;Resize,width=638;)
Bea aveva solo 3 anni e mezzo quando il 3 giugno 2025 è stata uccisa con due colpi di fucile a Castelfranco, frazione di Rieti. La Bouledogue francese era riuscita a sottrarsi dallo sguardo del suo umano Gianluca per entrare in una villetta privata. Qui però, nel giro di pochi minuti, è stata colpita e uccisa.
Gianluca spiega cosa è successo quel giorno: "Quando ho sentito il primo colpo di fucile non avevo idea che fosse per Bea, ma in quel momento mi sono accorto che si era allontanata. Quando ho sentito il secondo ho iniziato a correre, e una volta arrivato davanti al cancello della villetta ho visto il suo corpo coperto di sangue e un uomo col fucile sopra di lei".
Il racconto di Gianluca: "So che non avrò giustizia, ma denuncio lo stesso"

Quel 3 giugno Gianluca era andato a Castelfranco per trovare un amico, con lui come sempre c'era la sua Bea, la Bouledogue francese che aveva adottato tre anni prima. "Non andavo da nessuna parte senza di lei, era una parte di me".
Quel giorno però dopo un po' la perde di vista tra la folla. Gianluca però non si preoccupa: Bea è una cagnolina molto tranquilla e ama seguire le persone che prende in simpatia, per poi tornare rapidamente indietro appena scopre di essersi allontanata troppo. Sembrava una mattina come tante, fino all'esplosione del primo colpo di fucile, un rumore secco che Gianluca riconosce immediatamente.
"Non ho pensato affatto che un colpo d'arma da fuoco potesse avere a che fare con Bea, ma mi ha spaventato e mi sono accorto che non era vicino a me. Quindi sono saltato subito in auto e pochi metri dopo sono arrivato davanti al cancello aperto di una villetta. Ho sentito il secondo colpo e sono entrato".
Nulla poteva preparare Gianluca a una scena simile: "Bea era a terra, c'era del sangue, e un uomo armato di fucile stava sopra di lei. Poco distante c'era un altro cane di grossa taglia. Non riesco a ricordare cosa ho pensato in quel momento, niente mi sembrava reale".
Gianluca, appena 25 anni, ha agito d'impulso e ha chiamato i soccorsi e le Forze dell'Ordine. Per Bea non c'è stato niente da fare: il medico dell'Asl ha confermato che è stata uccisa da due colpi d'arma da fuoco, di cui uno esploso a distanza ravvicinata.
Mentre Bea si trovava sul tavolo del veterinario gli agenti perquisivano l'abitazione del proprietario della villetta: l'uomo aveva diverse armi che sono state sequestrate. La motivazione di un gesto simile sarebbe la paura.

"Quell'uomo ha detto di avere avuto paura di Bea, e per questo quando l'ha vista entrare ha sparato – dice Gianluca – Non credo assolutamente che Bea piccola com'era potesse fare paura a qualcuno. Inoltre era di buon carattere ed era dolce con tutti. È un gesto che non mi spiego".
Gianluca ha sporto denuncia, ben consapevole che per il reato di uccisione di animali, nonostante il recente inasprimento delle pene, non è previsto il carcere: "So che non avrò giustizia. Io non riavrò mai la mia Bea, ma almeno spero che parlare di questi casi aiuti a tenere alta l'attenzione e a non fare passare questi episodi sotto silenzio".
In supporto a Gianluca anche le associazioni LNDC Animal Protection e LEAL hanno sporto denuncia.
Lo Street Artist Moby Dick dedica un'opera alla memoria di Bea

Il dolore di Gianluca è stato condiviso da molti, e per conservare la memoria di Bea, lo street artist Moby Dick ha realizzato un’opera in cui ne denuncia la morte: "I due colpi li porterò per sempre sulla mia pelle. Grazie per avermi scelto, buon viaggio amore di papà, mi hanno spezzato il cuore".
L'opera realizzata dall’artista ha voluto testimoniare proprio il valore del legame tra cane e essere umano e denunciare la violenza che ha spezzato il futuro familiare tra Bea e il suo compagno umano. È stata realizzata col supporto dell’associazione Pasqualina & friends e sarà esposta in modo permanente all'interno del Comune di Montopoli di Sabina, nella provincia di Rieti.
"E poi fu creato il cane, per insegnare all’uomo che la fedeltà esiste. A Bea, con queste parole ho voluto sottolineare la bellezza e il valore di questi esseri straordinari troppo spesso traditi dalla brutalità umana e riportare l’arte al suo compito principale, essere al fianco delle vittime e lottare contro le ingiustizie, perché finiscano", conclude l'artista.