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Il gatto George ha camminato per 5 chilometri, passando anche intorno ai laghi della zona, solo per riunirsi con il suo umano. George era ricoverato in una clinica veterinaria a Lakeland, in Florida, per un intervento di sterilizzazione. Poco dopo l'operazione però è scappato, ma la sua meta non era casuale: è tornato a casa. E lo ha fatto senza difficoltà nonostante fosse ancora drogato dall'anestesia.
Come ha fatto il gatto George a scappare: "Aveva in corpo droghe assurde"
Il felino fuggitivo ha deciso che era giunto il momento di lasciare la clinica veterinaria dove si stava ancora riprendendo dalla sterilizzazione e così un giorno è scappato dalla sua gabbietta e scavalcato una recinzione. Per diversi giorni ha fatto perdere le sue tracce gettando nel terrore il suo umano, Bob Beasock, che a FOX13 ha raccontato: "Ero sconvolto e con il cuore spezzato".
Gli impiegati della clinica si sono messi subito sulle tracce di George, ma non sono riusciti a prenderlo in alcun modo. Il tutto era molto strano dato che il micio non aveva ancora smaltito del tutto l'anestesia dell'intervento che aveva appena subito. Secondo la volontaria dell'associazione animalista SPCA Florida, Randa Richter, proprio le sostanze ancora in circolo nel corpo di George lo avrebbero reso più coraggioso e favorito nella fuga: "Aveva ancora droghe assurde dopo la sterilizzazione. È riuscito a liberarsi dalla trappola, ha letteralmente scavalcato una recinzione ed è andato nel bosco".
Alla fine, qualche giorno dopo essere scomparso, George è riuscito a raggiungere la sua meta e a tornare a casa, a quasi 5 chilometri dalla clinica. Per farlo ha superato tutti i pericoli che un gatto abituato a vivere in casa può incontrare: auto, altri animali selvatici e anche un lago. Il suo umano Beasock non. ha creduto ai suoi occhi quando ha trovato George sano e salvo non lontano da casa: "Aveva bisogno di un tocco umano, ed è quello che ha ottenuto".
I gatti ricordano la strada di casa e sanno tornare
Pensiamo che solo i cani ne siano capaci, ma molti altri animali, tra i quali anche i gatti, ricordano la strada di casa e, se vogliono, sono capaci di tornare. Nei primi anni Quaranta, lo psicologo Edward Tolman dimostrò che i topi potevano imparare a percorrere un labirinto la cui comprensione non si basava su una ricompensa, suggerendo che gli animali potevano formare una "mappa cognitiva" mentre esplorano.
Questo studio cambiò radicalmente lo studio dell'apprendimento animale: fino a quel momento si pensava che fosse un processo di tentativi ed errori incentivato dalle ricompense. Nei gattini giovani, l'orientamento è un comportamento naturale che diventa evidente quando iniziano a esplorare lo spazio nelle prime settimane di vita. Il cervello del gatto è anche predisposto per esplorare e tornare eventualmente alla loro "tana", che sia la casa o un rifugio selezionato.
Mentre il gatto esplora attivamente i dintorni, raccoglie informazioni spaziali e visive e crea sistemi di riferimento complessi, che utilizza per memorizzare punti di riferimento importanti del territorio e le relazioni tra essi. È questa capacità di comprendere lo spazio che permette al gatto di gironzolare in un territorio familiare, aggiornando nel frattempo la sua personale mappa.
Tuttavia ci sono molte storie come quella di George di gatti che tornano a casa da distanze molto lunghe, in alcuni casi da luoghi completamente nuovi. Finora non c'è una risposta scientifica concreta a questo enigma, come spiega Sonia Campa, etologa esperta nella relazione uomo-gatto: "Un noto neuroscienziato italiano ha spiegato che gli animali inizialmente vagano a caso finché, fortuitamente, finiscono per imbattersi in un indizio ambientale in grado di guidarli verso la strada giusta. È possibile, tuttavia, che alcuni animali, gatti inclusi, riescano a sfruttare indizi molto più sofisticati di quelli forniti semplicemente dal caso, come ci insegnano molte specie di migratori: la posizione e l’inclinazione del sole, la temperatura, l’umidità, il campo elettromagnetico terrestre. Risposte definitive non ne abbiamo ancora ma quando arriveranno i gatti sapranno stupirci ancora una volta".