UN PROGETTO DI
29 Giugno 2025
12:58

Il patentino per cani “potenzialmente pericolosi” non sarà obbligatorio per tutti: chi compra da allevatori ENCI è escluso. Chi adotta no

Se dovesse passare la Proposta di Legge della Regione Lombardia a livello nazionale, il patentino non sarà obbligatorio per chi compra cani di una determinata tipologia che fanno parte della cosiddetta "save list" da allevatori che hanno il suffisso dell'ENCI. Un altro tassello si aggiunge a una normativa che così disincentiverebbe le adozioni responsabili a fronte di acquisti fatti apposta per evitare i controlli sul benessere del cane e sulle competenze dei proprietari.

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Guardate il cane in questa foto: potrebbe essere simile al cucciolo di cui vi siete innamorati in un canile o rifugio qualsiasi di tutta Italia. Bene, facciamo finta per un attimo che sia stata approvata in Parlamento e dunque a livello nazionale la Proposta di Legge passata il 24 giugno 2025 in Consiglio Regionale della Lombardia e voi siate in procinto di adottarlo. Chi ve lo sta per consegnare deve ricordarvi che quel meticcio ha sicuramente i tratti genetici  di un Terrier di tipo Bull (Amstaff o Pitbull ad esempio) e dovrete obbligatoriamente seguire quanto stabilito per i cani che sono entrati nella cosiddetta "save list": ottenere un patentino perché quel cucciolo, da adulto, per legge è considerato "potenzialmente pericoloso".

Fin qui potreste pensare che sia una norma legittima e che garantisca ciò che ancora manca in questo Paese come in tanti altri: adottare responsabilmente al di là dell' "innamoramento" estetico, sapendo invece quali sono le motivazioni e le caratteristiche generali dei cani in modo tale da poi calare la teoria nella relazione quotidiana con quel singolo individuo che avete scelto.

Ciò, però, non varrà se – sempre in un futuro ipotetico fin quando la proposta regionale non sarà approvata a livello nazionale – comprate un cucciolo proveniente da un allevamento che ha il suffisso ENCI ma che comunque fa parte delle 26 razze indicate nella lista: in questo caso sarete esclusi da qualsiasi verifica.

Sì, è questo il senso di un emendamento alla proposta: la persona che vivrà con un cane che appartiene a razze che ancora una volta sono definite "potenzialmente pericolose" può rimanere ignorante rispetto alle necessità etologiche e alle caratteristiche specifiche di quella tipologia di quattro zampe perché tanto c'è la "garanzia" che l'allevatore avrà selezionato "il cane più buono del mondo" e l'umano di riferimento non deve essere in alcun modo, lui, educato.

Questo è senza giri di parole quello che è scritto nero su bianco e ciò sui cui i parlamentari dovranno confrontarsi rispetto ad una Proposta di legge che è stata presentata a suon di proclami in cui si è messo in evidenza la salvaguardia del cane e la necessità di fare cultura ma che si traduce poi nel controsenso che se comprati con tanto di pedigree i cani allora sono automaticamente già di loro perfetti. Di conseguenza, dunque, un Dogo, un Pastore Tedesco o un Terrier di tipo Bull tutti potrebbero averlo al fianco senza bisogno di alcun corso ma a suon di denari che hanno speso per comprarlo.

A renderlo noto è stato direttamente il presidente dell'ENCI, Dino Muto, che si è sentito in dovere di pubblicare sul sito ufficiale una precisazione a sua firma proprio per sottolineare che "la proposta prevede la formazione obbligatoria per i proprietari di cani ‘simil razza' o frutto di incroci tra razze contenute in una speciale save list. Vengono esclusi dalla formazione obbligatoria, in quanto al centro di un percorso selettivo che minimizza tare comportamentali, tutti i cani di razza iscritti al Libro genealogico tenuto dall’ENCI, compresi quelli delle tipologie elencate nella save list".

E se non si trova riferimento a questo passaggio nel testo della Proposta di Legge è perché è contenuto in un emendamento a cura dello stesso relatore, il consigliere della Lega Roberto Anelli, che è stato allegato alla documentazione ufficiale inviata alla Commissione Salute della Camera dei Deputati in cui vengono spiegate anche le motivazioni per cui si è arrivati a questa decisione.

