
Degli animali che vengono sfruttati per motivi di spettacolo in Italia continua ad importare poco all'attuale Governo, come al precedente, che lo scorso luglio ha ancora una volta approvato lo slittamento al 31 dicembre 2026, del decreto attuativo della Legge 106/2022 che lo vieta. Ma non è solo la politica del Belpaese a non portare avanti le questioni che riguardano la vita degli altri esseri senzienti che abitano questo pianeta e come l'uomo continua a usarli per vari scopi. Anche in Francia, infatti, le associazioni animaliste e i politici attenti al benessere animale stanno "combattendo" la stessa battaglia.
L'interrogazione del senatore Francese Jadot: "Continua violazione dl dettato legislativo"
Il senatore ed europarlamentare Yannick Jadot, attivista francese che ha una lunga carriera politica nei Verdi basata proprio sui temi dell'ambiente e della tutela degli animali, ha presentato un'interrogazione parlamentare all'attenzione del Ministro della Transizione Ecologica, della Biodiversità e dei Negoziati Internazionali sul Clima e la Natura sulla "inosservanza del divieto di allevamento e di nuove acquisizioni di animali selvatici in strutture itineranti".
Jadot nella sua lettera mette in evidenza che, nonostante vi sia una legge che risale al 2021, la n. 2021-1539, in cui il Parlamento d'Oltralpe ha stabilito definitivamente che in tutto il Paese vi è il divieto per le strutture itineranti di allevare animali per poi farli esibire negli spettacoli e anche di non poterne più comprare, la pratica non è affatto terminata.
"Questo divieto era ed è un passo avanti volto a preparare e rendere effettiva l'entrata in vigore del divieto di detenzione, trasporto ed esibizione di specie animali non domestiche in strutture itineranti, come previsto dalla stessa legge, a partire dal 1° dicembre 2028", sottolinea l'esponente dei Verdi francesi nell'interrogazione ma segnala che diverse associazioni per la tutela degli animali, tra cui Fondazione "30 Millions d'Amis" hanno verificato la continua violazione del dettato legislativo con diversi circhi che continuano a far riprodurre gli animali selvatici che detengono.
Il problema, identico a quello che avviene anche in Italia, è dovuto "all'assenza di un decreto attuativo pubblicato dal Ministero della Transizione Ecologica che specifichi le sanzioni previste". A quasi due anni dall'entrata in vigore, dunque, come accade invece dal 2022 da noi, la mancanza di tale pubblicazione continua a far sì che i "proprietari" non rispettino quanto stabilito, dando vita ad un'attività ancora "dannosa sia per i numerosi animali presenti in queste strutture itineranti, il cui numero sembra difficile da quantificare, sia per gli attori del settore".
Animali ancora trattati come cose in Italia: il caso di Bambi

In Italia, lo scorso gennaio, si è aperto il processo nei confronti del Circo Busnelli Niuman per il caso dell'elefantessa Bambi, un esemplare di 54 anni sequestrata dai Carabinieri nel Comune di Asola, in provincia di Mantova, il 9 marzo 2023. Secondo i Forestali che avevano eseguito l'operazione, l'animale aveva "poco spazio nel recinto". Successivamente il gip di Mantova aveva confermato il sequestro e il pachiderma non sarebbe dovuto essere più utilizzato per gli spettacoli. Nonostante ciò, essendo rimasto l'animale nelle disponibilità dei circensi, diversi testimoni hanno denunciato alle autorità che Bambi era stata fatta esibire comunque durante un altro spettacolo che era avvenuto a Vicenza.
La storia di questa elefantessa è simile a quella di moltissime altre specie: tigri, leoni, cammelli e così via. Si stima, infatti, che siano almeno 2000 gli animali che fanno parte dell' "indotto" degli spettacoli itineranti. Il giudice che dovrà stabilire quali sono le responsabilità dei detentori di Bambi, però, si esprimerà solo in merito a un'ipotesi di reato che non riguarda il benessere dell'animale in quanto tale. Il reato che è stato contestato, infatti, è quello normato dall'articolo 343 del Codice Penale in cui si parla di "deterioramento delle cose sottoposte a sequestro".