
La mosca mangiauomini (Cochliomyia macellaria), è tornata a infestare alcune aree del Centro America, dopo che per decenni si era ritenuto che fosse stata definitivamente eradicata. Il suo ritorno sta generando una grave emergenza, sia sul piano sanitario che economico. Questo parassita insidioso, le cui larve colpiscono prevalentemente il bestiame e, più raramente, anche gli esseri umani, si nutre di carne viva, provocando ferite profonde, gravi infezioni e, in alcuni casi, la morte.
Il suo nome scientifico è Cochliomyia hominivorax, che tradotto significa proprio “che consuma l’uomo”, quindi “mangiauomini”, ma è conosciuta anche come “mosca assassina”.

Come riconoscere la mosca mangiauomini
A un primo sguardo, la Cochliomyia macellaria può essere facilmente confusa con una comune mosca domestica. Tuttavia, esistono alcune caratteristiche distintive che permettono di distinguerle:
- La mosca mangiauomini è leggermente più grande, con una lunghezza di circa 8-10 mm, rispetto ai 6-8 mm della mosca comune
- Il corpo presenta una colorazione blu o verde brillante, occhi arancioni ben visibili e tre strisce sul dorso. Al contrario, la mosca comune ha tonalità prevalentemente nere e marroni
È importante sottolineare che, nello stadio adulto, questo insetto è completamente innocuo. I danni maggiori sono causati durante lo stadio larvale, quando la mosca adulta depone le uova su ferite aperte, dando origine alle infestazioni.

Come avviene l'infestazione degli organismi ospiti: la miasi
Le femmine della mosca mangiauomini depongono le uova nelle ferite aperte di animali a sangue caldo; in mancanza di queste depongono le uova su mucose o in orifizi naturali. I bovini costituiscono il bersaglio principale: le loro dimensioni, la frequente presenza di lesioni esposte e la vicinanza fra i capi facilitano il passaggio del parassita da un animale all’altro. L’insetto può tuttavia infestare anche ovini, suini, equini, cani e, sebbene più raramente, esseri umani.
Una sola femmina fecondata può deporre fino a 500 uova in pochi minuti. In meno di 24 ore le uova si schiudono e le larve penetrano immediatamente nei tessuti vivi, divorandoli, ampliando la lesione ed esponendola a infezioni batteriche che possono condurre alla morte dell’ospite. Il movimento elicoidale con cui le larve si insinuano nei tessuti ricorda l’azione di una vite, da cui il nome comune di “vermi a vite”. L’infestazione così prodotta è definita miasi.
Dopo circa una settimana, le larve abbandonano l’ospite, cadono al suolo e si impupano. Tuttavia, l’infestazione non si interrompe: l’odore emesso dalla ferita attira altre femmine, che depongono nuove uova, dando il via a un ciclo continuo che può rapidamente degenerare. Questo fenomeno si traduce in vere e proprie emergenze sanitarie ed economiche, con gravi perdite nel bestiame e restrizioni alle esportazioni, proprio come accade attualmente in Messico.

La mosca mangiauomini può infestare l'essere umano?
Sebbene i casi di infestazione nell’uomo siano rari, possono comunque verificarsi, in particolare nelle aree in cui è diffuso l’allevamento di bestiame.
Nel giugno 2024, il Costa Rica ha registrato il primo decesso attribuito a questa specie dagli anni ’90, mentre in Messico sono stati segnalati almeno otto casi a partire da aprile dello stesso anno. Va sottolineato, tuttavia, che si tratta di infestazioni curabili: nella maggior parte dei casi, è possibile guarire completamente mediante un intervento chirurgico finalizzato alla rimozione delle larve.
In Italia questa specie non è presente. Potrebbe essere introdotta accidentalmente attraverso viaggi o il commercio di animali, ma le condizioni climatiche temperate dell’Europa non favoriscono la sua sopravvivenza, al contrario di quanto avviene nelle regioni tropicali.
Come eradicare la mosca mangiauomini
La Cochliomyia hominivorax presenta una vulnerabilità che è stata efficacemente sfruttata nei programmi di eradicazione: la femmina di questa specie si accoppia una sola volta nell’arco della sua vita. Questo comportamento riproduttivo consente di applicare con successo la cosiddetta Tecnica dell’Insetto Sterile (SIT, Sterile Insect Technique), un metodo di controllo biologico che ha dimostrato un'efficacia notevole nel corso dei decenni.
Il principio di funzionamento è il seguente: maschi sterili, allevati e sterilizzati artificialmente, vengono rilasciati nelle aree infestate. Quando una femmina si accoppia con uno di questi maschi, le uova che depone risultano non fecondate. Di conseguenza, il ciclo riproduttivo viene interrotto, poiché la femmina ha consumato la sua unica possibilità di accoppiamento senza produrre prole, determinando un progressivo calo della popolazione.
Questo approccio ha portato a risultati significativi: negli Stati Uniti la mosca è stata eradicata nel 1966, mentre in Messico il successo è stato raggiunto nel 1991. Inoltre, per impedire la risalita del parassita verso nord, è stata istituita una cosiddetta “barriera sterile” nell’area orientale di Panama. Tale barriera consiste in un rilascio continuo di maschi sterili, che consente di contenere efficacemente l’espansione dell’insetto verso le zone ormai libere dell’America Centrale e Settentrionale.

Perché la mosca mangiauomini è tornata
Attualmente, la mosca mangiauomini è tornata a risalire verso il Centro America, tanto che l'amministrazione statunitense ha sospeso l'importazione di bovini, bisonti e cavalli provenienti dal Messico come misura precauzionale.
Il ritorno di questa specie, dopo anni di assenza, è attribuibile a una serie di fattori, tra cui il principale sembra essere il traffico illegale di animali. La mosca, infatti, ha una capacità di volo limitata: può spostarsi autonomamente per circa 10 chilometri al giorno in assenza di fonti alimentari. Ciò rende improbabile una diffusione naturale su lunghe distanze. È invece molto più plausibile che il parassita si sia diffuso attraverso il trasporto di bestiame infestato, spesso in condizioni precarie, all’interno di camion che percorrono centinaia di chilometri.
A questa dinamica si sommano altri elementi che ostacolano le strategie di contenimento: l’aumento delle temperature, le difficoltà logistiche nei programmi di eradicazione e, secondo alcune ipotesi ancora in fase di studio, un possibile adattamento comportamentale delle femmine, che potrebbero aver sviluppato una maggiore capacità di evitare i maschi sterili. Su quest’ultimo punto, tuttavia, sono necessari ulteriori approfondimenti scientifici.
Il successo della Tecnica dell’Insetto Sterile, applicata per decenni con risultati notevoli, ha però generato una sorta di falsa percezione di sicurezza. In molti contesti si è abbassata la guardia e, nel tempo, si è persa la familiarità con le pratiche di identificazione e trattamento delle infestazioni. Gli allevatori più giovani, in particolare, si trovano oggi a dover reimparare a monitorare quotidianamente il bestiame e a gestire tempestivamente eventuali ferite o sintomi sospetti.
Di fronte alla nuova diffusione della mosca, i Paesi dell’America Centrale hanno riattivato tutte le misure di controllo. Alla base di questo intervento non c’è solo la tutela della salute animale, ma anche forti motivazioni economiche.