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Insomma, il fatto che l'allevatore compia una selezione (come definirla? attenta e accurata?) è di per sé – secondo il Consiglio Regionale Lombardo che ha approvato il documento – una certezza che quell'animale è privo di "tare comportamentali", praticamente. E ciò basta e avanza evidentemente a chi ha formulato il dettato, non attribuendo in sostanza al futuro umano di riferimento alcuna responsabilità né necessità di dover conoscere le caratteristiche di queste "temibili razze" se comprate in un allevamento ENCI ma che contemporaneamente sono talmente pericolose che hanno portato di nuovo a dover fare una lista di proscrizione, praticamente.

Ricordandoci poi che nella proposta viene subito specificato che tutto ciò è fatto "al fine di promuovere il possesso responsabile degli animali e la tutela della salute pubblica e dell’incolumità delle persone" nonché il benessere dei cani stessi, non può non nascere la solita domanda che da tempi antichi nel mondo della politica ci si pone: cui prodest? A chi giova questo emendamento?

Ora, in altri articoli abbiamo già provato a fare un po' d'ordine per chiarire diversi aspetti controversi che derivano da questa proposta di legge a cui però si è aggiunto adesso questo tassello che genera, comprensibilmente, ulteriore polemica su un dettato normativo che pur partendo da un presupposto legittimo, ovvero tutelare le persone e gli animali da relazioni sbagliate dovute alla scarsa conoscenza dell'etologia dei cani (sebbene solo di determinate tipologie), sembra sempre di più poco rivolto a questo scopo e diretto invece al controllo e agli interessi solo di alcuni nel mondo della cinofilia.

Quali sono le tipologie di cani

E' bene ora ricordare quali solo le tipologie di cani che sono state incluse nella lista, così da avere un quadro chiaro sebbene c'è proprio un controsenso di partenza ora che è arrivata anche questa precisazione sul pedigree: la parola razza, a questo punto, non dovrebbe proprio essere usata ma tenersi al massimo su "tipologia" visto che sono considerati di razza in Italia solo i soggetti che provengono da allevamenti iscritti all'ENCI e che nei fatti sono automaticamente esclusi dall'obbligo di patentino.

Ma su questo poco si sarà ragionato, visto che nell'elenco ad esempio ci sono anche gli American Pitbull Terrier, sicuramente animali sulla bocca di tutti quando si parla di "pericolosità". Questa razza, però, non è riconosciuta proprio dall'ENCI e, per tanto, non ci possono essere allevatori che ne garantiscono la "purezza" attraverso il pedigree. Quindi, per essere chiari, se vorrete vivere con un Pitbull non avete altro da fare che svolgere il corso e il test per ottenere il patentino: vi stanno dicendo che quel cane è pericoloso a prescindere da tutti i punti di vista, tanto che manco si riconoscono gli "allevatori seri" nel nostro Paese.

Detto ciò, le altre 26 "razze" sono alcune indicate con precisione e altre invece inquadrate come mix di determinate tipologie tanto da avere un allegato in cui si parla esplicitamente della morfologia per dare indicazioni su come riconoscere se un soggetto rientra o meno nelle categorie per cui vi è l'obbligo di prendere il patentino.

Ecco quali sono:

  1. Dogo Argentino
  2. Fila Brasileiro
  3. Tosa giapponese
  4. American Pit Bull Terrier
  5. Bull Terrier
  6. American Staffordshire Terrier
  7. Bullmastiff
  8. Rottweiler
  9. Cane corso
  10. American Bulldog
  11. Cane da pastore di Charplanina
  12. Cane da pastore dell’Anatolia
  13. Cane da pastore dell’Asia Centrale
  14. Cane da Pastore del Caucaso
  15. Cane da Pastore Maremmano Abruzzese
  16. Cane da Pastore Belga Malinois
  17. Pastore Tedesco
  18. Rafeiro do alentejo
  19. Rhodesian Ridgeback
  20. Tosa Inu
  21. Bandog
  22. Boerboel
  23. Akita Inu
  24. Akita Americano
  25. Cane Lupo Cecoslovacco
  26. Cane Lupo di Saarloos
  27. Qualsiasi cane di razza mista che sia morfologicamente assimilabile a una delle razze o tipologie sopra indicate.

