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5 Dicembre 2025
10:55

Il viaggio del corrione biondo dal deserto alla Calabria: “Vederlo è un privilegio unico”

Un rarissimo corrione biondo, un uccello tipico degli ambienti desertici, è stato avvistato in Calabria dopo oltre 40 anni. A Fanpage.it gli ornitologi raccontano l’emozione e il valore ecologico di un incontro unico.

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Intervista a Carlo Calabrò, Giuseppe Martino E Barbara Santostefano
Ornitologi della Stazione Ornitologica Calabrese
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Il corrione biondo (Cursorius cursor), un uccello molto raro in Italia, osservato nei giorni scorsi in Calabria. Foto di Giuseppe Martino

Dalle zone desertiche di chissà dove nel mondo alle coste sabbiose della Calabria, è questo il viaggio compiuto da un corrione biondo, uno degli uccelli più rari da osservare in Italia, avvistato e fotografato dagli ornitologi della Stazione Ornitologica Calabrese in provincia di Reggio. Un incontro che in regione mancava da oltre quarant'anni e che racconta bene cosa significa davvero per un ornitologo o un birdwatcher avere il privilegio di poter osservare un animale così raro:

"Descrivere cosa abbiamo provato è quasi impossibile, si tratta di un uccello che siamo abituati a vedere solo sui manuali e sulle guide", raccontano emozionati a Fanpage.it gli ornitologi dello StOrCal.

Il corrione biondo (Cursorius cursor) è infatti un uccello strettamente legato agli ambienti desertici e semidesertici, distribuito tra le Canarie, il Nord Africa, il Medio Oriente e parte dell'Asia. In Italia è considerato assolutamente raro e accidentale, cioè osservato soltanto in maniera sporadica e imprevedibile. Eppure, questa volta, a scoprirlo per primi non sono stati ricercatori appostati per ore, ma una ragazza del posto che lo ha trovato a pochi passi da sé, mentre mangiava indisturbato in. Poi è partito l'inevitabile passaparola che ha attivato gli esperti.

Il volo del corrione fino alla Calabria, la segnalazione: "Che uccello è questo? Non l'ho mai visto"

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L’uccello è stato inizialmente segnalato grazie a un passaparola che è arrivato fino agli ornitologi della Stazione Ornitologica Calabrese. Foto di Barbara Santostefano

A raccontare per primo questa osservazione è Carlo Calabrò, ornitologo della Stazione Ornitologica Calabrese, che ancora oggi ripensa all'inizio di questa storia con un misto di incredulità e gratitudine. "La segnalazione ci è giunta in maniera completamente casuale", spiega. "Un amico e collega entomologo, Domenico Bonelli, ha ricevuto la foto da una sua conoscente che aveva incontrato il corrione in spiaggia. Gli ha chiesto: ‘Che uccello è questo? Non l'ho mai visto'. Appena ci ha mostrato l’immagine siamo rimasti senza parole: era una specie rarissima, e difficilissima da osservare in Calabria".

Superato lo stupore, Carlo, Giuseppe Martino e Barbara Santostefano hanno immediatamente organizzato un'uscita per localizzarlo. "Per motivi di sicurezza preferiamo non rivelare il punto esatto. Ma posso dire che l'incontro è stato qualcosa di incredibile. È una specie che ho sempre visto sui manuali, pensando che avrei potuto trovarla solo in viaggio. Ritrovarmela davanti, a pochi metri, qui in Calabria, è stato pazzesco", racconta emozionato Calabrò.

Il corrione, racconta ancora Calabrò, era sorprendentemente confidente: "Non mostrava paura, ma noi abbiamo mantenuto sempre una certa distanza, nel massimo rispetto, come si deve fare con qualunque animale selvatico".

Le caratteristiche del corrione biondo, uccello affascinante, ma poco studiato

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Il corrione biondo è un uccello tipico degli ambienti semidesertici di Nord Africa e Medio Oriente e che in Italia viene osservato soltanto in maniera sporadica e imprevedibile. Foto di Carlo Calabrò

Il corrione biondo è un uccello grande più o meno come un piccione e con abitudini prevalentemente terricole, avvero che si muove principalmente a terra, correndo veloce tra sabbia e vegetazione rada, da qui il nome "corrione". Appartiene alla famiglia dei glareolidi, la stessa delle più comuni e facili da osservare pernici di mare, ma è perfettamente adattato a climi molto aridi, dove caccia perlopiù insetti e altri piccoli invertebrati.

