UN PROGETTO DI
12 Novembre 2025
12:53

Il Regno Unito verso la fine della sperimentazione animale grazie all’IA applicata a tessuti umani stampati in 3D

Il Ministro della Scienza Patrick Vallance ha presentato una "road map" per arrivare alla messa al bando della sperimentazione sugli animali a iniziare dal 2026.

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La Gran Bretagna potrebbe essere a un passo dall'addio definitivo alla sperimentazione su animali. Il Governo ha infatti presentato un piano d'azione che mira ad iniziare dal 2026 ad eliminare definitivamente i test sugli altri esseri viventi, a fronte dell'utilizzo nella ricerca dell'Intelligenza artificiale integrata con modelli stampati in 3d di tessuti umani.

La strategia per l'uscita definitiva dall'uso dei test su animali è stata presentata dal ministro della Scienza, Patrick Vallance, e la notizia è stata diffusa da una delle principali testate giornalistiche del Regno Unito, il Guardian, che ha reso nota quella che è stata definita a tutti gli effetti la "road map" per arrivare a sostituire la sperimentazione sugli animali che avviene nei laboratori con tecniche innovative e che sono oggi alla portata della scienza.

Ad esempio, lì dove si seguisse appunto il percorso paventato nella strategia governativa, si punta a far sì che nel 2027 si riesca ad escludere la sperimentazione sui topi nei test per la resistenza del botulino e, entro il 2030, a ridurre anche i test su primati e cani.

Come scienza e tecnologia possono evitare morte e sofferenza agli animali usati nella sperimentazione

Il punto fondamentale per un vero cambiamento, ovvero il momento in cui si è capito che i tempi sono maturi per evitare morte e sofferenza a milioni di animali a vantaggio degli esseri umani, è l'evoluzione dell'Intelligenza artificiale e delle tecnologie di biostampa. Del resto l'influenza dell'IA la vediamo nel nostro quotidiano sempre di più in cose anche molto banali e non poteva non essere considerata uno strumento efficace anche per questo tema così delicato. L'associazione con la biostampa 3D, però, è la chiave di volta secondo la relazione del governo britannico per procedere davvero a un piano d'azione che punta al bando totale della sperimentazione sugli animali.

La combinazione delle due tecnologie, secondo gli esperti, consente di far sì che l'IA provveda all'analisi di tutti i dati in modo tale che riesca a prevedere la reazione sull'essere umano dell'elemento che si sta analizzando e che la biostampa consenta di provare il farmaco o il prodotto su un tessuto identico a quello umano anche attraverso lo sviluppo di quelli che sono definiti "mini organi", ovvero microchip che replicano ad esempio il funzionamento di un rene o di un altro organo appunto.

Altri piani previsti dalla strategia riguardano anche altri tipi specifici di test che vengono ancora effettuati, come ad esempio quelli che si compiono per  valutare il potenziale di irritazione cutanea e/o oculare sugli animali che si vuole vengano definitivamente banditi entro la fine del 2026.

Una strada complessa tra interessi economici e valutazioni etiche

"Nessuno nel nostro Paese, dove gli animali sono amati, vuole vedere sofferenza e il nostro piano sosterrà il lavoro per porre fine alla sperimentazione animale ovunque possibile e per introdurre alternative non appena sarà sicuro ed efficace farlo". E' una delle dichiarazioni programmatiche del Ministro della Scienza e il fatto che sia stato proprio il titolare di questo Dicastero a voler mettere in campo la strategia è un passo politico decisamente importante. La strada non è semplice, chiaramente, e dovrà scontrarsi con il dato di fatto che la stessa road map contiene dei passaggi in cui si sottolinea che il bando totale potrà essere possibile solo quando si avranno strumenti completamente efficaci e realmente usati dalle aziende e dai laboratori di ricerca, soprattutto per gli studi legata alle malattie umane.

Intorno al mondo della ricerca scientifica in cui si utilizzano altri esseri viventi, poi, c'è una filiera che deve essere coinvolta e a cui dare risposte alternative valide ed economicamente sostenibili: comitati etici, agenzie di verifica, formazione delle varie professionalità coinvolte e così via.

Ciò che sta per succedere in Gran Bretagna, però, è sicuramente un segnale molto forte rivolto a tutto il Globo, Europa in primis, che induce a mettere in pratica un ragionamento simile anche ali altri governi. Se infatti davvero funzionasse la strategia presentata, il Regno Unito avrebbe un vantaggio competitivo notevole nel mercato della ricerca e della filiera scientifica/farmaceutica. Gli altri Stati, da ora in poi, saranno almeno obbligati anche e soltanto per questioni economiche e futuri investimenti a guardare con attenzione cosa accade Oltremanica per non rimanere indietro in un futuro che non è lontano. Anzi, è già tra noi.

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