In cosa consiste il patentino per chi vivrà con un cane che fa parte della "save list": spazio agli addestratori

Ora facciamo un focus sul percorso che deve svolgere chi, a questo punto, adotterà un cane o lo comprerà privo di pedigree. Il "proprietario" dovrà affrontare due step e un esame finale.

Precisiamo subito che un altro emendamento è stato inserito a favore di una categoria specifica, anche questa molto cara all'ENCI. Il primo modulo prevede infatti  l'obbligo di frequentare un corso teorico di "almeno dieci ore" che si può fare anche online i cui docenti, come recita la Proposta di Legge, sono "i veterinari ufficiali dell’azienda sanitaria competente che organizza il corso e i veterinari esperti in comportamento animale". Il secondo modulo, invece, riguarda la parte pratica, dura sei ore ed "è teso a fornire indicazioni sulla corretta conduzione e gestione del proprio cane, con una valutazione della capacità del proprietario del cane e delle caratteristiche psicofisiche e caratteriale dell’animale". I docenti nella stesura della Pdl di questa seconda fase così come è stata votata la proposta "sono educatori o istruttori cinofili riconosciuti di comprovata esperienza" ma ecco la sorpresa: gli estensori si erano dimenticati di includere gli addestratori, tanto cari all'ENCI in primis, e c'è voluto un altro emendamento per mettere una pezza:

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Tutto il percorso formativo, comunque, si conclude con un test pratico che si chiama CAE-1 che sarà supervisionato – sembra quasi scontato doverlo precisare a questo punto – da due giudici dell'ENCI e da un veterinario esperto in comportamento.

Per quanto riguarda le spese in generale, vale sia per il primo che per il secondo modulo che "il costo della partecipazione è definito a livello regionale per uniformare le tariffe" ed è a carico del cittadino.

L'esame finale può essere rifatto per un massimo di tre volte, pena il sequestro dell'animale, cosa che accade anche "nei casi in cui il proprietario rifiuti la frequenza del percorso formativo obbligatorio o sia documentata l’incapacità nella gestione".

Il rischio: cani e umani di serie a e di serie b

Tirando le somme di quanto sta accadendo, lo scenario che si prospetta è molto complesso, genera confusione e non aiuta a favorire una corretta comprensione da parte delle persone sull'importanza della conoscenza dell'etologia del cane in quanto tale e ciò non può essere negato.

Questa proposta di legge presta il fianco apertamente a errori concettuali che non possono soddisfare le premesse per cui era nata e su cui si afferma che è stata costruita, ovvero il far apprendere alle persone il concetto di relazione responsabile con il cane.

Ciò doveva essere il faro da seguire, semplicemente, a prescindere poi da dove una persona decida di andare a prendere l'animale ma non a prescindere dal dato di fatto che si spendono milioni di euro per il mantenimento dei canili, cosa che dovrebbe spingere a incentivare i cittadini ad adozioni responsabili per svuotare le gabbie in cui sono reclusi animali condannati a un "fine pena mai" più che indirizzare all'acquisto strizzando l'occhio a un'interpretazione "furba" che sta prendendo piede. Imporre un "patentino", che si sia d'accordo o meno, se non è rivolto con equità verso i cittadini tutti a prescindere dalla disponibilità economica viene percepito dall'opinione pubblica come un favoritismo riservato "a chi ha i soldi per comprare il cane che non deve fare altro che sborsare e nessuno gli romperà le scatole".

E l'animale, in tutto questo, ancora una volta diventa un oggetto e non un soggetto di diritto cui per primo bisognerebbe porre l'attenzione da parte del legislatore, a fronte proprio di altri episodi di cronaca che purtroppo continuano ad avvenire e sempre legati all'irresponsabilità delle persone in cui, con o senza pedigree, un cane non è mai il vero colpevole.

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