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28 Agosto 2025
17:00

I pesci della preistoria erano tutti giganti? Le specie ora estinte caratteristiche di quel periodo

Nella preistoria i mari erano popolati sia da pesci giganti, come Leedsichthys e Dunkleosteus, sia da specie più piccole, ma altrettanto particolari. Le loro dimensioni dipendevano da tanti fattori diversi, come l'ambiente, l'ecologia, l'assenza di predatori e la storia evolutiva dei vari gruppi.

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In passato alcuni pesci oggi estinti, come Leedsichthys, raggiungevano dimensioni davvero imponenti. Immagine da Wikimedia Commons

Se pensiamo alla preistoria, la mente va inevitabilmente ai dinosauri. Ma il tempo che ha preceduto la comparsa degli esseri umani è stato lunghissimo e non ha visto solo animali terrestri enormi dominare il Pianeta: anche mari, laghi e fiumi erano popolati da animali straordinari, molti dei quali oggi non esistono più. Tra loro, c'erano anche diversi pesci raggiungevano dimensioni enormi, tanto da sembrare creature uscite da un racconto fantasy. Non tutti, però, erano giganti: la biodiversità acquatica preistorica era ricchissima e variava da piccoli pesci simili a quelli attuali a veri e propri colossi. Vediamo più da vicino alcune di queste specie.

I pesci preistorici giganti

Gli oceani della preistoria ospitavano predatori imponenti e pesci filtratori dalle dimensioni inimmaginabili. Alcuni erano parenti lontani delle specie attuali, altri rappresentavano linee evolutive ormai completamente estinte. I fossili ci raccontano infatti che, in certi periodi, la vita marina si sviluppò fino a raggiungere proporzioni colossali, complice l'abbondanza di risorse, clima e dinamiche ecologiche molto diverse da quelle di oggi.

Leedsichthys

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Leedsichthys è il pesce osseo più grande mai esistito: poteva essere lungo fino a 15 metri

Considerato il pesce osseo più grande mai esistito, Leedsichthys viveva circa 165 milioni di anni fa, nel Giurassico. Poteva superare i 15 metri di lunghezza e, come le attuali balene filtratrici, si nutriva di plancton. Nonostante le dimensioni, non era un predatore aggressivo, ma un gigante pacifico che nuotava negli oceani ricchi di vita.

Dunkleosteus

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Dunkleosteus non aveva veri e propri denti, ma placche ossee affilate come lame e poteva raggiungere anche i 10 metri di lunghezza

Vissuto circa 360 milioni di anni fa, nel Devoniano, Dunkleosteus era uno dei più temibili predatori marini della sua epoca. Non aveva veri denti, ma potenti placche ossee affilate come lame, con cui poteva frantumare lische e gusci. Poteva raggiungere 6-10 metri di lunghezza e la sua forza di morso è considerata una delle più potenti tra i pesci mai esistiti.

Xiphactinus

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Xiphactinus raggiungeva invece i 5–6 metri di lunghezza

Il pesce Xiphactinus era invece un predatore del Cretaceo, simile a un'enorme sardina con la bocca piena di denti affilati. Poteva arrivare a 5-6 metri di lunghezza ed era in grado di ingoiare prede quasi della sua stessa taglia, come dimostrano alcuni fossili ritrovati con altri pesci rinvenuti interi nello stomaco.

Megalodonte

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Il megalodonte era uno squalo predatore, il più grande che sia mai esistito. Poteva arrivare esistito a 18–20 metri di lunghezza

Tecnicamente il megalodonte (Carcharocles megalodon) non non un "pesce osseo", ma un gigantesco squalo vissuto fino a 3,6 milioni di anni fa. È stato uno dei superpredatori più grandi e celebri mai apparsi sulla Terra e  poteva raggiungere 18-20 metri di lunghezza, con mascelle in grado di esercitare una pressione mostruosa.

Perché i pesci della preistoria raggiungevano dimensioni enormi?

Le ragioni di queste dimensioni colossali sono diverse e legate soprattutto all'ecologia di alcuni mari preistorici. In primo luogo, le acque erano molto ricche di nutrienti e di plancton, permettendo a pesci filtratori come Leedsichthys di crescere quasi senza limiti apparenti. Inoltre, in assenza di mammiferi marini e di altri grandi predatori, come per esempio le orche attuali, alcune nicchie ecologiche erano libere e vennero occupate da pesci giganti.

In alcuni casi le grandi dimensioni rappresentavano anche un vantaggio evolutivo: essere enormi significava ridurre il rischio di essere predati, muoversi più efficientemente su grandi distanze e dominare le catene alimentari. Allo stesso tempo, però, richiedevano un dispendio energetico molto delicato: bastava che le risorse diminuissero perché questi giganti si estinguessero, lasciando spazio a nuove forme di vita meno "dispendiose" e più efficienti.

Altre specie di pesci vissute nella preistoria ormai estinte

Non bisogna naturalmente immaginare i mari preistorici popolati solo da colossi. La maggior parte dei pesci aveva dimensioni più contenute (valeva anche per i dinosauri estinti), paragonabili a quelle delle specie attuali. Alcuni, però, presentavano caratteristiche comunque curiose e degne di note. Acanthodes, per esempio, era un piccolo pesce del Devoniano, con corpo snello e privo di denti, che si nutriva filtrando particelle e microorganismi.

Lepidotes era invece un pesce osseo che aveva squame spesse come placche. È vissuto nel Giurassico e Cretaceo ed era lungo meno di un metro. Il pesce Palaeoniscum risale invece al Permiano e aveva un corpo allungato e pinne simili a quelle dei moderni lucci. Era molto comune nei fiumi e nei laghi. Queste e tantissime altre specie, pur non essendo giganti, hanno comunque giocato un ruolo fondamentale nella storia evolutiva dei pesci e degli ecosistemi in cui vivevano.

I mari e i fiumi della preistoria non erano dunque popolati solo da creature mastodontiche, ma da una varietà sorprendente di forme di vita. I giganti hanno certamente lasciato un'impronta indelebile (e più facile da trovare nei fossili) nell'immaginario collettivo, ma la vera ricchezza stava come sempre nella diversità. Anche in passato, la biodiversità era un mosaico di specie grandi e piccole, strane o simili a quelle di oggi e che, insieme, hanno gettato le basi per lo sviluppo e l'evoluzione dell'ittiofauna che conosciamo oggi.

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