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Il video degli avvoltoi che divorano un cervo in Abruzzo, il fotografo: “Scena impressionante da savana africana”

Nel cuore del Parco d'Abruzzo, la guida Alessandro Franza è riuscito a filmare decine di grifoni che si nutrono della carcassa di un cervo. Una scena rara, ma potente, che racconta il ritorno degli avvoltoi in Italia e il ciclo naturale della vita selvaggia.

3 Novembre 2025
13:56
Intervista a Alessandro Franza
Guida escursionistica e fotografo naturalista
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Decine di grifoni si nutrono di un cervo morto nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Foto di Alessandro Franza

Sembra una scena uscita direttamente da un documentario girato tra le savane africane e invece arriva dal cuore selvaggio dell'Appennino centrale, nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Decine di avvoltoi piombano in picchiata sulla carcassa di un cervo maschio, divorandola in pochi minuti. A documentare in un video questo momento incredibile è stato Alessandro Franza, guida escursionistica di Jamme Trekking, che ci regala uno sguardo privilegiato, crudo, ma autentico, sul grifone in Italia.

"Era una giornata perfetta di fine settembre, nel pieno della stagione del bramito dei cervi – racconta a Fanpage.it Franza -. Eravamo partiti da Pescasseroli per una lunga traversata del Monte Marsicano. Dopo ore di cammino, mentre scendevamo sul versante sud, un'ombra è passata veloce sopra le nostre teste: un grifone. Poi un altro, e un altro ancora. In pochi minuti il cielo si è riempito di decine di grandi sagome. Ne contiamo più di quaranta: stanno convergendo verso un punto non lontano da noi".

L'avvistamento tra le montagne d'Abruzzo: decine di grifoni, un solo cervo morto

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Durante un’escursione, decine di avvoltoi si sono piombati sul corpo di un cervo maschio

Il punto era la carcassa di un grosso cervo maschio adulto, probabilmente morto dopo un combattimento o una caduta. "Abbiamo deciso di restare a distanza per non disturbarli – continua Franza -. Da lontano osservavamo quei giganti scendere uno dopo l'altro, atterrare goffi ma decisi, e poi iniziare il pasto. Un paio alla volta affondavano il collo spoglio nella carcassa, uscendo con la testa rossa di sangue. In mezzo a loro si è fatto largo anche un corvo imperiale, nero e minuscolo accanto a quei corpi enormi".

L'avvoltoio protagonista di questa scena da documentario è il grifone euroasiatico (Gyps fulvus), uno dei più grandi rapaci presenti in Europa. Con un'apertura alare che può superare i 2,7 metri e un peso fino a 10 chili, è un vero gigante dei cieli. Il suo collo nudo e il becco adunco e massiccio non hanno nulla di "macabro", ma sono adattamenti perfetti a una vita da necrofago, ovvero da consumatore obbligato di carcasse, lo "spazzino" della natura.

Il fotografo: "Una scena impressionante, in poche ore gli avvoltoi hanno divorato il cervo"

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Un tempo quai estinto in Italia, il grifone (Gyps fulvus) è tornato nei nostri cieli grazie a diversi progetti di reintroduzione

Per diversi minuti gli escursionisti e la guida restano in silenzio, consapevoli di trovarsi di fronte a una scena forte, ma indispensabile per la salute degli ecosistemi: la morte che diventa nutrimento, la decomposizione che riporta materia ed energia alla terra, il cerchio della vita che si chiude. "Era impressionante – dice Franza -. Sembrava una scena da documentario africano, ma eravamo in Abruzzo, a pochi chilometri dai paesi. In poche ore gli avvoltoi hanno ridotto a ossa e pelle oltre cento chili di carne".

Per secoli il grifone ha popolato le montagne e le falesie dell'Italia centro-meridionale, svolgendo un ruolo ecologico fondamentale nel ripulire gli ecosistemi dai resti di grandi animali morti e prevenire la diffusione di malattie. Ma a partire dall'Ottocento, la riduzione dei grandi ungulati, le persecuzioni dirette, gli avvelenamenti e la graduale scomparsa della pastorizia lo hanno portato sull'orlo dell'estinzione.

Il ritorno del grifone in Italia, un successo per la conservazione e per i nostri ecosistemi

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Il giorno successivo, hanno raccontato i guardiaparco, del cervo non restava altro che lo scheletro

Negli anni 80 e 90 sono quindi partiti diversi importanti progetti di reintroduzione in diverse regioni italiane. Oggi colonie ormai stabili e in forte crescita si trovano nel Parco Naturale Regionale del Monte Velino e proprio nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, dove il grifone è tornato a nidificare stabilmente. Altre popolazioni sono presenti in Sardegna, dove la specie non è mai scomparsa del tutto, ma anche tra Sicilia, Calabria e Basilicata e nella Riserva Naturale Regionale del Lago di Cornino, in Friuli-Venezia Giulia.

È solo grazie a questi progetti che il grifone è tornato a volare tra i cieli italiani, permettendoci così di poter ammirare di nuovo scene incredibili come questa, impensabili anche fino a qualche anno fa. Il giorno successivo, hanno poi raccontato i guardiaparco, del cervo non restava altro che lo scheletro. "Abbiamo assistito – conclude Franza – al ciclo naturale della vita, quello che non fa sconti a nessuno, ma che restituisce un senso profondo a tutto. Perfino la morte di un animale così maestoso diventa parte di qualcosa di più grande".

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