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19 Giugno 2025
13:13

Il caso della turista morta per rabbia: la situazione dei cani liberi in Marocco, come comportarsi e perché c’è ancora la zoonosi

Una turista è morta in Marocco dopo aver contratto la rabbia per il graffio di un cucciolo che aveva accarezzato. La zoonosi è endemica nel Paese in cui manca una corretta politica sanitaria di prevenzione e sono milioni, negli ultimi anni, i cani liberi uccisi tra cui ci sono anche quelli che erano stati sottoposti al programma TNVR, ovvero un piano che garantisce la serena convivenza tra persone a randagi.

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Una donna è morta dopo essere stata graffiata da un cucciolo mentre era in vacanza in Marocco. Yvonne Ford era in una località che non è stata resa nota dai media britannici che hanno riportato la notizia ma il suo caso, purtroppo, non è unico e non è raro.

Cosa è successo alla turista inglese, morta dopo aver accarezzato un cucciolo in Marocco

La donna si era avvicinata al cane per accarezzarlo ed è stata la figlia, attraverso un post su Facebook, a raccontare che durante l'incontro l'animale l'ha appunto graffiata ma che sua mamma aveva riportato solo un piccolo graffio.

Rientrata in Inghilterra, Yvonne ha patito i primi sintomi, non pensando mai che si trattasse di rabbia e dunque non approfondendo i motivi del suo malessere. Dopo mesi è però deceduta al Barnsley Hospital nello Yorkshire del Sud, dove i medici non hanno potuto far altro che constatare il motivo per cui ha perso la vita.

Fin qui la cronaca che però merita un'ulteriore aggiunta, ovvero la capacità della figlia di riuscire in un momento così doloroso a scrivere nel suo post anche dei consigli, tutti corretti, rivolti a chi viaggia in paesi come il Marocco in cui la rabbia è ancora endemica e che avrebbero potuto salvare la mamma se li avesse messi in atto.

La donna, nel post, scrive:

Cosa dovresti sapere sulla rabbia:
• La rabbia è sempre fatale alla comparsa dei sintomi.
• È prevenibile con cure mediche tempestive dopo l'esposizione.
• Anche un piccolo graffio o morso da un animale infetto, selvatico o domestico, può trasmettere il virus.
• Se vieni morso o graffiato, consulta immediatamente un medico. I vaccini profilattici post-esposizione possono salvarti la vita.
Non avremmo mai pensato che una cosa del genere potesse accadere a qualcuno che amiamo. Prendi sul serio i morsi di animali, vaccina i tuoi animali domestici e informa chi ti circonda.

Nel Regno Unito l'ultimo caso mortale era avvenuto nel 2018 e, in quella occasione si trattava di una persona che era entrata in contatto sempre in Marocco con un cane libero a cui si era avvicinato.

In Marocco molti cani liberi e alto rischio di contrarre la rabbia per zoonosi

Il dato di fatto, a fronte di questo nuovo tragico evento, è che la rabbia è ancora una delle zoonosi più diffuse e anche una delle malattie mortali più letali. Nei paesi occidentali, però, si ragiona in modo diverso perché il problema praticamente non sussiste e si parte alla volta di regioni del mondo in cui non è stata debellata non pensando però che è una malattia che c'è, anche se non si vede.

Per quanto riguarda strettamente il Marocco, i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità descrivono una realtà in cui avvengono in media 18 decessi all’anno dovuti proprio a contatti avvenuti con cani randagi.

La popolazione canina in libertà nel paese africano è sempre sotto l'occhio del ciclone, tra turisti che apprezzano la presenza di animali molto socievoli e abituati alla convivenza con gli esseri umani e anche cittadini che tengono a loro ma in un contesto in cui le politiche governative non riescono a garantire, se non in modo cruento, la cura degli animali. La trasmissione di malattie anche mortali all'essere umano, infatti, mette in cattiva luce l'intera popolazione di animali liberi ma il tutto avviene, in realtà, a fronte di una mancata prevenzione sanitaria.