Ma nonostante il suo areale vastissimo, è un uccello ancora sorprendentemente poco studiato: "Solo negli ultimi anni – spiega ancora Carlo Calabrò – stanno aumentando le ricerche sulla sua ecologia. Anche la sua migrazione è particolare e molto variabile. Gli individui osservati in Europa potrebbero provenire da diverse popolazioni. Quello che abbiamo visto noi, probabilmente, era diretto verso il Nord Africa, data la vicinanza con le coste tunisine e libiche".

"È la specie più emozionante che abbia mai osservato"

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In Calabria, il corrione è stato osservato appena tre volte dalla fine dell’800 a oggi. Foto di Carlo Calabrò

Per Giuseppe Martino, anche lui ornitologo dello StOrCal, questo incontro è stato uno dei momenti più intensi della sua esperienza sul campo. "Per un naturalista osservare una nuova specie è sempre fonte di enorme gratitudine", dice emozionato. "Quando poi la specie è così rara come questa, l'emozione è ancora più grande. Pensiamo che la prima osservazione documentata in regione è del 1898, poi 1904 e 1982. Mancava da oltre quarant'anni".

L'ornitologo sottolinea anche un aspetto che ha reso questa osservazione unica: il corrione era vicinissimo. "Di solito questi avvistamenti avvengono da molto lontano. Questo individuo, invece, era così confidente da avvicinarsi a pochi metri. Poterlo osservare così bene è stato irripetibile".

Ma questa storia dimostra anche un altro punto importante, ovvero la forza della rete. "L'Associazione Ornitologica Calabrese – racconta ancora – è nata per coinvolgere le persone. Questa osservazione esiste perché una ragazza si è incuriosita, ha fatto una foto e l'ha condivisa con qualcuno che sapeva come muoversi. È il segno che stiamo riuscendo a sensibilizzare le persone verso la fauna selvatica e in particolare gli uccelli".

E poi c'è anche il valore scientifico, conservazionistico e ambientale di questa scoperta. "Il corrione si alimentava nella vegetazione psammofila (tipica degli ambienti sabbiosi, ndr) residua, tra un lido e l'altro, tra una barca e l'altra. È la prova di quanto le spiagge siano fondamentali per le specie migratrici, anche fuori stagione, e di quanto siano fragili a causa delle pulizie meccaniche, delle attività umane e dell'occupazione sempre più invasiva degli arenili", sottolinea Martino.

"Un incontro unico: ci si sente privilegiati"

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Per ornitologi e birdwatcher, osservare specie così rare rappresenta un vero e proprio evento

Anche Barbara Santostefano, anche lei ornitologa StOrCal, ricorda quell'uscita con emozione e un pizzico di trepidazione. "L'eccezionalità dell'osservazione è legata innanzitutto alla rarità estrema della specie", spiega. "Dal 1817 al 2011 sono state registrate in Italia appena 126 segnalazioni. La maggior parte in Sicilia, soprattutto in autunno. In Calabria, invece, solo tre osservazioni in quasi due secoli: 1898, 1904 e 1982. E ora questa".

Il viaggio dei tre ornitologi verso la costa è stato quindi carico di emozioni ma anche di una certa incertezza: "Si ha sempre paura di arrivare tardi, di non trovare più l'animale. E poi all'improvviso eccolo lì davanti a noi. È un momento quasi surreale. Ti senti incredibilmente fortunato, quasi privilegiato".

Barbara Santostefano spera che questo avvistamento possa però trasformarsi in qualcosa di più: "Mi auguro che questo individuo venga rispettato e protetto. E che la sua presenza ricordi a tutti quanto sia importante avvicinarsi alla fauna con sensibilità e consapevolezza. Osservazioni così straordinarie non sono solo un fatto scientifico: sono un invito a guardare la natura con occhi nuovi", conclude l'ornitologa.

Un piccolo uccello che racconta grandi storie di natura e ornitologia

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Un corrione biondo nel suo habitat naturale, gli ambienti desertici e semidesertici

Osservare un corrione biondo in Calabria, e più in generale in Italia, è un evento raro, ma che va ben oltre il prezioso dato ornitologico. Parla di migrazioni che attraversano continenti, di ambienti costieri che, seppure fragili e frammentati, possono ancora offrire rifugio e cibo a specie che devono compiere migliaia di chilometri in viaggio. Ma para anche della curiosità delle persone, della collaborazione tra cittadini e ricercatori, dell'importanza di fermarsi, osservare e condividere.

Ma soprattutto, racconta ciò che naturalisti, ornitologi e birdwatcher cerano sempre di trasmettere e che tutti e tre i protagonisti hanno provato: l'emozione profonda di trovarsi davanti a un animale che non si vede quasi mai, in un luogo dove nessuno se lo aspetterebbe. Un emozione che ti resta per sempre e che, a volte, può persino cambiare il modo in cui guardiamo e rispettiamo la natura e la biodiversità.

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