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19 Ottobre 2025
11:18

Il caso del Volpino a Napoli, la Garante dei Diritti degli Animali: “Deformata la realtà da chi usa i social come gogna pubblica”

Il video di un cane sottoposto a una terapia di cura molto invasiva sui social da parte di un "influencer animalista" e ripostato da un politico ha scatenato gli animalisti contro una signora che vive a Napoli. Francesca Rusciano, Garante dei Diritti degli animali nel capoluogo campano spiega: "Stiamo assistendo a una vera e propria 'caccia alle streghe digitale', dove il giudizio collettivo si sostituisce ai fatti e alle competenze. È un fenomeno preoccupante: pur di ottenere visibilità e consenso, si rischia di distruggere la dignità delle persone e il benessere degli animali"

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Intervista a Francesca Rusciano
Garante dei Diritti degli Animali del Comune di Napoli
Immagine
Foto d’archivio (non abbiamo pubblicato e non publicheremo immagini lesive del benessere animale e della privacy)

Un video diffuso sui social, rilanciato da un influencer e poi da un politico (entrambi con grande seguito), ha scatenato una vera e propria ondata d'odio nei confronti di una signora a Napoli. Nelle immagini si vede una persona mentre inserisce del liquido nelle orecchie di un cane a cui ha applicato una fascia per tenergli il muso chiuso e tenendolo legato al guinzaglio sul davanzale di una finestra. La forsennata condivisione del video, che già era girato in Rete ed è stato spacciato come attuale, ha indotto tantissime persone a credere che la donna stesse maltrattando il suo cane, cosa che del resto è stata sottolineata molto dai due "protagonisti" principali della viralità del contenuto che, però, non hanno mai verificato di persona le reali condizioni del cane.

Spacciato come "maltrattamento animale", la diffusione del video ha portato diverse persone a recarsi sotto casa della signora, spinte dalla presenza anche del sedicente animalista che si è presentato a Napoli, urlando e minacciando la donna insieme a una discreta folla nel tentativo di portare via il cane. Sul posto sono dovute intervenire diverse volanti dei Carabinieri e della Polizia, per una bolla gonfiata dalla completa mancanza nel fornire le corrette informazioni a mezzo social a chi ha visto in quelle immagini un comportamento sbagliato da parte della donna nei confronti del cane.

Il caso, che sta ancora scuotendo l'opinione pubblica a Napoli tanto tra gli animalisti quanto per questioni di ordine pubblico, è quello che abbiamo già raccontato sulle nostre pagine, verificando la realtà dei fatti attraverso la testimonianza diretta di chi conosce bene la signora e le condizioni di salute del cane.

Il Volpino è un soggetto adulto affetto da una forma di otite molto grave che va curata tre volte al giorno con delle gocce che devono essere inserite nel padiglione auricolare. Il cane non sopporta le manipolazioni necessarie per la cura e la fascia che si vede nel video è una stoffa che serve a evitare che possa mordere. Il medicinale, infine, che viene usato ha una colorazione rossastra che ha indotto le persone a credere che l'animale perdesse sangue a causa delle "vessazioni" della sua umana di riferimento. A garantire che l'animale è ben tenuto e che la signora ha con lui una relazione che consente a tutti gli animali presenti di vivere in uno stato di benessere psicofisico è intervenuta già due volte la Asl e diverse sono le persone che conoscono bene e seguono la situazione, tra cui veterinari e volontarie di lunga data che operano sul territorio.

Abbiamo chiesto alla Garante dei Diritti degli Animali del Comune di Napoli, Francesca Rusciano, di fare un punto della situazione, soprattutto in vista di un evento creato su Facebook, sempre dal sedicente "attivista influencer", che ha chiamato a raccolta di nuovo la "sua gente" per manifestare sotto casa di una signora che sta vivendo quotidianamente vessazioni da parte di persone che si recano a casa sua con l'unico scopo, a questo punto, di tormentare lei e i suoi cani che stanno vivendo una situazione di enorme stress.

Garante, partiamo da una considerazione generale: cosa ne pensa del caso del volpino e della signora?

Questa situazione mi è stata sottoposta sin dal primo momento e, come Garante, ho immediatamente provveduto a informare l’Ufficio Tutela Animali e l’ASL veterinaria, chiedendo che venisse effettuato un sopralluogo per verificare le reali condizioni di salute del cane. Ritengo fondamentale che ogni segnalazione venga presa seriamente, ma altrettanto importante è che si operi sempre nel rispetto delle procedure e delle competenze degli enti preposti.

Ha ricevuto dunque molte segnalazioni sul caso? E come ha risposto a chi le chiedeva di intervenire?

Sì, ho ricevuto diverse segnalazioni, spesso accompagnate da forte preoccupazione e da toni accesi. Ho risposto a tutti ribadendo che gli organi competenti – ASL e Ufficio Tutela Animali – hanno effettuato le verifiche del caso, escludendo in modo chiaro qualsiasi atto di maltrattamento. I cani risultano in perfetta salute e vivono in buone condizioni: la signora li accudisce con attenzione e affetto. È importante ricordare che le valutazioni devono basarsi su dati oggettivi e non su impressioni o immagini estrapolate dai social.

Ancora oggi i social sono “intasati” di messaggi vessatori nei confronti della donna. Come fermare questa ondata di odio?

