamento macroscopico nell'ambito del benessere animale.

"I crostacei sono esseri senzienti": cosa prevede la nuova strategia governativa

In realtà l'idea di fermare questa tecnica di uccisione delle aragoste oltremanica non è una novità. Già quattro anni fa l'allora esecutivo aveva commissionato uno studio ad alcuni esperti della London School of Economics (LSE) in cui si era appunto accertato che  "solide prove scientifiche dimostrano che i crostacei decapodi e i molluschi cefalopodi sono esseri senzienti".

Ora dunque il Governo torna alla carica, sostenuto chiaramente dalle associazioni animaliste per le quali continuare ad acconsentire alla pratica della bollitura da vive delle aragoste e degli altri crostacei è anacronostico e inaccettabile, considerando che in Gran Bretagna il Parlamento ha già emanato una legge in cui è scritto nero su bianco che i crostacei sono esseri senzienti ma che non ha portato però a una tutela di questi animali concreta, ovvero fermando lo scempio che accade dentro le cucine.

La strategia che ora viene proposta è portata avanti dai laburisti e, come accennavamo, all'interno di una cornice più ampia di norme che mirano ad allargare le maglie della tutela degli animali in tutto il Regno Unito. La strada che si intende intraprendere per cambiare le tecniche di bollitura dei crostacei è di vietarne l'uccisione quando sono ancora coscienti e di obbligare i cuochi a procedere con quelli che vengono definiti "metodi più compassionevoli", come ad esempio lo stordimento elettrico di raffreddarle sottoponendole a getti di aria fredda o immergendole nel ghiaccio prima di cucinarle.

Bollire le aragoste è ancora una pratica comune: i pochi paesi che lo hanno vietato

Norvegia, Nuova Zelanda, Svizzera e in parte anche Italia hanno già vietato la pratica di uccisione dei crostacei attraverso la bollitura quando gli animali sono ancora vivi.

Partendo dal nostro Paese, non esiste ancora una legge in tal senso ma nel 2021 in Comune di Parma si è distinto per una decisione "storica". Emanando il nuovo regolamento per il benessere e la tutela degli animali è stato deciso che i crostacei non possono essere più cucinati da vivi e si è anche stabilito che è vietato legare le chele a questi animali. Ma questa decisione in realtà deriva da un caso in particolare, arrivato nelle aule di giustizia della Corte di Cassazione i cui giudici hanno deciso nel 2017 che esporre aragoste o altri crostacei appunto con le chele legate, poste sul ghiaccio ancora vive e in attesa di un compratore raffigura l'ipotesi del reato di maltrattamento di animali. 

Sicuramente la pratica potrebbe scomparire più velocemente se chef stellati o comunque noti al grande pubblico prendessero una posizione chiara in merito. Lo ha fatto, ad esempio, il giudice di Masterchef Giorgio Locatelli che proprio quando nel 2021 in Gran Bretagna si annunciò per la prima volta l'intenzione di vietare questa tecnica di cottura, rispose positivamente dichiarando di utilizzare già nella sua cucina uno strumento che si chiama "Crustastun", nato da collaborazione tra l’Università di Bristol e un amante delle aragoste, che aumenta i tempi di conservazione dopo l’uccisione e consente di far soffrire poco l'animale e cucinarlo poi da morto.

I paesi in cui invece è già vietato sono pochi: Nuova Zelanda, Olanda, Norvegia e Svizzera hanno da tempo emanato una legge in cui è fatto divieto di procedere con la bollitura da vivi e c'è l'obbligo di procedere con lo stordimento o con altre tecniche da attuare prima della cottura.

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