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3 Settembre 2025
17:11

I 5 animali con la vista più sviluppata

La vista si è evoluta in mille modi differenti negli animali. Alcuni come le aquile possiedono uno zoom naturale, altri come gli insetti hanno un campo visivo totale, altri ancora come i gamberi mantide vedono cose e colori che facciamo anche solo fatica a immaginare.

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Gli animali vedono in tanti modi diversi, alcuni che facciamo persino fatica anche solo a immaginare

Se c'è un senso che l'evoluzione ha "reinventato" in mille modi negli animali, quello è sicuramente la vista. Molti uccelli sono per esempio tetra­cromatici (hanno quattro classi di coni, spesso sensibili anche agli UV) mentre la maggior parte di noi mammiferi, al contrario, è dicromatica (due classi di coni), un retaggio di quando eravamo principalmente animali notturni. La tricromia "umana" è invece una riconquista evolutiva recente condivisa con altri primati diurni.

Nei coccodrilli e nei pesci dominano adattamenti alla scarsa luminosità e all'acqua; negli insetti l'occhio composto da tante singole unità sacrifica in parte la risoluzione, ma eccelle nel catturare movimenti e luce UV attraverso i singoli ommatidi. I cefalopodi (polpi e seppie), invece, sono un caso a parte: spesso quasi "monocromatici", compensano con una sensibilità finissima alla polarizzazione e – secondo una ipotesi molto affascinante – potrebbero sfruttare l'aberrazione cromatica della loro ottica per distinguere i colori senza coni multipli.

Gli animali vedono quindi in modi tra loro molto diversi e pressoché infiniti, sia per risoluzione, colori percepiti che per campo visivo. Scegliere i "migliori occhi" non è perciò un compito semplice: acuità, sensibilità (vedere al buio), spettro (quanti colori o segnali come l'UV o la polarizzazione) e movimento non sempre vanno insieme. Proviamo però a vedere un po' più da vicino alcuni degli animali che eccellono in uno o più di questi campi e che hanno una vista decisamente superiore alla maggior parte degli altri.

Aquile e falchi

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Aquile, falchi e altri rapaci, possiedono una sorta di "teleobiettivo" naturale per vedere piccole prede anche da grandi distanze

Le aquile, i falchi e altri rapaci diurni hanno occhi che funzionano come un teleobiettivo biologico, aumentando l'ingrandimento senza perdere luce: un assetto ideale per "agganciare" una preda minuscola da centinaia di metri di distanza. Diverse stime sull'acuità dei grandi rapaci indicano una risoluzione di almeno 2-3 volte superiore a quella umana. In pratica, un'aquila è dotata di uno "zoom" naturale che ai suoi occhi fa apparire un piccolo roditore nell'erba grande quanto un cartello stradale.

Questi uccelli possiedono una vista tanto raffinata che gli permette di cacciare senza problemi anche da altezze elevatissime. L'evoluzione ha quindi selezionato e premiato la risoluzione e l'ingrandimento, consentendo ad aquile e falchi di effettuare picchiate sulle loro prede con una precisione chirurgica. Inoltre, come altri uccelli possono vedere anche la luce ultravioletta, riuscendo così anche a riconoscere piste e tracce di urina lasciate a terra dai piccoli mammiferi.

Libellule

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Gli occhi composti delle libellule sono enormi e in grado di coprire un campo visivo di 360°

Le libellule sono insetti predatori che cacciano sulla Terra da centinaia di milioni di anni. I loro occhi composti – ovvero formati da tante singole unità chiamate ommatidi – sono enormi rispetto ad altri insetti e occupano buona parte della testa. Questo permette alle libellule di avere un campo visivo totale e praticamente di 360%. Inoltre, riescono a catturare movimenti rapidissimi, anche in condizioni di scarsa o massima luminosità.