Purtroppo i social, che dovrebbero essere strumenti di comunicazione e sensibilizzazione, vengono spesso usati per strumentalizzare situazioni delicate. Si preferisce cavalcare l’emotività invece di cercare la verità. Stiamo assistendo a una vera e propria “caccia alle streghe digitale”, dove il giudizio collettivo si sostituisce ai fatti e alle competenze. È un fenomeno preoccupante: pur di ottenere visibilità e consenso, si rischia di distruggere la dignità delle persone. Dobbiamo tutti riflettere su quanto la disinformazione possa ferire e sulla responsabilità che ognuno di noi ha quando condivide un contenuto online.

Ritiene che sia necessario che il Comune prenda una posizione pubblica in modo che le persone possano avere un riferimento istituzionale che le rassicuri su come stanno le cose?

Sì, credo sia necessario. Quando gli organi di controllo, dopo sopralluoghi e verifiche, attestano per iscritto che non vi sono gli estremi per alcun maltrattamento, è doveroso che l’Ente ne dia comunicazione pubblica. Serve per ristabilire la verità, tutelare la cittadina coinvolta e riportare serenità in un contesto che rischia di degenerare. Le istituzioni hanno il dovere di essere un punto fermo, soprattutto nei momenti in cui l’emotività collettiva supera il confine della ragione.

Al di là di un dibattito che riguarda gli amanti degli animali, quello che sta accadendo ha a che fare anche con l’ordine pubblico. Se ne è parlato in Comune?

Sì, la questione è stata segnalata. Episodi come questo evidenziano come la tutela animale, quando viene fraintesa o deformata, possa degenerare in problemi di ordine pubblico. È necessario agire in sinergia tra Garante, Polizia Locale, Ufficio Tutela Animali regione e ASL per evitare che l’amore per gli animali diventi un pretesto per comportamenti aggressivi o intimidatori verso le persone.

Di fronte a episodi come questi emerge chiaramente quanto possa diventare divisivo il tema della protezione degli animali proprio tra coloro che si definiscono “animalisti”. Da quando è in corso il suo mandato si sarà fatta un’idea: come è composta l’anima degli attivisti napoletani? È davvero così frazionata come sembra quando succedono episodi come questi?

Sì, è una realtà complessa e variegata. Napoli ha un tessuto di volontariato straordinario, fatto di persone preparate, empatiche e impegnate quotidianamente sul territorio. Tuttavia, esistono anche dinamiche divisive, dovute spesso a scarsa conoscenza delle normative e alla mancanza di coordinamento tra gruppi e associazioni. La gestione degli animali, padronali o liberi che siano, deve restare in mano a chi ha competenze specifiche – medici veterinari, tecnici e operatori formati – perché solo loro possono valutare correttamente lo stato di salute e il benessere di un animale. Questo caso, pur nella sua negatività, ha fatto emergere anche il lato più sano del volontariato: quello di chi si è fermato ad ascoltare, a capire e a difendere la verità.

Come Garante degli Animali del Comune di Napoli le chiedo di lanciare qui un messaggio da far arrivare alle tante persone che hanno subissato di mail e telefonate anche noi e che vogliono essere rassicurate sullo stato di salute, fisica e mentale, del cane protagonista di tutta questa brutta storia. Cosa possiamo dirgli?

Posso dire con serenità che i cani sono stati visitati e controllati due volte, e in entrambe le occasioni non è emerso alcun segno di maltrattamento o trascuratezza. Sono in buone condizioni di salute e ben accuditi. Invito tutti a fidarsi delle istituzioni e dei professionisti che operano quotidianamente per la tutela degli animali. Una foto o un video non possono sostituire una valutazione veterinaria. I social non devono diventare strumenti per deformare la realtà, ma mezzi per informare correttamente e unire. La vera tutela degli animali passa dalla conoscenza, dal rispetto e dalla collaborazione tra cittadini, volontari e istituzioni. È solo così che potremo davvero garantire un futuro più civile e compassionevole, per gli animali e per le persone.

Garante, è stato creato un evento su Facebook, sempre da parte dell'influencer che ha fatto scatenare la rabbia delle persone, per una manifestazione pubblica a Napoli. Cosa ne pensa?

Invito alla massima cautela a partecipare a qualsiasi azione o iniziativa: ogni gesto avventato può ledere la salute non solo degli animali, ma anche delle persone coinvolte. Alcune azioni, una volta compiute, sono irreversibili e possono cambiare profondamente la vita di chi ne è vittima. Utilizziamo la nostra influenza e la nostra voce per cercare la verità, non per alimentare odio o divisione. Viviamo in un’epoca difficile, segnata da troppa rabbia e da un eccesso di giudizio. Tutto questo odio crea solo fratture e afflizione. Oggi più che mai abbiamo bisogno di tornare a dare sostegno, empatia e aiuto a chi è davvero in difficoltà, di schierarci dalla parte dei maltrattati veri, di coloro che non hanno voce. Lasciamo le azioni medievali al passato, a quella storia che oggi leggiamo solo nei libri. Impariamo invece a valutare, pensare, discernere la verità dalla manipolazione. È il nostro dovere morale e civile, in difesa dei più deboli: animali e persone.

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