
Con la scomparsa di Jane Goodall, il mondo della primatologia e non solo perde una delle figure più iconiche e influenti della storia recente. La scienziata britannica ha dedicato oltre sessant'anni allo studio e alla tutela degli scimpanzé, trasformando il modo in cui comprendiamo il comportamento e le emozioni dei nostri parenti più prossimi. Tra le tante immagini che raccontano la sua vita e il suo impegno, una in particolare continua a emozionare come poche altre: l'abbraccio con lo scimpanzé Wounda.
La storia di Wounda comincia nella sofferenza. Questa giovane scimpanzé fu salvata in condizioni critiche dal Jane Goodall Institute, ridotta in fin di vita a causa da abusi, malattie e malnutrizione. Il suo nome, "Wounda", significa "quella che è sopravvissuta" e racconta la sua incredibile capacità di superare le difficoltà. Dopo mesi di cure e riabilitazione nel centro di Tchimpounga, nella Repubblica del Congo, Wounda riuscì a recuperare forza e vitalità, fino a poter essere trasferita in un santuario dove poter vivere in semi-libertà.
Il momento più toccante arrivò proprio durante quel trasferimento, avvenuto nel giungo del 2013. Prima di unirsi agli altri scimpanzé del santuario, Wounda si voltò verso Jane Goodall e la strinse in un abbraccio lungo e intenso. Il video di quella scena non racconta soltanto un gesto di affetto, ma anche il legame profondo e indissolubile che lega noi umani agli altri primati non solo da un punto di vista biologico ed evoluzionistico, ma anche da quello emotivo.

Per gli scimpanzé, l’abbraccio ha un significato sociale molto forte e serve a rafforzare le relazioni, rassicurare, esprimere gratitudine o ridurre la tensione dopo un conflitto. In quell'istante, Wounda sembrava voler comunicare un messaggio che andava oltre le parole, un ringraziamento, ma anche un riconoscimento del ruolo fondamentale che Jane aveva avuto nella sua vita e nel suo percorso di riabilitazione.
Jane Goodall stessa, ricordando quel momento, sottolineava spesso quanto fosse raro vedere uno scimpanzé fermarsi e cercare un contatto così diretto con un essere umano prima dii tornare a essere libero. Per lei, quell'abbraccio rimase una delle più intense dimostrazioni della complessità emotiva degli scimpanzé, un aspetto che oggi diamo per scontato, ma che conosciamo solo grazie al lavoro e all'impegno della primatologa che ha cambiato per sempre il modo in cui guardiamo gli altri animali e noi stessi.
Oggi, con la sua scomparsa, il video torna a circolare come un simbolo potente della sua sconfinata eredità. Non solo una vita dedicata alla scienza, allo studio del comportamento animale e alla conservazione della natura, ma anche la capacità di mostrare al mondo che empatia, cura e rispetto verso i più deboli e chi non ha voce, possono cambiare il mondo e tutte le vite animali che lo abitano, umane e non umane.