UN PROGETTO DI
2 Settembre 2025
10:19

I mammut vivevano anche al caldo: la scoperta inaspettata in Messico

Un nuovo studio svela che i mammut non vivevano solo tra i ghiacci: in Messico esisteva una popolazione distinta, geneticamente separata dalle altre, in grado di adattarsi a climi molto più caldi.

Immagine
Il ritrovamento di numerosi resti di mammut in Messico riscrive la storia di questi iconici mammiferi estinti, da sempre associati a climi e regioni fredde

I mammut sono tra gli animali più iconici dell'Era Glaciale. Questi enormi pachidermi estinti erano infatti perfettamente adattati per vivere tra steppe gelate e distese innevate. Uno spesso strato di grasso sottocutaneo e un'abbondante pelliccia isolante erano solo alcune delle caratteristiche che permettevano ai mammut di resistere al freddo. Eppure, un nuovo studio pubblicato recentemente su Science ribalta in parte questa visione: i mammut non erano solo animali da freddo, ma alcuni popolavano anche regioni decisamente più calde, come il Messico.

Un ritrovamento sorprendente sotto un aeroporto

Immagine
I resti son ostati trovati durante i lavori per il nuovo aeroporto nella base aerea di Santa Lucía, a nord di Città del Messico

Tutto è iniziato nel 2019, quando durante i lavori per il nuovo aeroporto nella base aerea di Santa Lucía, a nord di Città del Messico, gli operai hanno portato alla luce ossa enormi, ben presto identificate come resti di mammut. Gli scavi hanno restituito una vera e propria necropoli preistorica con almeno 200 individui di mammut della Columbia (Mammuthus columbi), in Nord America, insieme ad altre specie di grandi mammiferi. La quantità di fossili ha lasciato stupiti gli scienziati, ma la sorpresa più grande è arrivata in seguito.

Nonostante il caldo messicano, che normalmente accelera la degradazione del DNA, i resti erano conservati abbastanza bene da permettere analisi genetiche molto dettagliate. E così, un gruppo di ricercatori dell'Universidad Nacional Autónoma de México ha studiato il DNA di oltre 80 mammut provenienti dal Bacino del Messico, confrontandoli con quelli di altri individui ritrovati negli Stati Uniti, in Canada e persino con i cugini lanosi dell'Eurasia.

Un albero genealogico più complicato del previsto

Immagine
I principali ritrovamenti di mammut lanoso (in rosso) e mammut della Columbia (in blu). Immagine da Arrieta–Donato et al., 2025

Il risultato? I mammut del Messico appartenevano a una linea genetica distinta, separatasi dal resto dei mammut nordamericani tra 416.000 e 307.000 anni fa. Dopo questa divisione, le due popolazioni rimasero quasi isolate, senza mai mescolarsi. Una differenza così marcata che alcuni scienziati si chiedono se non sia il caso di parlare addirittura di un "mammut messicano", ovvero una specie distinta da quella nordamericana.

Già in passato i paleontologi avevano ipotizzato che il mammut della Columbia fosse nato dall'ibridazione tra mammut lanosi (M. primigenius) e mammut delle steppe (M. trogontherii), entrambi originari dell'Eurasia. Questo nuovo studio però aggiunge un nuovo tassello al puzzle: i mammut non solo si ibridati più volte in epoche diverse, ma in alcune aree, come il Messico, svilupparono linee genetiche distinte, quasi indipendenti.

Significa che non esiste un’unica storia per il mammut nordamericano, ma tante storie parallele che si intrecciano e si separano a seconda delle regioni, dei periodi e dei climi in cui vissero. L'immagine dei mammut che camminano tra le steppe ghiacciate resta comunque iconica, ma la scoperta messicana ci ricorda ancora una volta che la natura è molto meno schematica di quanto pensiamo. Questi enormi mammiferi erano in grado di adattarsi anche ad ambienti più caldi, dimostrando una straordinaria e inaspettata plasticità evolutiva.

Sfondo autopromo
Segui Kodami sui canali social
api url views