UN PROGETTO DI
10 Giugno 2025
17:10

Il “profumo” della maternità sui cani: l’olfatto può influenzare l’istinto materno delle femmine?

Un studio tutto italiano dimostra che annusare il liquido amniotico non fa aumentare i livelli di ossitocina nelle cagne: l’olfatto da solo non basta quindi a “riattivare” la maternità, che evidentemente non è solo una questione di naso.

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Può l’esposizione olfattiva al liquido amniotico influenzare l’ossitocina e accendere l’istinto materno nelle cagne?

Il mondo sensoriale dei cani è un universo che spesso facciamo ancora fatica a immaginare e, tra tutti, l'olfatto è sicuramente il senso che più ci affascina e ci lascia sorpresi per la sua straordinaria potenza. Gli odori sono infatti un elemento essenziale per l'universo sensoriale canino e influenzano una buona parte dei suoi comportamenti, soprattutto quelli più "primordiali". Ma può un odore – per esempio uno legato alla maternità – risvegliare qualcosa di profondo in una cagna che non è incinta né in allattamento?

È questa la domanda che si sono posti alcuni ricercatori italiani in uno studio recentemente pubblicato sulla rivista Dog Behavior. Il team, formato da ricercatori delle Università di Tor Vergata di Roma, Pisa e Napoli, ha indagato se l'esposizione al liquido amniotico – una sostanza fortemente carica di segnali olfattivi legati alla maternità – potesse influenzare i livelli di ossitocina, l'ormone considerato il "motore" dei comportamenti materni e del legame sociale in molte specie animali, incluso il cane.

L'ossitocina, l'ormone delle relazioni (non solo materne)

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L’ossitocina è un ormone che ha un ruolo importante nel legame madre–figlio e non solo

L'ossitocina è infatti ben nota per il suo ruolo nel parto e nell'allattamento, ma è anche fondamentale nei legami affettivi e in generale nei comportamenti sociali, tanto che il semplice accarezzare un cane può aumentarne i livelli nella saliva. "Ci siamo concentrati sull'ossitocina poiché è un ormone ampiamente riconosciuto per il suo ruolo nel comportamento materno e nel legame sociale in diverse specie, inclusi i cani", spiega Luigi Sacchettino del Dipartimento di Medicina Veterinaria e Produzione Animale della Federico II di Napoli.

Le protagoniste dell'esperimento sono state alcune femmine di Labrador Retriever nella cosiddetta fase di anestro, ovvero quel periodo del ciclo riproduttivo in cui l'organismo della cagna è a riposo: niente calore, niente gravidanza, niente predisposizione all'accoppiamento. Insomma, il momento in cui la maternità (potenziale o effettiva) è completamente "spenta" e le interferenze fisiologiche "interne" che avrebbero potuto influenzare i livelli ormonali sono quindi ridotte al minimo.

"Abbiamo scelto questo momento proprio perché volevamo capire se uno stimolo esterno, come un odore legato al parto, potesse innescare un'attività ormonale tipica della maternità anche in assenza di condizioni fisiologiche adeguate", spiega invece Valentina Gazzano dell'Università di Pisa. Curiosamente, le cagne pluripare – ovvero quelle che hanno già avuto più cucciolate – hanno mostrato livelli di ossitocina salivare più alti rispetto alle primipare, un dato che suggerisce come l'esperienza materna lasci un'impronta duratura nella fisiologia delle femmine.

Un profumo che non accende l'istinto materno

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L’ossitocina non è aumentata in modo significativo, prova che anche per i cani gli odori e l’olfatto non sono tutto e non bastano ad "accendere" l’istinto materno

Eppure, nonostante queste premesse, i risultati dello studio sono stati in parte del tutto inaspettati. Dopo aver somministrato per via olfattiva e orale piccole quantità di liquido amniotico alle cagne, i ricercatori hanno misurato i livelli salivari di ossitocina prima e dopo il trattamento. I risultati? Nessun aumento significativo dell'ossitocina nella saliva. Anzi, in alcuni casi si è osservata una lieve diminuzione dell'ormone, più marcata proprio nelle cagne che erano state esposte al liquido amniotico.

Secondo il primo autore dello studio Asahi Ogi, una possibile spiegazione è che, in assenza di una gravidanza in corso, questo odore così "forte" e biologicamente carico possa essere percepito come estraneo o persino inibitorio. È un'ipotesi che trova riscontro anche in studi su altri mammiferi, dove segnali olfattivi legati alla maternità possono bloccare la risposta materna se arrivano nel momento "sbagliato".

Questo studio, pur non confermando l'effetto "scatenante" dell'olfatto sulla maternità canina, apre una finestra importante sulla complessità del comportamento materno, riportano invece i coautori Angelo Gazzano e Chiara Mariti dell'Università di Pisa.

Non basta un odore, per quanto potente, a risvegliare l'istinto: ci vogliono anche gli ormoni giusti, l'esperienza, il contesto. La maternità, insomma, non è solo un fatto di naso per le cagne, ma un intreccio profondo di corpo, mente, ormoni, storia ed esperienze personali. La ricerca – concludono gli autori – rappresenta solo un primo passo. Serviranno altri studi per comprendere fino in fondo come gli stimoli sensoriali influenzino il comportamento materno. Ma una cosa è certa: per quanto importanti per i cani, gli odori non sono tutto.

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