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Il segreto dei fenicotteri per intrappolare e catturare le prede: creano tornadi sott’acqua agitando piedi e becco

I fenicotteri non si limitano semplicemente a filtrare passivamente l'acqua quando mangiano, ma agitano i piedi e muovono il becco per creare vortici che intrappolano e concentrano le piccole prede verso la bocca.

13 Maggio 2025
11:26
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Quando mangiano, i fenicotteri generano con zampe e becco dei piccoli uragani in acqua che convogliano le prede verso la bocca. Illustrazione di Aztli Ortega

Osservando un fenicottero rosa che mangia a testa in giù nell'acqua si potrebbe pensare che stia semplicemente filtrando placidamente alghe e altri microorganismi. Ma sotto la superficie, in realtà, si scatena un piccolo uragano. Uno nuovo studio appena pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences svela infatti che i fenicotteri, anziché limitarsi a filtrare l'acqua con il becco, eseguono una vera e propria danza idrodinamica per generare mulinelli e catturare attivamente le loro piccole prede.

"I fenicotteri sono predatori attivi", ha detto Victor Ortega Jiménez, professore di biologia integrativa all'Università della California, Berkeley e primo autore dello studio. "Non si limitano a filtrare particelle morte. Stanno cercando attivamente animali che si muovono. Il loro problema è come concentrare queste prede in un punto solo per poi afferrarle". E per farlo, i fenicotteri creano dei piccoli uragani nell'acqua.

Una danza "vorticosa" per catturare le piccole prede

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I fenicotteri mangiano piccoli crostacei come copepodi e artemie saline, che catturano filtrando l’acqua. Foto di Victor Ortega Jiménez, UC Berkeley

Tutto comincia con le zampe, chiamati anche "piedi" dagli ornitologi: ampi, palmati e soprattutto flessibili. Quando i fenicotteri li muovono sul fondale, rimescolano la sabbia e i sedimenti e creano dei vortici – dei mini tornado d'acqua – che spingono il materiale sul fondo verso la superficie. È qui che poi entra in gioco il loro caratteristico becco, una vera e propria arma biomeccanica specializzata. A differenza di molti altri uccelli, i fenicotteri mangiano infatti a testa in giù, con il becco piegato a L rivolto verso il fondale.

Usano poi il loro lungo collo flessibile per spingere la testa in avanti mentre il becco "chiacchiera" (dall'inglese "chattering"), ovvero si apre e si chiude rapidissimamente – fino a 12 volte al secondo – creando ulteriori vortici che intrappolano le prede e le spingono direttamente nella bocca, dove una lingua-pistone le aspira. Questa tecnica, chiamata skimming, sfrutta i cosiddetti vortici di von Kármán, che raccolgono e intrappolano le prede tenendole in sospensione.

La biomeccanica della natura

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Gli uccelli non si limitano semplicemente a filtrare l’acqua, ma generano piccoli uragani che convogliano le prede verso le bocca. Foto di Victor Ortega Jiménez, UC Berkeley

La tecnica  dei fenicotteri è un meccanismo molto preciso e raffinato, quasi ingegneristico, in grado di aumentare di sette volte la quantità di prede catturate. Ortega Jiménez e il suo team hanno studiato questo comportamento utilizzando anche dei modelli 3D di becchi e piedi di fenicottero, video ad alta velocità e simulazioni al computer. Hanno persino attaccato un vero becco a un meccanismo motorizzato per riprodurre artificialmente il movimento di "chattering" e testarne l'efficacia nella cattura di Artemia salina, il tipico "gamberetto" delle saline.

Il risultato? I vortici creati dal becco, insieme a quelli generati dai piedi, funzionano come una trappola invisibile, che concentra tutte le prede in uno spazio molto ristretto e ne facilita la cattura. Un comportamento che ricorda un po' le ragnatele costruite dei ragni, con la differenza che qui  i "fili" sono fatti da acqua che si muove rapidamente. In un certo senso, questa tecnica di caccia stravolge un po' l'idea che abbiamo sempre avuto dei fenicotteri.

Verso una nuova idea di fenicottero

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I fenicotteri sono predatori attivi e super–specializzati

L'immagine del fenicottero cambia infatti radicalmente: non più solo un elegante e placido filtratore che "pascola" setacciando l'acqua, ma un predatore attivo che usa fluidodinamica avanzata, movimenti ritmici e tecniche di caccia specializzate per intrappolare e catturare prede vive. "Sono animali super-specializzati per la filtrazione attiva", ha sottolineato Ortega Jiménez. "Ogni parte del loro corpo – dal becco al collo, dai piedi alla lingua – è ottimizzata per un solo obiettivo: nutrirsi di esseri viventi minuscoli, ma veloci".

Un comportamento affinato e perfezionato in migliaia di anni di evoluzione e che non solo affascina dal punto di vista etologico, ma che potrebbe anche ispirare nuove tecnologie, come robot che camminano nel fango, filtri autopulenti o sistemi per raccogliere microplastiche che copiano il "chattering" dei fenicotteri. Da oggi non guarderemo più i fenicotteri con gli stessi occhi. Sotto la superficie dell'acqua si nascondeva infatti un predatore "spietato", super-specializzato e in grado di creare piccoli uragani. Altro che filtratori tranquilli.

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