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3 Ottobre 2025
19:30

Il richiamo universale degli uccelli contro i cuculi: un verso d’allarme condiviso per proteggere i nidi

Specie di uccelli lontanissime tra loro emettono e comprendono lo stesso verso d’allarme per difendersi dai cuculi e altri parassiti di cova. Questo richiamo condiviso potrebbe aiutare a comprendere l'origine del linguaggio.

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Un forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus) cerca di allontanare un cuculo (Cuculus canorus) emettendo un verso d’allarme

C'è un linguaggio animale che attraversa oceani, continenti e milioni di anni di evoluzione. È un verso semplice, quasi come un lamento, che uccelli appartenenti a specie molto diverse tra loro e che vivono in angoli differenti sparsi per il globo emettono quando riconoscono un cuculo o altre specie parassite di cova pronte a deporre il proprio uovo nei loro nidi. Un verso dall'allarme anti-cuculo condiviso che tutti sono in grado di comprendere.

Un team di ricercatori, guidato dalla Cornell University insieme alla Stazione Biologica di Doñana, in Spagna, ha scoperto che più di venti specie distribuite in quattro continenti producono un verso d'allarme praticamente identico quando avvistano un cuculo o una specie dalle stesse abitudini. Lo studio, pubblicato su Nature Ecology & Evolution, rappresenta la prima prova di una vocalizzazione che combina sia componenti innate che apprese in più specie e potrebbe fornire nuovi indizi anche sull'origine del linguaggio.

Un verso d'allarme universale per difendersi dai cuculi

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Uccelli diversi sparsi per il mondo usano e riconoscono lo stesso verso d’allarme per difendersi dai cuculi e altre specie che possono deporre uova nei loro nidi

Il parassitismo di cova è un comportamento ben noto: i cuculi (Cuculus canorus) e diversi altri uccelli depongono le proprie uova nei nidi di specie ospiti, costringendo quest'ultime a crescere piccoli non loro, quasi sempre a discapito della sopravvivenza dei propri figli. Alcune specie, per difendersi da questi "parassiti", hanno però sviluppato una serie di strategie e comportamenti difensivi, tra cui un verso d'allarme per segnalare e allontanare l'imminente pericolo nei paraggi. E la risposta a questo verso sembra essere universale.

Quando un uccello emette il richiamo anti-cuculo, si allarmano tutti, non solo le specie che si trovano nei paraggi. Anche alcune lontanissime tra loro, come lo ccricciolo fatato superbo (Malurus cyaneus) in Australia, la prinia fianchifulvi (Prinia subflava) in Africa, il luì di Hume (Phylloscopus humei) in Asia o quello verdastro (Phylloscopus trochiloides) in Europa, hanno sviluppato lo stesso richiamo. Nonostante non si incontrino mai in natura, comunicano quindi con la stessa "lingua".

Quando un uccello sente quel richiamo, si avvicina infatti per investigare e, nel farlo, probabilmente apprende il contesto in cui viene emesso associando quel suono alla presenza di un parassita e imparando così quando e come usarlo. "È una via di mezzo tra i richiami innati che vediamo spesso negli animali e le unità vocali pienamente apprese, come le parole umane", ha spiegato William Feeney, ecologo evoluzionista e tra gli autori principali dello studio.

Versi innati e appresi, la possibile origine del linguaggio

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Un richiamo comune condiviso da specie diverse migliora le possibilità di difesa collettiva e potrebbe aiutare a comprendere l’origine del linguaggio. In foto un pullo di cuculo imbeccato dalla "mamma adottiva" codirosso (Phoenicurus phoenicurus)

Questo processo di trasmissione sociale permette ai richiami di propagarsi all’interno delle comunità di uccelli, creando reti di cooperazione che rendono più difficile il compito dei cuculi o di altri parassiti di covata. Gli scienziati hanno testato anche il richiamo con specie nordamericane come la parula gialla (Setophaga petechia), spesso vittima dei molotro testabruna (Molothrus ater), un altro parassita del nido.

Questi uccelli, però, non producono il verso d'allarme simile, ma ascoltandolo hanno reagito tornando velocemente al nido, anche se senza mostrare comportamenti difensivi nei confronti di un eventuale pericolo. Secondo gli autori, la diffusione di questo segnale vocale è più frequente in ecosistemi dove il parassitismo di cova è particolarmente complesso e diffuso. L'evoluzione avrebbe quindi favorito una sorta di "alleanza comunicativa" tra specie diverse, basata su un richiamo comune che migliora le possibilità di difesa collettiva.

"Per la prima volta abbiamo documentato una vocalizzazione che unisce elementi innati e appresi", ha aggiunto Feeney, "mostrando forse come segnali appresi possano essersi evoluti da richiami istintivi", proprio come ipotizzava già Charles Darwin ne "L'origine dell'uomo" del 1871. Questa scoperta mette in discussione l'idea che comunicazione animale e linguaggio umano sia due cose ben distinte. Forse, come suggeriscono gli autori, il linguaggio stesso potrebbe essere nato una combinazione di segnali innati e vocalizzazioni apprese.

E in questo coro planetario contro i cuculi, si intravede un possibile spaccato di questo tipo di evoluzione.

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