Gli odonati – il gruppo di cui fanno parte le libellule – sono predatori specializzati nell'inseguimento, che pattugliano incessantemente le sponde di fiumi, laghi e altre zone umide. Se sbagliano a calcolare distanze e traiettorie, anche solo di pochi millisecondi, la preda vola via. Se invece riescono a vedere meglio i contrasti, i movimenti e a "prevedere" i movimenti delle prede, vincono. La selezione naturale ha quindi scolpito per loro occhi che sono veri e propri radar ottici specializzati nella caccia ad alta velocità.

Gambero mantide

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Il gambero mantide riesce a vedere cose che facciamo anche fatica a immaginare

I gamberi mantide, crostacei appartenenti al gruppo degli stomatopodi, come le canocchie o cicale di mare, sono tra gli animali più singolari del pianeta. Famosi per avere i "pugni" più veloci del mare, hanno occhi su peduncoli che scansionano il mondo con tre pupille per occhio e 12-16 classi di fotorecettori, alcune dedicate non ai colori "classici", ma alla luce polarizzata (lineare e persino circolare). Significa che vedono cose che facciamo anche solo fatica a immaginare.

Non necessariamente questo vuol dire che vedano i colori meglio di noi, ma riescono sicuramente a codificare informazioni che ai nostri occhi sono praticamente invisibili, utilissime per riconoscere prede/conspecifici, rompere mimetismi e comunicare. In acqua, del resto, tra sabbia e riflessi abbaglianti, un predatore che colpisce in pochi millisecondi con "pugno" potente quanto un proiettile, ha bisogno di un super-potere per non sbagliare un colpo. E quello dei gamberi mantide è la super-vista.

Ragni saltatori

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Gli occhi principali dei ragni salticidi sono in grado di riconoscere distanze, prede, rivali e potenziali partner con una precisione incredibilmente elevata

I piccoli ragni salticidi, cosiddetti ragni saltatori, possiedono ben otto occhi. I due più grandi e principali, spostano la retina con micro-movimenti per scansionare la scena e ottenere un'immagine ad alta risoluzione nella porzione centrale del campo visivo. Possiedono anche dei filtri spettrali e focali diversi tra che permettono una visione cromatica (in alcune specie persino tricromatica) e una stima della profondità incredibilmente precisa.

I saltici sono grandi in genere pochi millimetri, ma sono predatori da inseguimento che catturano le loro prede con salti precisi e che comunicano, soprattutto con il sesso opposto, attraverso segnali visivi e colori. hanno quindi bisogno di saper riconoscere distanze, prede, rivali e potenziali partner con una precisione molto elevata. Anche in questo caso, quindi, l'evoluzione e la selezione naturale hanno favorito e potenziato la vista a discapito di altri sensi.

Pesci spada

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Marlin, pesci spada e altre specie simile, possiedono un sistema di riscaldamento dell’occhio che migliora la vista in acque fredde e poco illuminate

In fondo al mare l'acqua è fredda e la luce scarseggia. Alcune specie hanno quindi sviluppato altri sensi e meccanismi per poter vivere nel buio o quasi. Alcuni pesci pelagici veloci (come pesce spada, marlin, pesce vela) possiedono per esempio muscoli speciali che riscaldano occhi e cervello fino a 10-15 °C sopra la temperatura dell'acqua. Questo aumenta la risoluzione temporale (vedere oggetti rapidi senza sfocare) e la sensibilità, cruciali per cacciare al crepuscolo e con scarsa luminosità.

Occhi più "caldi", infatti, migliorano la vista al buio e se insegui prede veloci tra 200 e 600 metri di profondità, "accendere il riscaldamento" della retina può fare la differenza tra catturare e mancare l'attacco. Come abbiamo visto, non c'è un animale migliore di altri, almeno non in tutto. L'aquila batte tutti in acuità; le libellule dominano in copertura visiva e varietà spettrale; il gambero mantide legge polarizzazioni che ignoriamo; i salticidi vincono la sfida della micro-risoluzione; il pesce spada ottimizza la velocità di elaborazione dove la luce è poca e fredda.

Ognuno è "il migliore" nel proprio problema ecologico. È così che l'evoluzione funziona: non con supereroi o superpoteri universali, ma con specialisti perfettamente adattati all'ambiente e allo stile di vita unico che caratterizza ogni singola specie.

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