
L'ex amministratore delegato di Aptuit e la veterinaria responsabile del benessere animale dell'azienda farmaceutica accusati di maltrattamento e uccisione non necessaria di animali hanno presentato rispettivamente istanza di patteggiamento e la richiesta di messa alla prova di fronte al Giudice del Tribunale di Verona.
E' questo un nuovo capitolo della battaglia legale portata avanti da Lav e Oipa per salvaguardare il destino di centinaia di cani di razza Beagle e altri animali usati dall'azienda veronese per testare i prodotti farmaceutici. L'ex amministratore delegato, in particolare, attraverso il patteggiamento è stato condannato a sei mesi di reclusione che però non sconterà per la sospensione della pena.
Lav e Oipa in prima linea, Aptuit prende le distanze dai due imputati
LAV, che si era costituita parte civile nel procedimento, è stata presente in aula per rappresentare gli interessi degli animali vittime di sperimentazione, e per "ribadire l’importanza di una piena assunzione di responsabilità da parte di chi ha violato i requisiti minimi imposti dalla legge e la dignità degli individui coinvolti". Oipa, durante l'udienza, è stata ammessa come parte civile nel procedimento penale, ottenendo così il diritto a rappresentare gli interessi degli animali coinvolti. "La nostra presenza in questo processo ha lo scopo di dare voce agli animali e far sì che casi come questo non si verifichino più. Continueremo a seguire con attenzione il caso, affinché venga fatta piena giustizia", ha dichiarato l'avvocata Claudia Taccani, responsabile dell'Ufficio Legale di Oipa.
L'azienda a sua volta ha diffuso un comunicato stampa in cui ha preso le distanze dalle richieste dei due imputati, precisando che "non equivalgono ad alcuna ammissione di colpa" e sottolineando che, in base alla riforma Cartabia, "il patteggiamento non può essere interpretato come prova di responsabilità in altri procedimenti". Chiaramente Aptuit continua sulla sua linea, ovvero insistendo sul fatto che "la sperimentazione animale rimane un obbligo normativo nei processi di ricerca e sviluppo e che le proprie attività sono condotte nel pieno rispetto delle leggi e delle normative etiche vigenti".
Ma è su entrambi i punti che le associazioni non cedono e lì dove per l'aspetto legislativo della sperimentazione gli ambiti su cui operare per un cambio di registro a livello nazionale sono altri, per la seconda presa di posizione di Aptuit, ovvero il rispetto che gli sperimentatori applicherebbero nel sottoporre gli animali a test tossicologici, le due associazioni non sono affatto d'accordo.
La lunga indagine e il destino dei Beagle e di altri animali usati per la sperimentazione
L’indagine sulla struttura veronese è ormai in piedi da molto tempo, ovvero dal 2021 quando la Procura di Verona dispose il primo sequestro di 51 Beagle e aprì un fascicolo proprio per il reato di maltrattamento. Da allora, i "Beagle di Aptuit" sono diventati simbolo di quello che continua ad accadere in Italia come escamotage per procedere con la sperimentazione sugli animali visto che nel nostro paese è vietato. I cani utilizzati dall'azienda veronese, infatti, sono tenuti in Francia e poi vengono trasferiti in Italia, essendo nel nostro Paese vietato dal 2013 allevare cani, gatti e primati per la sperimentazione.
A fine settembre la Procura della Repubblica di Verona ha disposto anche il sequestro di nove Beagle dandoli in affidamento alla Lav: otto di loro sono ospitati al rifugio Riot Dog e si chiamano Luke, Chewbecca, Obi, Groku, Boba, Dart, Cassian e Yan.