UN PROGETTO DI
3 Ottobre 2025
12:34

I ricci partoriscono nella stagione sbagliata a causa del cambiamento climatico: “Per i piccoli non c’è cibo”

Il riscaldamento globale sta alterando i cicli biologici degli animali: orsi, uccelli e anche i ricci stanno cambiando le loro abitudini. Sempre più ricci partoriscono in autunno, ma la scarsità di cibo mette a rischio la loro sopravvivenza. Il Centro “La Ninna” lancia l’allarme: "Nel 2024 è stato record di ricci orfani, non riusciamo a salvarli tutti. È pazzesco"

Intervista a Massimo Vacchetta
fondatore del Centro Recupero Ricci "La Ninna"
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In conseguenza dell'aumento delle temperature molti animali stanno cambiando i loro cicli biologici. Gli orsi si risvegliano prima dal letargo, gli uccelli modificano le loro abitudini migratorie, e i ricci partoriscono in autunno inoltrato invece di fermarsi all'inizio di settembre. A causa di un fenomeno esterno, indotto dall'essere umano, molte specie si trovano quindi ad affrontare momenti cruciali della vita in periodi in cui non c'è un'adeguata disponibilità di risorse.

Questo compromette loro sopravvivenza e quella delle future generazioni, come nel caso dei ricci. L'allarme arriva da Massimo Vacchetta, fondatore del Centro Recupero Ricci "La Ninna", a Novello, in provincia di Cuneo: "Fino a qualche anno fa i parti arrivavano fino a metà settembre, adesso invece arrivano anche fino alla metà di ottobre. Questo è molto grave perché rispetto all'estate diminuiscono fisiologicamente gli insetti che sono il cibo dei ricci".

L'allarme del Centro ricci: "Nel 2024 record di ricci in fin di vita"

"A causa del riscaldamento globale le temperature di fine agosto resistono fino all'autunno e gli effetti sono evidenti. Qualche giorno fa abbiamo trovato un riccio bloccato in un cancello e insospettiti dal ventre gonfio abbiamo fatto l'ecografia: è incinta, ma non dovrebbe esserlo. È pazzesco", spiega Vacchetta che nel suo Centro accoglie i ricci feriti o in stato di difficoltà proprio come se fosse un ospedale con pronto soccorso annesso.

"C'è pochissimo cibo a disposizione per i piccoli che nascono in questa stagione e quindi non riescono a la quantità di cibo necessario per raggiungere un peso che consenta loro di superare il letargo. Un peso ideale per affrontare il letargo è di 700-800 grammi. Noi però raccogliamo sempre più spesso ricci sotto il mezzo chilo. Questo si riflette sulle loro possibilità di sopravvivenza".

L'anno scorso sono arrivati oltre 100 ricci nel giro di pochi mesi, e per prevenire il picco il Centro ha lanciato un annuncio di lavoro per coccolatori professionisti di ricci: "Sono arrivati verso la fine dell'anno, da ottobre a dicembre, e abbiamo fatto fatica perché 100 cuccioli in tre mesi sono tanti, oltre a tutti quelli feriti e malati che accogliamo abitualmente. Ne abbiamo comunque salvato il 70%, che è un buon numero considerata la situazione in cui si trovavano".

Il riccio come sentinella ambientale per il cambiamento climatico

L'alterazione del ciclo biologico dei ricci è una importante spia di come il clima stia cambiando: "Sono sentinelle dello stato di salute dell'ambiente e del clima – sottolinea Vacchetta – Caldo torrido, siccità, eventi meteorologici estremi. Tutto questo è devastante per la natura e per gli animali, soprattutto i piccoli mammiferi, i primi a sperimentarne gli effetti. Mentre i mammiferi più grandi come cinghiali e caprioli possono coprire distanze per cercare acqua e cibo lo stesso non possono fare i piccoli ricci. Se non trovano l'acqua muoiono in pochissimo tempo, e anche d'estate non trovano più cibo a sufficienza perché il terreno è duro come il cemento".

Lo stato in cui versano i piccoli ricci è solo la punta di un iceberg molto più grande: "Non c'è più acqua nei fiumi, i ghiacciai sono completamente svuotati dalla loro riserva annuale e stanno erodendo le riserve dei decenni passati. Se ci guardiamo intorno possiamo vedere cosa ci aspetta in futuro, e il primo allarme lo stanno lanciando proprio i piccoli ricci".

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