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Gli scimpanzé possono cambiare idea sulle cose: secondo un nuovo studio sono pensatori razionali

Un nuovo studio pubblicato su Science dimostra che gli scimpanzé sanno cambiare idea quando ricevono nuove prove ed evidenze: ragionano in modo flessibile e razionale, un comportamento che, finora, si pensava appartenesse solo alla mente umana.

31 Ottobre 2025
15:08
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Secondo un nuovo studio gli scimpanzé possono prendere decisioni e cambiare idea basandosi su nuove prove più forti, un comportamento coerente con una revisione razionale delle proprie scelte o convinzioni

Gli scimpanzé non solo imparano, accumulano saperi, osservano, utilizzano strumenti e ricordano, ma possono anche cambiare idea quando emergono nuove prove ed evidenze. È quanto sostiene un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Science da un team di ricercatori delle università di Berkeley e Utrecht, che mostra come questi primati siano in grado di rivedere le proprie convinzioni alla luce di nuove informazioni utilizzando una forma di pensiero razionale. Un comportamento che, finora, si pensava appartenesse solo alla mente umana.

Capire dove è nascosto il cibo basandosi su prove "deboli" e "forti"

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Gli scimpanzé indicavano dove era nascosto il cibo scegliendo la prova più forte e cambiando idea quando emergevano nuove informazioni. Immagine da Schleihauf et al., 2025

Lo studio, condotto dalla psicologa Emily Sanford insieme ai colleghi Jan Engelmann e Hanna Schleihauf, si è svolto al Ngamba Island Chimpanzee Sanctuary, in Uganda, dove i ricercatori hanno coinvolto diversi scimpanzé in un semplice esperimento di scelta. Davanti a loro venivano posizionati dei contenitori, uno dei quali nascondeva del cibo. In un primo momento, le scimmie ricevevano un indizio che li orientava verso una delle scatole. Poi, però, arrivava una seconda prova, più affidabile, che indicava l'altra.

Il primo contenitore forniva un indizio "sonora" della presenza di cibo all'interno della scatola (quindi una prova "debole"), mentre il secondo forniva invece una prova "visiva" (quindi più "forte" e robusta). In metà dei test, l'indizio forte veniva presentato per primo, seguito poi da quello più debole; nell'altra metà, l'ordine era invece invertito. Gli scimpanzé basavano costantemente le loro scelte sull'evidenza più forte, indipendentemente dall'ordine.

Sceglievano l'indizio visivo quando il cibo era ben visibile all'interno del contenitore, o quello uditivo quando il primo veniva rimosso e una terza scatola non forniva alcuna ulteriore prova. Inoltre, quando le scimmie incontravano per prime le prove più deboli, spesso cambiavano idea e rivedevano la loro scelta basandosi su informazioni nuove e più sicure, un comportamento coerente con una revisione fortemente razionale delle proprie scelte o convinzioni.

Gli scimpanzé usano il pensiero razionale per rivedere le proprie idee

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Per gli autori, gli scimpanzé seguivano strategie di revisione delle proprie credenze o convinzioni compatibili con il pensiero razionale

La maggior parte degli scimpanzé ha modificato la propria scelta in base alle nuove informazioni, dimostrando una capacità di ragionamento flessibile simile a quella dei bambini di circa quattro anni. "Gli scimpanzé sono riusciti a rivedere le proprie convinzioni quando è stata disponibile un’evidenza migliore", ha spiegato in una nota Sanford. "È un tipo di pensiero che consideriamo tipico dei bambini, ma ora sappiamo che anche loro possono farlo".

Per essere certi che si trattasse davvero di ragionamento e non di semplici riflessi o abitudini, i ricercatori hanno costruito un protocollo sperimentale molto rigoroso. Attraverso modelli computazionali, hanno confrontato le scelte dei primati con le diverse strategie decisionali, escludendo che si trattasse solo di "recency bias" – ovvero la tendenza a dare maggiore peso all'ultimo indizio ricevuto – o di risposte automatiche a segnali più evidenti.

I risultati hanno mostrato che gli scimpanzé seguivano strategie di revisione delle proprie credenze o convinzioni compatibili con il pensiero razionale. Tutto ciò mette così in discussione l'idea che la razionalità – cioè la capacità di formare e modificare convinzioni basandosi su prove – sia un'esclusiva umana. "La differenza tra esseri umani e scimpanzé non è un salto netto", sottolinea Sanford. "È più un continuum".

Verso una "mappa evolutiva" della razionalità

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Non c’è un "salto" tra le capacità di scimpanzé e altri primati rispetto alle nostre

Le implicazioni di questo studio vanno quindi ben oltre la biologia. Capire come i primati valutano e aggiornano le proprie convinzioni può aiutarci a comprendere meglio anche lo sviluppo cognitivo nei bambini e persino a migliorare i modelli di intelligenza artificiale. "Questo tipo di ricerca ci spinge a pensare in modo diverso a come insegniamo ai bambini o a come progettiamo sistemi di apprendimento nelle macchine", ha infatti aggiunto Sanford.

Il prossimo passo del team sarà proprio confrontare gli scimpanzé con i bambini dai due ai quattro anni, sottoponendoli agli stessi test. "È affascinante progettare un compito per gli scimpanzé e poi adattarlo a un bambino", ha raccontato la ricercatrice. In futuro, Sanford spera di estendere l’esperimento anche ad altre specie di primati, per tracciare una sorta di "mappa evolutiva" delle capacità di ragionamento dei nostri parenti animali più stretti.

Per lei, che ha studiato anche l'empatia nei cani e la cognizione numerica nei bambini, la lezione è chiara: gli altri animali sono molto più intelligenti e flessibili di quanto siamo abituati a pensare. "Non sanno cos'è la scienza, ma vivono in ambienti complessi, prendendo decisioni intelligenti e adattive ogni giorno", ha concluso Emily Sanford. "E questo, forse, è già una forma di pensiero razionale".

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