Negli ultimi anni, in Marocco si è provato in diversi modi ad affrontare la gestione dei cani liberi, senza mai trovare però una metodologia condivisa in accordo con le tante associazioni che si battono sul territorio per vaccinare, sterilizzare e re immettere nei luoghi di appartenenza gli animali sani.

Il Governo centrale ma, soprattutto, le amministrazioni locali hanno sistematicamente rovinato il lavoro sul campo attraverso abbattimenti di massa, comprendenti anche i cani ‘taggati', ovvero quelli dotati di un orecchino proprio per rendere noto alla comunità e anche ai turisti la loro non pericolosità.

Da questo punto di vista, poi, proprio negli ultimi tempi si è sollevata di nuovo la questione delle stragi indiscriminate soprattutto nei luoghi turistici, a fronte della tappa 2030 dei Mondiali di calcio che si svolgerà nel paese. Secondo la International Animal Welfare and Protection Coalition (IAWPC), sono 3 milioni i cani uccisi negli ultimi 5 anni attraverso metodi cruenti come avvelenamenti e vere esecuzioni a colpi di arma da fuoco.

La tragedia silenziosa dei cani liberi del Marocco: problema non solo sanitario

Da anni, invece, le associazioni spingono sulla continuazione del piano nazionale di gestione tramite TNVR (Trap-Neuter-Vaccinate-Return) che è stato riconosciuto dal 2019. Il governo ha investito circa 23 milioni di dollari in 5 anni ma sembrano soldi sprecati lì dove poi, appunto, nelle stragi di massa non si distinguono gli animali già curati e seguiti da quelli che ancora andrebbero controllati e re immessi poi sul territorio. "Catturare, sterilizzare, vaccinare e re immettere sul territorio": sono queste le parole chiave per una corretta gestione della popolazione canina e per fermare anche una zoonosi così pericolosa anche per noi umani come la rabbia.

La causa della morte di Yvonne non è solo il graffio di un cucciolo randagio ma va vista, purtroppo, nel complesso di una strategia non adeguata alla tutela di nessuno, fondamentalmente: né cani né umani.

Il tema, infatti, è culturale e sociale oltre che sanitario. E riguarda tutti: marocchini e stranieri. Gli occidentali hanno il dovere di informarsi e il Marocco ha l'obbligo di mettere fine a questa silenziosa tragedia che coinvolge animali umani e non.  Le persone che amano i cani, del resto, sono naturalmente attratti dagli chien errant che, ripetiamo, sono in media molto socievoli con gli esseri umani e si lasciano avvicinare facilmente, considerando che i marocchini (sempre in media) sono abituati alla loro presenza e usano sfamarli e anche avere proprio relazioni con i cani della zona.

Ma il punto principale è in mano alle istituzioni dei paesi in cui ancora questa malattia non viene debellata e si continua a pensare che eliminando gli animali si elimina il problema. Anzi, è proprio l'opposto in realtà: è stato ampiamente dimostrato da etologi internazionali che mantenere una popolazione stabile di cani monitorati e sani impedisce ad altri branchi di accedere al territorio. Ciò è molto utile per fermare proprio la proliferazione della malattia che viene invece re introdotta ogni volta che altri animali prendono il posto di quelli che erano all'interno del programma TNVR ma che sono stati ammazzati senza alcun criterio. Un cane vaccinato, sterilizzato e reinserito sul territorio, per farla breve, non è un pericolo, anzi: è parte della soluzione.

Quasi 60 mila persone al mondo ogni anno muoiono a causa della rabbia. I paesi in cui accade sono principalmente in Africa e Asia e i vettori sono cani e gatti infetti. La rabbia, però, come appunto sappiamo bene noi che viviamo nel "nord del mondo," è una malattia che è già stata debellata e ciò avviene semplicemente attraverso la prevenzione e la profilassi post esposizione al contatto con il soggetto infetto. Importante, però, una volta avvenuta la trasmissione, è muoversi rapidamente e procurarsi subito il vaccino.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it/kodami sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra il paziente ed il proprio veterinario.
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