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Il Messico ha detto basta ai delfinari. Con un voto unanime, il Senato ha approvato la "Legge Mincho" che vieta gli spettacoli con delfini e altri mammiferi marini. Un cambiamento epocale, frutto di anni di pressioni da parte di attivisti, scienziati e persone stanche di assistere al maltrattamento di animali intelligenti e sociali, costretti a vivere in vasche minuscole, esibirsi per il pubblico e interagire con turisti in nome del divertimento. La modifica della legge sulla fauna selvatica vieta ogni tipo di sfruttamento dei mammiferi marini.
Fanno eccezione solamente le attività di ricerca scientifica rigorosamente supervisionate da enti accademici ufficialmente registrati e approvate dal Ministero dell'Ambiente. Il testo è stato fortemente sostenuto anche dalla presidente Claudia Sheinbaum, che ha voluto dare priorità alla norma durante una sessione straordinaria del Congresso. "Siamo contro ogni forma di violenza – ha dichiarato – ma il maltrattamento animale è spesso il primo segnale di una deriva pericolosa, anche nei confronti degli esseri umani".
La Legge Mincho: dalla sofferenza di un delfino allo stop ai delfinari
A dare il nome alla nuova legge è stato Mincho, un delfino protagonista suo malgrado di un episodio che ha sconvolto il paese. In un video del 2020, emerso però solo di recente, si vede l'animale eseguire un salto durante uno spettacolo al resort Barceló Maya Grand, nello stato del Quintana Roo, per poi ricadere con violenza sulla piattaforma di cemento. L'incidente ha causato danni permanenti al cetaceo, che ha perso completamente la vista da un occhio e parzialmente dall'altro.
Oggi il delfino è stato trasferito in un'altra struttura, ha 35 anni, e continua a convivere con le conseguenze fisiche e psicologiche di quel trauma. A seguito della diffusione del video e di ulteriori segnalazioni – tra cui la morte di due delfini, Alex e Plata – l'autorità ambientale federale (Profepa) ha sospeso tutti gli spettacoli nel resort e avviato ispezioni in tutti i delfinari del paese. A metà maggio, il centro di Dolphinaris Barceló, uno dei delfinari più noti del Messico, è stato chiuso definitivamente e multato per oltre 7,5 milioni di pesos, pari a circa 400.000 euro.
Una rete di "prigioni acquatiche"

In tutto il Messico si contano attualmente circa 30 strutture che ospitano complessivamente più di 350 delfini in cattività, uno dei numeri più alti al mondo. Le principali si trovano a Quintana Roo, ma anche in Guerrero, Veracruz, Baja California Sur, Nayarit e Città del Messico. Per molti, queste strutture non sono altro che "prigioni acquatiche", dove la vita degli animali viene ridicolizzata e ridotta a una mera sequenza infinita di spettacoli, applausi e interazioni forzate con le persone.
La nuova legge non solo vieta però solo gli spettacoli e le attività turistiche che coinvolgono i mammiferi marini, ma introduce anche il divieto di riproduzione in cattività, salvo nei casi di eventuali programmi di reintroduzione in natura. Gli animali attualmente nelle strutture non potranno tornare in natura, ma dovranno ricevere cure adeguate e permanenti, con i centri saranno soggetti a controlli rigorosi e a pesanti sanzioni in caso di violazioni.
Una svolta culturale, non solo in Messico
La scelta del Messico segue quella presa recentemente Francia, dove è già stata approvata nel 2021 una legge simile che vieta gli spettacoli con i cetacei. Delfini, orche e altri grandi mammiferi marini detenuti in parchi acquatici e strutture ricreative, sono infatti da anni al centro di polemiche, dibattiti e forti critiche non solo da parte di scienziati e attivisti, ma in generale da parte dell'opinione pubblica, sempre più sensibile alle tematiche legate al benessere e alla tutela degli animali.
Negli ultimi anni, infatti, sono meno le persone in tutto il mondo che frequentano queste strutture e la speranza è che questo non sia solo un cambio normativo, ma l'inizio di una vera trasformazione culturale, che riconosca i delfini per ciò che sono, ovvero esseri senzienti, sociali e dotati di intelligenza anche emotiva complessa, e non semplici strumenti di intrattenimento. Il Messico, oggi, ha scelto di stare dalla parte degli animali con una legge che porta il nome di un delfino ferito. Seguiranno anche altri questa svolta culturale?