
Sono tanti gli ex cuccioli che ora sono condannati a una vita in canili in cui sono finiti nel momento in cui chi li aveva adottati ha scoperto che vivere con un cane non comporta solo "ricevere amore incondizionato" ma anche oneri e responsabilità che non si erano proprio considerati. E', purtroppo, una storia che si ripete impunemente e che mina e tradisce quell'amicizia tra cane e umano che esiste da migliaia di anni. Ma in tempi di pandemia da Covid-19 è stato dirompente l'effetto negativo di adozioni inconsapevoli che hanno dovuto affrontare in primis i cani stessi, "sfruttati" per compensare il senso di solitudine, e poi le persone che invece non hanno abbandonato l'animale ma che hanno dovuto affrontare difficoltà psicologiche (e anche economiche) con l'ingresso del cane in famiglia, al di là dei benefici che speravano di ottenere e quelli che effettivamente hanno avuto.
Lo studio sui "pandemic puppy": perché le famiglie hanno comprato un cucciolo durante la diffusione della Covid-19
Uno studio, condotto nel Regno Unito, mette in evidenza specialmente quest'ultimo aspetto, ovvero quanto manco l'adozione ma l'acquisto di un cane nel periodo del lockdown ha comportato problemi alla vita familiare. Acquisto, poi, avvenuto proprio per provare così a risolvere questioni di salute mentale in una situazione così rara e estrema come il periodo pandemico anche a vantaggio dei figli, credendo che un cane potesse essere uno svago utile a mettere da parte il senso di estraniamento e solitudine.
La ricerca, pubblicata su Plos One, ha analizzato quali sono stati davvero gli effetti della decisione di comprare quello che è stato definito un "pandemic puppy", ovvero il cucciolo acquistato durante la pandemia per compensare, fondamentalmente, l'impossibilità di condurre una "vita normale" dovuta alle restrizioni imposte.
Sono state quasi 600 le persone intervistate, di cui 382 adulti e 216 bambini tra gli 8 e i 17 anni. Queste famiglie rappresentavano però due gruppi distinti: da una parte chi aveva fatto entrare un cane nella propria vita prima della pandemia, dunque fino al 2019, dall'altra coloro che hanno proceduto all'acquisto dell'animale durante il periodo più intenso del lockdown tra il 2020 e il 2021. Le domande hanno riguardato gli aspetti fondamentali della relazione: dalle interazioni tra il cane il bambino fino a una disamina sui benefici e i problemi riscontrati nella convivenza.
Lì dove sia bambini che adulti in maggioranza hanno ammesso che il cucciolo era riuscito a portare benessere psichico in termini di compagnia e anche conforto vero e proprio, riuscendo a sollevare tutti i membri del gruppo familiare costretti a rimanere isolati dal resto del mondo, un terzo dei genitori ha invece acceso un faro sugli aspetti problematici che principalmente hanno riguardato proprio la gestione dell'animale, soprattutto da parte di chi era alla sua "prima volta" con un cane.
L'impatto psicologico dei cuccioli acquistati durante la pandemia
I problemi più riportati sono stati quelli legati alla cura e al comportamento del cane, ovvero il dover affrontare un individuo dotato di emozioni e cognizioni e non un pupazzo a cui di certo non basta fare il giretto sotto casa per espletare i soli bisogni fisici. Sostanzialmente le persone si sono ritrovate di fronte alla necessità di dover organizzare la loro vita in base anche alle esigenze del quattrozampe e all'assunzione della responsabilità da parte di ogni singolo componente della famiglia di fronte a questa istanza. Dallo studio emerge che il carico maggiore, però, è pesato sulle spalle delle donne che sono state spesso le uniche a dover prendersi cura del cane e chi se ne è lamentata, ad esempio, ha così espresso la propria frustrazione: "Ho trovato molto difficili le restrizioni imposte dall'avere un cucciolo. Il poco tempo che avevo per me ora lo dedicavo al cucciolo. Mi ha dato molto più fastidio di quanto mi aspettassi".
Dall'indagine emerge poi un focus ulteriore, ovvero che il 24% dei bambini intervistati faceva parte di famiglie in cui vi era a carico di uno dei membri un problema diagnosticato di salute mentale attribuito, nell'82% dei casi proprio agli effetti della pandemia. Il dato è messo in rilievo da parte dei ricercatori proprio per sottolineare l'incauta scelta fatta sulla base del presumere che un cucciolo avrebbe migliorato le cose.
"I cani possono essere acquisiti dalle famiglie per molte ragioni – scrivono gli esperti nel paper – Recentemente, è stata evidenziata la salute mentale come fattore determinante per l'acquisizione; la pandemia di COVID-19 ha portato a un'impennata globale dei problemi di salute mentale tra adulti e bambini, e a un concomitante aumento dell'acquisizione di "cuccioli pandemici", in particolare tra le famiglie … Si stima che i problemi di salute mentale costino all'economia del Regno Unito almeno 117,9 miliardi di sterline all'anno e possedere un cane è quindi una potenziale soluzione molto allettante. Tuttavia, le prove a supporto del legame tra la proprietà di un cane e un beneficio per la salute mentale durante la pandemia di COVID-19 sono incoerenti sia per i bambini che per gli adulti".
Perché le famiglie in lockdown hanno comprato e non adottato
C'è un altro passaggio rilevante nello studio che fa comprendere quanta poca attenzione al benessere dei cani ci sia in questi casi e che va a toccare proprio la questione non solo della mancata adozione da canile, ma anche l'ignoranza nel non comprare nemmeno da allevatori riconosciuti ma da persone che vendono cani a basso costo. I ricercatori hanno infatti specificato che è emersa la definizione dell'acquisto da un "venditore privato" anziché semplicemente da un allevatore "a causa del numero di venditori illegali attivi durante la pandemia di COVID-19; il nuovo acquirente avrebbe potuto supporre che il venditore fosse un allevatore, ma potrebbe non essere stato così".
Sul motivo infine per cui sono stati comunque valutati solo gli acquisti, questa la motivazione espressa dagli autori nello studio: "Le adozioni da canili sono state escluse perché eravamo interessati a confrontare i cuccioli acquistati direttamente dai venditori"